• mese scorso
Roma, va in vacanza e lascia la madre disabile sola a casa: 84enne muore di stenti
Ospite in collegamento dott. Antonio Censi - sociologo

Abbandonata in casa dalla figlia convivente senza cibo, acqua, né un telefono cellulare con il quale potesse chiedere aiuto: un caso agghiacciante salito tristemente agli onori della cronaca qualche giorno fa nel quadrante nord di Roma.

Una donna decide di partire per le vacanze con i figli lasciando la madre disabile a casa che, dopo alcuni giorni, è morta. È stato un caso a far scoprire la tragedia: i carabinieri dovevano consegnare la notifica di un atto alla figlia. Invece della donna però hanno trovato il corpo senza vita dell’anziana madre, a terra nell’appartamento.

Sono scattate così le indagini che hanno consentito alla Procura di Tivoli di emettere nei confronti della figlia di 49 anni un fermo di indiziato di delitto. La donna è accusata di aver abbandonato la madre 84enne, invalida e non autosufficiente, poi deceduta dopo alcuni giorni per stenti. Sul posto è intervenuto il medico legale che ha confermato che il decesso della 84enne risalirebbe ad alcuni giorni prima.

L'analisi dal punto di vista sociologico

Una vicenda che apre tanti interrogativi e che inevitabilmente ricolleghiamo alla vicenda di Alessia Pifferi: ci stiamo disumanizzando? Stiamo perdendo sensibilità? O semplicemente fattori come stress e ansia sociale ci portano a non considerare le conseguenze delle nostre azioni?

"Indubbiamente la nostra società si sta spingendo in una direzione molto poco umana per certi versi - ha sottolineato Antonio Censi - è come se una parte della nostra comunità non considerasse le persone anziane o comunque fragili. Molti ne hanno paura quasi, non sanno come gestire la situazione. Prendersi cura di una persona anziana o avere a che fare con una persona disabile non è un qualcosa che riguarda solo il singolo o le strutture sanitarie, riguarda tutti noi. Non possiamo pensare di restare giovani per sempre, è una tappa della vita che, auspicabilmente, dovremo vivere tutti".

