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Roma, 28 nov. (askanews) - In scena Roma al Teatro Ambra Jovinelli fino all'8 dicembre "Dioggene", pièce teatrale scritta e diretta dal regista e scrittore Giacomo Battiato, con Stefano Fresi. Lo spettacolo diviso in tre parti (tre quadri, tre diverse lingue italiane: volgare toscano, lingua corrente del 21esimo secolo, romanesco), ruota intorno a un unico personaggio: un uomo di umili origini, divenuto attore famoso.

Un romano geniale e ridicolo, sublime e vigliacco: Nemesio Rea, interpretato da Fresi. In ognuno dei tre quadri, apparentemente così diversi tra loro, ci sono gli stessi temi che ruotano: la violenza dei maschi, l'umana stupidità, la guerra, il bisogno di bellezza e d'amore.

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"Dioggene", al Teatro Ambra Jovinelli fino all'8 dicembre
"Stefano Fresi, Oddi, Nemesio Rea, Dioggene e io, Giacomo Battiato, siamo la stessa persona - ha detto il regista - mettere in scena questo triplo monologo che ho scritto per Stefano è puro gaudio, per la sintonia e la reciproca stima che ci sono tra noi due. A ciò si aggiunge il piacere della sfida: tre lingue italiane diverse per ciascuno dei monologhi, tre atmosfere, tre toni, tre stili.

Epica e commedia, sberleffi e crudeltà. Stefano Fresi è un gigante sulla scena. Accanto a lui, ho voluto che ci fosse un solo elemento scenografico, diverso nei tre quadri. Tre armature: un mostruoso spaventapasseri, una specie di ammasso di armature, un bidone dell'immondizia. Tre simboli (paura, morte, rifiuti) in uno spettacolo che, a dispetto della violenza, della rabbia, delle ansie e del dolore trattati, considero un appello alla meraviglia del mondo e della vita". "Dioggene" proseguirà poi in tournée con tappe anche a Novara, Firenze, Massa, Reggio Calabria.

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Trascrizione
00:00Si chiamavano Farinata. Farinata, lo stesso nome di uno potente fiorentino che in Siena stava.
00:05Le labbra mie sfiorava con le polpastrelle suoi de seta.
00:09Violenza, ira, paura, vendetta e dolore.
00:13Questa è la guerra. Così è sempre stata e così sempre sarà. Uomini folli!
00:18È la riga sottile in la mano di Cristiana mia
00:23quando lo primo raggio di lo sole la tocca
00:26ed ella mi carezza il viso.
00:30Non diceva mai parolacce, cosa difficile per una fiorentina,
00:33ma te lo giuro Isabella è una donna supereducata, riservata,
00:36insegna al liceo, macchiavelli, matematica, i suoi studenti la rispettano.
00:40Com'è stato possibile che una donna abituata a calcolare e a misurare tutto
00:47si sia fatta incantare da odesto, da odesto
00:53e mi punta il dito e non riesce a finire quello che vuole dire di me,
00:57a completare il codesto.

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