• l’altro ieri
I dati che raccontano come la musica italiana riesca a farsi conoscere in giro per il mondo sono sempre interessanti. Lo sono perché ci permettono di vedere le star di casa nostra in una chiave differente. Ma anche perché danno un maggiore respiro ai brani che siamo abituati a considerare come una nostra esclusiva, tutta italiana. Se è vero che nel 2023 gli artisti italiani più ascoltati su Spotify nel mondo sono stati i Måneskin (e, dopo di loro, MEDUZA e Ludovico Einaudi), ora sono stati resi noti alcuni dati più generali su tutta l'industria discografica. All'ultima Milano Music Week, infatti, il convegno "Musica italiana all'estero: numeri, progetti, prospettive" ha parlato dell'impatto della musica italiana all'estero. Hanno partecipato Tommaso Sacchi (Assessore alla Cultura del Comune di Milano), Matteo Masini (Dirigente dell’Ufficio Beni di Consumo, ICE), Federica Tremolada (General Manager Europe Spotify), Enzo Mazza (CEO Fimi). Ma anche Paolo Franchini (Consigliere di Gestione SIAE), Carlo Parodi (Presidente Assomusica), Bruno Sconocchia (Presidente AssoConcerti) e Andrea Micciché (Presidente Nuovo IMAIE). A moderare l’incontro Nur Al Habash (Direttrice Artistica della Milano Music Week ed esperta di music export).

Una sintesi di quanto comunicato? Secondo i dati IFPI, Deloitte, SIAE, DISMA, GfK raccolti da FIMI «il valore economico della musica in Italia nel 2023 registra un importo totale di 4,323 miliardi di euro». E all'estero? Secondo FIMI «i ricavi dall'export della musica italiana nel 2023 sono stati più di 26 milioni di euro (+20% rispetto al 2022)». E «in soli 4 anni, dal 2020 al 20233, la crescita è di più di 15 milioni di euro (+130%)». Una crescita «guidata dai ricavi digitali». In questo video tutti i dati aggiornati.

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