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Trascrizione
00:00i dati strettamente legati appunto alla cronaca, lo dicevamo, una vicenda che ha
00:04scosso davvero la comunità, sono emersi anche altri particolari, particolarmente
00:09inquietanti, ad esempio vi facciamo leggere questo titolo di giornale,
00:14le bugie della figlia al mare, mamma è con la badante, aveva raccontato questo
00:18particolare ai vicini di ombrellone dove si era recata in vacanza, tutte bugie
00:24perché la mamma non aveva appunto la badante come poi è emerso dalla scoperta
00:29macabra delle forze dell'ordine. Noi oggi ne vorremmo parlare sotto il punto
00:34di vista sociologico, cioè ampliare un po' il tema dell'assistenza, del
00:39caregiving agli anziani. Abbiamo sempre meno tempo, abbiamo perso nel corso del
00:45tempo forse un po' di sensibilità nei confronti delle persone non
00:49autosufficienti e ovviamente fragili. C'è con noi oggi il professor Antonio
00:54Cenzi, esperto in sociologia, a cui do il buongiorno e il benvenuto che mi aiuterà
00:59un pochino ad approfondire questa tematica. Buongiorno a lei professore.
01:03Buongiorno a lei e a tutti gli ascoltatori e grazie per l'invito.
01:08Grazie a lei. Allora io vorrei in prima istanza un commento da parte sua su
01:14questa vicenda davvero agghiacciante, lo ripetiamo.
01:20Più che denunciare, più che condannare, dobbiamo cercare di fare un
01:28buon uso di questi casi che emergono nella cronaca, queste triste
01:36vicende. Una prima osservazione è che il grosso
01:43dell'assistenza alle persone anziane non autosufficienti oggi nel nostro Paese
01:48ricade prevalentemente sulle figlie. Direi che l'80 e anche più dell'assistenza
01:55a domicilio di anziani non autosufficienti avviene, viene garantita
02:01da una figlia. Allora queste situazioni pongono su un piano, come dire, i
02:11disagi della persona anziana assistita. A volte vengono complicati dalle
02:20fragilità e dai disagi della persona che assiste. Cioè la persona che assiste
02:27spesso si fa carico di un lavoro fisicamente e psichicamente molto forte
02:34e quindi questo sovraccarico di lavoro non è in grado di essere sostenuto da tutti,
02:43crea delle situazioni di disagio. Adesso con questo non voglio giustificare il
02:47comportamento della figlia su cui sta indagando la magistratura e adotterà le
02:53soluzioni del caso, però può essere interessante cercare di capire quanto
02:58situazioni come queste siano legate anche all'organizzazione dei servizi del
03:03territorio e alla carenza dei servizi di assistenza domiciliare, perché spesso le
03:10persone che assistono, i familiari che assistono vengono un po' abbandonati a
03:14se stessi, mentre in realtà hanno bisogno anche loro di periodi di pausa, di riposo.
03:22Chiaro, quello assolutamente, professore, siamo perfettamente d'accordo con lei,
03:27però ecco vorrei approfondire con lei anche un'altra tematica sempre legata a
03:32questo articolo di giornale che abbiamo fatto vedere poco fa, ringrazio la regione
03:36che me lo rimanderà di nuovo in onda. Nel 2018 ASL e comune di Montelibretti
03:41avevano chiesto per la donna una perizia psichiatrica, in realtà mai eseguita.
03:46Dunque le chiedo, è possibile che le strutture non si siano accorte che
03:51questa figlia magari non aveva tutte le potenzialità per badare alla madre
03:55disabile, quindi non si poteva trovare un sistema alternativo? Ecco, nessuno si è
03:59accorto che questa donna di 49 anni aveva dei problemi?
04:03Questo rimane un problema aperto perché il nostro sistema dei servizi purtroppo
04:09non è in grado di esercitare una vigilanza sulla qualità dell'assistenza
04:14garantita a domicilio dai familiari. Il nostro sistema si accontenta di sapere
04:20bene quella perseguita dal famigliare e il caso è chiuso. No, il caso non è
04:26chiuso. Il sistema pubblico dovrebbe anche verificare periodicamente. Stavamo
04:32approfondendo un po' la vicenda terrificante avvenuta qualche giorno fa
04:37a Tivoli dell'anziana trovata senza vita in casa, lasciata morire letteralmente da
04:43sola. Un'anziana che muore distenti, era disabile, non autosufficiente ed era
04:48stata lasciata da sola in casa senza cibo né acqua dalla figlia che aveva
04:53deciso di partire per le vacanze con i figli.
