Ha raccontato la sua storia sui social per denunciare una situazione che definisce insostenibile. Chiara Balistreri, 20enne bolognese, oggi teme per la sua incolumità: «Preferisco registrarmi da viva prima che diventi l'ennesimo caso di femminicidio», ha dichiarato su TikTok, piattaforma su cui ha raccolto milioni di visualizzazioni e attirato l’attenzione del pubblico e dei media. La giovane ha subito violenze da parte dell’ex compagno, che ora è nuovamente latitante nonostante fosse stato posto ai domiciliari dopo una lunga fuga all’estero.
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Le minacce e le violenze subite da Chiara Balistreri
Nel suo racconto, Chiara Balistreri descrive anni di violenze e minacce che sono iniziate ben prima della latitanza dell'ex fidanzato. «In questi due anni e mezzo non ha mai smesso di minacciarmi, dicendo che sarebbe tornato per bruciarmi con l’acido o per uccidermi», ha spiegato in un altro video. Dopo essere fuggito all’estero, l’uomo è rientrato in Italia e, grazie a una segnalazione anonima, è stato arrestato a fine settembre. Tuttavia, invece di essere trattenuto in carcere, il giudice ha disposto per lui i domiciliari, una misura che, secondo Chiara, non garantirebbe la sua sicurezza.
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La scelta degli arresti domiciliari contestata
La giovane ha duramente criticato la decisione delle autorità: «Vorrei ringraziare il giudice che ha dato la possibilità a Gabriel di ritornare a casa sua, di farlo scappare per la seconda volta dopo due anni e mezzo di latitanza». La giovane lamenta che, nonostante il tentato omicidio, le violenze fisiche e le lesioni subite, la scelta degli arresti domiciliari non sembra tenere conto dei gravi rischi per la sua incolumità. «Mi chiedo anche se quel giudice avrebbe usato lo stesso metro di misura se io fossi stata sua figlia», ha detto Chiara, evidenziando una diffusa sfiducia nelle istituzioni che dovrebbero proteggere le vittime.
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Il timore costante di Chiara Balistreri
Il timore di Chiara è palpabile nei suoi video, in cui ammette di non sentirsi più libera di vivere normalmente: «Non so come possano aspettarsi che io sia serena nell’andare al lavoro, scendere di casa o vivere una vita normale sapendo che lui è a piede libero». Il suo racconto si fa ancora più amaro quando evidenzia la situazione di incertezza che vive ogni giorno, chiedendosi cosa le riservi il futuro e per quale motivo si debba attendere una tragedia prima di agire concretamente: «Perché in Italia bisogna aspettare la tragedia per fare qualcosa nel giusto modo?».
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Una testimonianza di dolore, una richiesta di giustizia
Il caso di Chiara Balistreri ha rapidamente fatto il giro dei media, venendo ripreso da programmi televisivi come Le Iene e Chi l’ha visto?, oltre che da numerosi quotidiani. La giovane continua a pubblicare aggiornamenti, dichiarando di voler portare avanti la sua testimonianza per evitare che altre donne si trovino nella stessa situazione. Il suo è un grido di allarme che cerca di scuotere la società e richiamare l'attenzione su una giustizia che, come racconta con amarezza, «non protegge le vittime ma concede libertà ai carnefici».
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Le minacce e le violenze subite da Chiara Balistreri
Nel suo racconto, Chiara Balistreri descrive anni di violenze e minacce che sono iniziate ben prima della latitanza dell'ex fidanzato. «In questi due anni e mezzo non ha mai smesso di minacciarmi, dicendo che sarebbe tornato per bruciarmi con l’acido o per uccidermi», ha spiegato in un altro video. Dopo essere fuggito all’estero, l’uomo è rientrato in Italia e, grazie a una segnalazione anonima, è stato arrestato a fine settembre. Tuttavia, invece di essere trattenuto in carcere, il giudice ha disposto per lui i domiciliari, una misura che, secondo Chiara, non garantirebbe la sua sicurezza.
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La scelta degli arresti domiciliari contestata
La giovane ha duramente criticato la decisione delle autorità: «Vorrei ringraziare il giudice che ha dato la possibilità a Gabriel di ritornare a casa sua, di farlo scappare per la seconda volta dopo due anni e mezzo di latitanza». La giovane lamenta che, nonostante il tentato omicidio, le violenze fisiche e le lesioni subite, la scelta degli arresti domiciliari non sembra tenere conto dei gravi rischi per la sua incolumità. «Mi chiedo anche se quel giudice avrebbe usato lo stesso metro di misura se io fossi stata sua figlia», ha detto Chiara, evidenziando una diffusa sfiducia nelle istituzioni che dovrebbero proteggere le vittime.
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Il timore costante di Chiara Balistreri
Il timore di Chiara è palpabile nei suoi video, in cui ammette di non sentirsi più libera di vivere normalmente: «Non so come possano aspettarsi che io sia serena nell’andare al lavoro, scendere di casa o vivere una vita normale sapendo che lui è a piede libero». Il suo racconto si fa ancora più amaro quando evidenzia la situazione di incertezza che vive ogni giorno, chiedendosi cosa le riservi il futuro e per quale motivo si debba attendere una tragedia prima di agire concretamente: «Perché in Italia bisogna aspettare la tragedia per fare qualcosa nel giusto modo?».
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Una testimonianza di dolore, una richiesta di giustizia
Il caso di Chiara Balistreri ha rapidamente fatto il giro dei media, venendo ripreso da programmi televisivi come Le Iene e Chi l’ha visto?, oltre che da numerosi quotidiani. La giovane continua a pubblicare aggiornamenti, dichiarando di voler portare avanti la sua testimonianza per evitare che altre donne si trovino nella stessa situazione. Il suo è un grido di allarme che cerca di scuotere la società e richiamare l'attenzione su una giustizia che, come racconta con amarezza, «non protegge le vittime ma concede libertà ai carnefici».
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NovitàTrascrizione
00:00Il mio ex è scappato degli arresti domiciliari.
00:10Ciao a tutti, sono Chiara e dopo il servizio che è andato in onda domenica sera alle Iene,
00:16ieri notte ho ricevuto una telefonata dalla polizia che mi avvisava che Gabriel è scappato
00:21dagli arresti domiciliari.
00:23Dirvi che sono amareggiata, incazzata, delusa, spaventata e dir poco.
00:29Vorrei ringraziare il giudice che ha dato a Gabriel la possibilità di ritornare a casa sua
00:35con gli arresti domiciliari, di farlo scappare per la seconda volta dopo che si è dichiarato latitante
00:40per due anni e mezzo.
00:42Mi chiedo, mi domando anche, se quel giudice avesse dato la stessa pena a Gabriel
00:48e lo stesso metro di misura se io fossi stata sua figlia.
00:52Io non so che piega prenderà la vicenda, che piega prenderà la mia vita,
00:57non so cosa si aspettano che io faccia e come io possa stare serena nel andare a lavoro,
01:05scendere di casa o comunque condurre una vita normale, sapendo che lui è a piede libero
01:11e che potrei trovarmelo davanti da un momento all'altro.
01:15Mi domando perché in Italia bisogna per forza aspettare la tragedia
01:21per muoversi e per fare qualcosa nel giusto modo.
01:25Preferisco dare la mia testimonianza e parlarne ora e raccontare tutto quello che c'è dietro
01:31a una donna che denuncia a uno stato che non ascolta e che non ci tutela.
01:36E preferisco registrarmi da viva prima che diventi l'ennesimo caso di femminicidio.
01:44Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org