Il fotografo Angelo Gigli ha presentato da "VIPiace" il suo libro "Relicfilms".
Descrizione
Da Giovanni Paolo II alla famiglia Savoia, da Maurizio Costanzo a Didi Leoni, da Anna Falchi a Giulio Andreotti, da Vittorio Gassman a Egon von Furstenberg, da Madonna Ciccone a Milva, da Claudia Pandolfi a Pupi Avanti e così via, spaziando dal mondo dello showbusiness a quello della cultura. In questo libro il fotografo Angelo Gigli riscopre il valore della materia che costituisce la pellicola a seguito di un incidente accaduto nel magazzino dove era temporaneamente depositato il suo archivio. lo sconforto iniziale comincia a lasciare il posto ad un'altra sensazione: quelle pellicole cominciano a brillare sotto una nuova luce, portando l'autore a cambiare prospettiva, a riflettere sull'importanza e il valore della materia tangibile, del tempo che passa, del rapporto fisico con il gesto di scattare la foto ed interagire con oggetti meccanici pieni di molle, rumori e vibrazioni che fanno inevitabilmente parte del gesto creativo nel suo insieme, il tutto contrapposto alla fredda e sterile galassia digitale.
Descrizione
Da Giovanni Paolo II alla famiglia Savoia, da Maurizio Costanzo a Didi Leoni, da Anna Falchi a Giulio Andreotti, da Vittorio Gassman a Egon von Furstenberg, da Madonna Ciccone a Milva, da Claudia Pandolfi a Pupi Avanti e così via, spaziando dal mondo dello showbusiness a quello della cultura. In questo libro il fotografo Angelo Gigli riscopre il valore della materia che costituisce la pellicola a seguito di un incidente accaduto nel magazzino dove era temporaneamente depositato il suo archivio. lo sconforto iniziale comincia a lasciare il posto ad un'altra sensazione: quelle pellicole cominciano a brillare sotto una nuova luce, portando l'autore a cambiare prospettiva, a riflettere sull'importanza e il valore della materia tangibile, del tempo che passa, del rapporto fisico con il gesto di scattare la foto ed interagire con oggetti meccanici pieni di molle, rumori e vibrazioni che fanno inevitabilmente parte del gesto creativo nel suo insieme, il tutto contrapposto alla fredda e sterile galassia digitale.
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NovitàTrascrizione
00:00Siamo arrivati all'unice 47, caro il mio amico Brugia e mi piace questa Brooklyn. Brooklyn è bellissima, è bellissimo come lo è il ponte di Brooklyn, dove già abbiamo detto che io ci sono stato, della MCK, il ponte di Brooklyn è molto fotografato.
00:16Assolutamente, però non in questo caso. Innanzitutto salutiamo l'ospite, è venuto a trovarci ed è Angelo Gigli, buongiorno.
00:25Buongiorno, che è un fotografo. Come stai Angelo? Bene bene. Tutto bene? Io ti ringrazio, stai leggermente più vicino al microfono così ti sentiamo meglio.
00:34Tu sei qui perché, ma non ne investi da fotografo, no, no assolutamente, perché devi presentare questo bellissimo libro.
00:43Certo che è un fotografo, anche bravo perché questo libro che tu non hai ancora visto, Relic Films, guarda qui, guarda le pellicole, guarda che meraviglia, dei film, come nasce l'idea?
00:55Allora l'idea, facciamolo vedere, questo qui non è un libro fotografico come tutti i tradizionali, in realtà io ho scattato su pellicola dall'inizio della mia carriera fino circa al 98-99-2000,
01:14dopodiché io sono stato uno dei primissimi fotografi digitali in Italia, sono passato al digitale, quindi decantando tutti i colori del digitale e abbandonando la pellicola, perché ovviamente la tecnologia va avanti e uno si deve adattare, ci ha portato a quello che abbiamo oggi, ovviamente, ho messo in un magazzino tutte le mie vecchie pellicole,
01:35quasi, non voglio dire dimenticando, ho messo da parte, ho fatto vent'anni di lavoro tutto in digitale, ma certo che stavo partendo per Los Angeles nel 2019 e mi chiama l'amministratore del magazzino dove avevo queste scatole con le pellicole dicendo che dovevo spostarle e che dovevo fare dei lavori,
01:56vado lì, un po' a malincuore perché stavo partendo, gli ho detto posso venire più tardi? Guarda sarebbe urgente, vado lì, apro questa porta, in realtà i lavori che dovevo fare era perché si era quasi allagato il magazzino, in pratica un disastro, le pellicole distrutte, tutte quante? A causa dell'acqua, dell'allagamento?
02:16Sì, dell'allagamento, emulsioni maciullate, incollate, io mi sono messo a piangere. Questa foto, facciamo questa qua, che io vedo, non so se si riesce a capire, che non è molto chiara, perché io credo che questo sia l'effetto dell'acqua, quindi tu hai pubblicato tutti questi scatti?
02:42La storia di questo libro è il recupero di un materiale che si è trasformato con il tempo, allora in realtà io poi ho scritto pensieri alle foto, pensieri personali, scritti anche durante il lockdown, per cui chiaramente è stato un grosso lavoro di introspezione.
03:06Io mi sono sbrigato a decantare tutti i grandi vantaggi del digitale che abbiamo avuto quando abbiamo lasciato la pellicola e ho tralasciato di considerare tutto quello che abbiamo perduto, che è la materia, la tattilità, il fatto di avere a che fare con qualcosa di materiale, che in questo caso si è manifestato.