04:56Chiaramente, professor Cianzi, noi non siamo qui per giudicare perché questo è
05:00compito ovviamente delle forze dell'ordine che stanno esaminando il caso.
05:05Però questa vicenda si collega per certi versi anche alla
05:12vicenda di Alessia Pifferi. Lei certamente la ricorderà. La donna che
05:15decide di partire per le vacanze lasciando da sola la figlia di un anno a
05:20casa è chiaramente non autosufficiente. La bambina perde la vita. Questi due
05:24casi, seppur diversi tra di loro, hanno un filo conduttore in comune, cioè
05:30quello del non certo senso di non pensare un po' alle conseguenze. Forse
05:36potremmo dire questo, professore, secondo lei?
05:39Sì, certo. Stiamo assistendo in questo momento a una regressione sul piano
05:49dei livelli di civiltà, nel senso che nella nostra società emerge la
05:56difficoltà a riconoscere la condizione di fragilità e di dipendenza, che non
06:06riguarda soltanto alcune categorie svantaggiate, che possono essere i
06:11bambini o, ad esempio, i grandi anziani e gli anziani non autosufficienti.
06:16Ma il problema qual è? È che tutti noi, dal momento in cui nasciamo, siamo
06:22fragili e dipendenti e lo rimaniamo per tutta la nostra vita. Però non è
06:30facile prendere consapevolezza, farsi carico della nostra fragilità e della
06:37nostra dipendenza. Questo cosa significa che tutti noi, dal momento in cui
06:42nasciamo, abbiamo bisogno degli altri. Noi, anche se faticiamo a riconoscerlo,
06:52perché tutta la nostra società è orientata a esaltare il giovanilismo, a
06:56negare l'invecchiamento, quando i dati ci mostrano molto chiaramente che nella
07:02fase finale della nostra vita ognuno di noi ha di fronte a sé la prospettiva di
07:07vivere 10, 11, 12 anni in condizioni di fragilità fisica e di non
07:15autosufficienza fisica. E quindi noi ci dobbiamo preparare anche a vivere
07:22questa fase della vita e a viverla il più pienamente possibile, anche in
07:28presenza di una salute non più perfetta. Però spetta ad ognuno di noi
07:35anche responsabilizzarsi rispetto a questa cosa. Però qui c'è un problema
07:41anche di ritardo culturale complessivo della nostra società. Bisogna cominciare a
07:46educare le persone fin dall'infanzia ad affrontare e a conoscere queste
07:51situazioni che invece vengono negate, marginalizzate, occultate, nascoste dalla
07:57nostra società. Mentre in realtà noi abbiamo 2 milioni e mezzo di persone
08:03non autosufficiente di cui conosciamo ben poco di quello che riguarda la loro
08:10vita quotidiana. Cioè conosciamo bene i loro bisogni anche se poi non siamo in
08:15grado di creare servizi adeguati a rispondere a questi bisogni di
08:20assistenza. Ma rifiutiamo di stabilire un legame con questa parte della società
08:26perché questo aspetto della vecchiaia tendiamo a rifiutarlo. Ci spaventa un po'
08:32professore forse secondo lei. Ci spaventa arrivare ecco a doverle spaventare.
08:41Le persone vanno in ansia cioè sono spaventate, sovraccaricate di
08:49ansia e che non riescono ad affrontare perché poi il condizionamento sociale le
08:56spingerà per seguire il mantenimento della
09:00giovinezza fino alla fine della vita. Cosa che come dicevo prima non è possibile e
09:07quando uno perde la salute perde l'autosufficienza tende ad essere
09:13colpevolizzato dalla nostra società. Nel senso sei stato tu incapace di farti
09:18capire. Perché noi ti diamo informazioni. Mi chiamo quali farmaci devi
09:24prendere, quale stile di vita devi avere. Se poi tu ti riduci allo stato la colpa di
09:32non autosufficienza la colpa è tua. Mentre in realtà poi sulla situazione di non autosufficienza
09:39influiscono vari altri fattori che sono la cultura, il reddito, l'ampiezza delle
09:45relazioni familiari. Non c'è solo il livello di non autosufficienza fisica.
09:49Dipende in quale contesto tu vivi.
09:53Chiaro. Professore le farò una domanda un pochino più specifica. Lei prima ha parlato di una perdita
09:59progressiva un po' anche di civilizzazione. In sostanza siamo un
10:03popolo che va continuamente di fretta. Dobbiamo fatturare, dobbiamo lavorare,
10:07abbiamo mille impegni. Questa condizione non ci potrebbe portare a
10:13perdere progressivamente la sensibilità? Chiedo questo perché a primo impatto
