(Adnkronos) - Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha aperto ufficialmente i lavori del G7 Difesa al Palazzo reale di Napoli. Per la prima volta nella storia del "Gruppo dei 7", l'Italia riunisce i ministri della Difesa. Crosetto ha mostrato sorridente ai giornalisti un cornetto regalatogli ieri a Napoli, un gesto di scaramanzia prima dei saluti con gli omologhi del G7. Nelle immagini, il ministro saluta il segretario generale Nato, Mark Rutte, presente al vertice. “Stiamo assistendo a scenari estremamente fluidi e instabili che passano dalla competizione strategica al confronto aperto e continuo. Il ricorso al potere militare e a strumenti ibridi alla ricerca di guadagni territoriali o di un’espansione maligna delle aree di influenza sono purtroppo diventati un “modus operandi” ricorrente. Le brutali aggressioni russe in Ucraina e la situazione davvero critica in Medio Oriente, unite alla profonda instabilità dell’Africa sub-sahariana e alla crescente tensione nella regione indo-pacifica evidenziano un quadro di sicurezza deteriorato con previsioni per il prossimo futuro che non possono essere positive”, ha detto Crosetto, in apertura della riunione a Palazzo Reale. “Anche se questi conflitti e instabilità possono essere percepiti geograficamente lontani, sono direttamente collegati a noi da dinamiche profonde e interconnesse. In questo contesto - ha aggiunto - riconosciamo un motore comune: il confronto tra due visioni del mondo diverse, forse incompatibili. Da un lato i Paesi e le Organizzazioni che credono in un ordine mondiale basato sul diritto internazionale; dall’altro, coloro che mancano sistematicamente di rispetto alla democrazia per perseguire i propri obiettivi, anche attraverso l’uso deliberato della forza militare”. E ancora: “Questa pervasiva instabilità globale ha conseguenze dirette sui nostri interessi economici e sociali. In altre parole, questo sta avendo un impatto sul nostro stile di vita. La sicurezza è alla base delle società: semplicemente non può esserci sviluppo senza di essa. Con questo in mente, vorrei sottolineare ancora una volta la straordinaria importanza di essere qui oggi e di dimostrare il nostro impegno e determinazione nell’affrontare queste sfide urgenti e impegnative, come membri del G7 Difesa con la partecipazione della Nato - ha concluso - Credo che la nostra presenza oggi, nella splendida città di Napoli, mandi un messaggio forte e sonoro a coloro che cercano di ostacolare i nostri sistemi democratici. Il legame che ci tiene uniti è solido, fondato su valori comuni di libertà e sulla fiducia incondizionata nel diritto internazionale”. “Questa mattina abbiamo parlato della situazione del Medio Oriente in particolare del Libano. Dobbiamo parlare di Africa, di questioni di sicurezza. E questo pomeriggio parleremo anche di Ucraina. Dopo l’uccisione di Yahya Sinwar si è aperta una nuova prospettiva e la dobbiamo utilizzare in modo da arrivare a un cessate il fuoco per il rilascio degli ultimi ostaggi e cercare una prospettiva politica”. Lo ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. “Dobbiamo ricostruire la sovranità del Libano, dobbiamo fare in modo che le istituzioni libanesi funzionino - ha aggiunto - I libanesi devono prendersi le loro responsabilità ed eleggere un presidente e noi li dobbiamo supportare in modo tale da rendere l’esercito capace di garantire la sicurezza ai confini. Le forze Onu devono essere rispettate ovunque, in particolare in un luogo dove stanno facendo un lavoro incredibile come peacekeeper, anche se nel mondo non c'è più pace. Forse la missione dell'Unifil dovrebbe essere rivista, ma prima di tutto il cessate il fuoco”. È una Napoli blindata e bagnata da una pioggia incessante quella che da stamattina accoglie i ministri della Difesa del G7. Infuriati i residenti, da ieri pomeriggio bloccati dalle chiusure imposte dal rigido sistema di sicurezza. “Sono uscito alle 6.50 per andare a lavorare e alle 8 ancora devo aprire. E sono qui dietro, a Santa Lucia”, racconta all’Adnkronos un farmacista palermitano, nel capoluogo partenopeo da due anni. Tanti i bar costretti ad abbassare le saracinesche: “Ieri alle 16 mi hanno fatto togliere i tavolini fuori - racconta il titolare di Caffè Reginelle, a due passi da piazza del Plebiscito - E stamattina non passa nessuno, fortuna che il ragazzo che mi porta i cornetti è del posto, in qualche modo magari riuscirà a passare”. (dall'inviata Silvia Mancinelli)
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