• ieri
Trascrizione
00:00degli ultimi anni delle scuole superiori. Mi avevano chiamato ad un incontro perché
00:09hanno organizzato in quella città un concorso per ricordare un economista importante come
00:16Benedicto Cappè, che in realtà dire che era stato solo un economista si vide poco della
00:22figura e di quanto quella persona ha dato alla cultura del nostro Paese.
00:29E c'era una sua frase che gli studenti dovranno commentare e c'era un titolo su cui gli
00:36studenti dovranno cimentarsi perché a cinque di loro verrà riconosciuto un premio.
00:41La frase era «Nessun male sociale può superare la frustrazione, la disgregazione che la disoccupazione
00:51determina nelle collettività umane». E dall'altra parte un'altra frase di Federico
00:58Cappè diceva come fosse necessario superare un'idea monartica di gestione delle imprese.
01:06Passata l'idea che ognuno deve competere con l'altro è perché in questi ultimi
01:14trent'anni è passata l'idea di chi teorizzava che le società non esistevano più e che
01:21esistevano solo gli individui. E guardate che i danni che questa cultura ha determinato
01:29sono sotto gli occhi di tutti per la precarietà, per la paura che le persone hanno. E allora
01:37io credo che ci sia bisogno di rilanciare con forza un'idea di solidarietà perché
01:45se c'è una cosa, consentitemelo, che io ho imparato da un grande dirigente sindacale
01:52che ha fatto la storia del sindacato di questo Paese, non solo della CGL, Giuseppe Di Vittorio,
01:59se c'è una cosa che diceva e che ha riaggiato, ha detto che un sindacalista se vuole fare
02:07bene il suo lavoro deve sapere che il suo obiettivo deve essere quello di impedire che
02:15le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare, per farlo debbono farlo competendo
02:21tra di loro. Perché questo vuol dire abbassare i diritti, vuol dire rompere la solidarietà.

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