10:18la comunicare così. Questa situazione ci sta disumanizzando, sta riducendo la
10:28nostra capacità di considerare tutti gli altri indipendentemente dalla loro
10:36nazionalità, dal loro genere. C'è come esseri umani. Gli esseri umani
10:44sono uguali. Hanno dei diritti universali che acquisiscono dal momento in cui nascono e che
10:54non hanno bisogno di essere riconosciuti dagli stati. Quando noi nasciamo entriamo tutti nella
10:59categoria degli esseri umani. Stiamo su un piano di parità con tutti gli altri esseri umani e
11:08dalle relazioni con gli altri esseri umani noi attraverso le relazioni ci sviluppiamo
11:13umanamente. Entrare in relazione con questa fascia di persone che la nostra società tende
11:20ad escludere come non sono sufficienti, a relegare nelle case di riposo o a relegare
11:30anche nelle proprie abitazioni, a considerare che il problema riguardi soltanto la famiglia.
11:35In realtà è un problema umano che riguarda tutti. Ci possono portare alcune di queste persone per
11:50alcune ore alla settimana nelle scuole. Ci sono le scuole intergenerazionali dove alla lezione
11:58possono prendere parte anche alcune persone non autosufficienti. Se tu porti la persona
12:06autosufficiente in una classe crea una situazione di grande arricchimento umano. Ovviamente gli
12:16insegnanti devono fare una preparazione, però cosa costa portare una volta al mese, una volta
12:24alla settimana, periodicamente, un gruppo di anziani, di persone che vivono in totale
12:30isolamento, portarle dentro una classe e ovviamente aprire un dialogo, creare le condizioni perché
12:39i ragazzi comincino a… mentre invece purtroppo si sta diffondendo fra i giovani un forte
12:47atteggiamento di rifiuto nei confronti degli anziani. Mi sembra che in rete emergano
12:57atteggiamenti abbastanza preoccupanti, di agressività e di rifiuto di questa condizione,
13:06questo aspetto della vita umana che obiettivamente è sgradevole, non è facile da accettare,
13:12però è umano, è sempre stato così. Si spera che ci si arrivi, no? Si spera che ci si arrivi
13:20un po' tutti ad arrivare a questa fase dell'età che può essere sgradevole quanto vogliamo,
13:26ma è chiaro che tutti aspiriamo a campare cent'anni, come si dice, no? Certo, perché il
13:31rischio qual è? Di ritornare a considerare questi aspetti dell'umanità come in termini di vita non
13:39degna di essere vissuta, quindi c'è qualcosa che impoverisce l'umano, che è una forma degradata
13:49di umanità che costa e cui costi è ingiustificato sostenere, che quindi autorizzano l'eliminazione,
14:00adesso non dico che si arrivi all'eliminazione, però anche la disattenzione nei confronti di
14:07questa fase di popolazione è un segnale così di rifiuto, è un segno di cancellazione sociale,
14:15per cui quante persone, però adesso non voglio essere troppo pessimista, ne vediamo sempre di
14:22più anche nelle nostre strade, questo è un segno positivo e ne vediamo circolare e grazie anche al
14:28lavoro delle associazioni di volontariato che svolgono un lavoro così encomiabile, però bisogna
14:37creare poi l'altra soluzione, sono i centri sociali per tutte le età che in alcune città
14:42stanno nascendo, in altri città. Effettivamente professore sarebbe una bellissima iniziativa far
14:49unire due generazioni completamente diverse che secondo me possono scambiarsi degli aspetti che
14:57possono davvero arricchire entrambi, perché un bambino piccolo può arricchire tantissimo una
15:01persona anziana e viceversa, ovviamente la persona anziana può arricchire tantissimo il bambino con
15:06la sua esperienza. Professore io voglio ringraziarla davvero di cuore, noi ora siamo
15:11in chiusura, la sua analisi è stata chiarissima e ci ha fornito anche delle riflessioni molto
15:17importanti, quindi grazie davvero per la sua disponibilità. Grazie a voi, scusate. Nessun
15:24problema, abbiamo approfondito comunque il tema e questo è l'importante, grazie davvero professore,
15:29a presto. Ci fermiamo per un brevissimo momento di pausa e torniamo tra pochissimi istanti con
15:37il nostro consueto approfondimento del giovedì insieme alla redazione di Pink Magazine Italia,
15:43tanta storia e anche qualche consiglio in vista di appuntamenti importanti che sono tipicamente estivi.

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