03:28Io quando ho tornato dall'America ho messo un piano luminoso sul pavimento per capire che cosa io potessi recuperare di tutto questo, digitalmente, ad un certo punto, soprattutto, guardando le foto di Claudio Pandolfi, ecco perché sono finite in copertina, non perché siano particolarmente più belle delle altre, perché sono quelle che mi hanno acceso la luce, mi hanno fatto capire che queste foto dovevano rimanere così.
03:54Devo dire però che è una bella trasformazione.
03:58Perché il tempo che passa è fondamentale.
04:00Qui tu fai vedere il tempo che passa.
04:02Il tempo che passa e soprattutto la materia, quindi io qui ho fatto delle considerazioni sugli scatti in pellicola rispetto agli scatti in digitale, anche il fatto di non sapere che cosa scatti.
04:14Vai in un deserto per scattare foto per un calendario, come ho fatto tante volte, con le pellicole, tu non sai, l'immagine è nella tua testa, tu non lo sai, con il digitale tu vedi, correggi, la rifai.
04:28Qual è la foto a cui tu sei più affezionato, a parte questa della Pandolfi che l'hai messa in copertina ovviamente?
04:33Non ce n'è una perché sono 20 anni di lavoro, ho cominciato come fotoreporter e poi ho finito come fotofotografo di moda, fotofotografo ritrattista.
04:45Ma tu hai uno studio? Sei a Roma?
04:47Sì, a Roma però giro il mondo.
04:52Posso dire Angelo che per chiudere un po' il discorso di questo libro, l'importanza del ricordo, la memoria di quello che è stato, che tu avevi messo in un cassetto e invece un episodio magari un po' drammatico come quello dell'acqua che scorre, ti ha ricordato che anche il tempo scorre e che va ricordato.
05:15Devo dire che hai trovato questa linea nel pubblicare questo libro in maniera originale perché pubblicare foto rovinate dall'acqua ma dove si vede un lavoro importante si conserva, sì è vero, è particolare.
05:31Ti fa capire che il tempo deve passare, deve passare anche sulle immagini.
05:35Il fatto che noi tra trent'anni vedremo le nostre immagini su un monitor, chissà se le vedremo su un monitor, forse magari le immagineremo.
05:46Le vedremo tipo hologramma forse.
05:48Però inalterate, inalterate. Quando noi tiriamo fuori un'immagine da un cassetto e anche il fatto di maneggiarla è un qualcosa che abbiamo perduto e che è importante, è giusto che sia invecchiato.
05:59Adesso tutto sullo smartphone, tablet, tutte le parti, tutto digitale ormai.
06:03Il tempo non esiste e c'è anche una storia per quello che riguarda il titolo ovviamente.
06:09Perché hai deciso di chiamarlo Relic Films?
06:12Come ho scritto all'interno io sono un appassionato di blues, di chitarre chiaramente, elettriche.
06:18Da svariati anni a questa parte c'è un fenomeno in cui le case produttrici copiano le grandi chitarre della storia, quella di Gilmore, di Peter Green eccetera eccetera, con tutti i loro danneggiamenti, con tutto il loro vissuto.
06:35Fanno delle copie esatte, cioè manici spaccati e aggiustati, scrostature e questo fenomeno viene chiamato Relic.
06:42Allora da lì a Relic Films, cioè il valore aggiunto dal deterioramento e dal tempo che passa, è stato fisiologico.
06:49Quindi Relic è una sorta, non dico di tecnica, non è una tecnica, è un modo di...
06:54Deriva da quello esatto, da quello è stato fisiologico.
06:57Relic Films, cioè il valore aggiunto dal deterioramento e dal tempo che passa.
07:01Ma pensate, esatto, questo lavoro, questa trasformazione possiamo dire così.
07:05Ci sono circa 80 personaggi diversi ovviamente.
07:08Tutti i scatti che hai fatto durante questi 20 anni di lavoro.
07:11Esatto, circa 20 anni di lavoro.
07:13Complimenti anche.
07:14E ci fa piacere presentare, me ne avevamo parlato e mi fa veramente piacere, Relic Films, eccolo qua.
07:20Facciamo vedere di Angelo, eccolo qui, Angelo Gigli.
07:24E dove si può trovare Angelo?
07:27Nelle più importanti librerie, chiamando anche il redditore.
07:32Certo, assolutamente, assolutamente.
07:34E poi anche sulle piattaforme online.
07:37Sulle piattaforme online ovviamente.
07:39Allora Angelo, noi ti ringraziamo, sei stato molto carino.
07:42Grazie, bell'idea, complimenti per l'originalità.
07:45Hai qualche progetto tu da fotografo importante che sta arrivando?
07:49Ne ho tanti però sicuramente una mostra per quello che riguarda queste foto ci sarà una mostra.
07:53Magari poi lo possiamo far sapere noi qui.
07:55Lo diciamo no?
07:56Quando sarà faccelo sapere perché ne parleremo con molto piacere.
08:00Progetti fotografici ovviamente tanti perché è il mio lavoro.
08:03Quindi sei un obiettivo.
08:06Angelo, scusalo.
08:08Volevamo chiudere in un altro modo però non ce la fa proprio, è così.
08:12Però no, davvero, grazie Angelo per essere stato qui.
08:15Angelo Gigli, grazie a voi.
08:17Grazie mille, grazie mille.