• ieri
Trascrizione
00:00A me piace definirmi come una persona che ogni giorno cerca di vivere una vita normale
00:06e che ci riesce, sforzandosi e dandosi degli obiettivi.
00:12Io sono nato a Milano, le cose che mi caratterizzano sono che ho vissuto l'infanzia in Libia,
00:22a Benghazi per l'esattezza, dieci anni splendidi.
00:25Mio papà lavorava per i suoi genitori che avevano una società di importazione e esportazione
00:32e aveva fatto degli affari in Libia, era convinto che si potesse puntare sulla Libia, per cui
00:38ha trasferito tutta la famiglia a Benghazi, io avevo due anni, mia sorella era appena
00:43nata e mia madre era incinta di mio fratello, ci ha trasferito in Libia e lì siamo rimasti
00:49dieci anni.
00:50Ricordi della Libia o ricordi del mare?
00:53Eravamo sempre in acqua, tenete presente che la stagione iniziava a febbraio e finiva
00:57a novembre.
00:58Mi ricordo gli amici, otto o nove anni fa abbiamo fatto una rentrée di tutti i bambini
01:05che hanno vissuto in Libia in quel periodo, qui a Milano, Alcabianca, non siamo usciti
01:11da Alcabianca per due giorni, tanto eravamo felici di vederci e avevamo tanto da raccontare,
01:20avevamo una gran voglia, ma poi la cosa che mi è piaciuta di più è stata quando è
01:23arrivato uno, certo Valentino, Carlo, l'organizzatore, mi dice Ricky guarda chi c'è e a me è venuto
01:34quarant'anni dopo di chiamarlo col soprannome che avevo ancora, che era Bufalo, poi lì
01:42a Benghazi non c'erano scuole straniere, c'era la scuola italiana che era organizzata
01:48nel consolato ed era tenuta dalle mamme, l'unica scuola che era organizzata come scuola
01:55era la scuola inglese.
01:56Non ci sei più tornato in Libia?
01:58Almeno no, spero di trovare il motivo perché io ho scritto un libro sulla mia vita e incomincio
02:12con la spiaggia della Libia dove correvamo come dei matti, diciamo che la mia prima formazione
02:19civile è stata lì.
02:20Poi torni in Italia e riambientarti di nuovo da piccolo, insomma, è stato facile oppure?
02:27Un trauma, un trauma perché non potevamo uscire di casa perché era pericolosissimo,
02:34cioè attraversare la strada per noi era un gioco perché noi giocavamo in strada e invece
02:42qui a Milano c'era il traffico, c'erano i tram, c'erano i semafori, noi abitavamo in
02:48un complesso residenziale recintato per cui per me uscire dall'entrata del recinto e andare
02:57soltanto 50 metri a sinistra dal bar a prendere una cicca era un'avventura.
03:02Quindi l'Italia è più pericolosa della Libia per i bambini?
03:07Allora detto così è moniperbole, però vista da questo punto di vista sì.
03:16L'unica cosa che i miei genitori hanno tenuto stabile quando ci siamo trasferiti è stata
03:21la scuola, per cui abbiamo fatto la scuola inglesi, le scuole inglesi le abbiamo fatte
03:30come le facevamo a Giunibia e mio padre si è inventato che dovevo fare anche io il liceo,
03:38per cui a settembre, incominciate le scuole e io mi sono iscritto al liceo.
03:45Il primo liceo dove sono andato, anche qui è stato un trauma perché era sciopero l'autogestione,
03:53quindi tornavo a casa e dicevo papà, qui si fanno cose strane, litigano, discutono
04:00di politica, per me politica è inesistente, cos'è la politica?
04:07Allora mio padre mi ha tirato io da questo liceo per la statale e mi ha iscritto all'Open
04:12Inner, un liceo privato dove ho raddoppiato il trauma perché lì si studiava veramente
04:21e quindi sono riuscito a essere promosso alla fine dell'anno, però diciamo che quell'anno
04:27è stato un anno che se ho superato quell'anno dovevo superare tante cose.
04:34Io a dieci anni mi sono iscritto a un corso di Judo che dopo sei mesi è diventato agonistico,
04:42per cui fino ai ventun anni ho fatto Judo, sono arrivato terzo ai campionati italiani
04:49e il Judo ti inquadra, ti inquadra perché devi essere disciplinatissimo, anche se sei
04:57da solo a combattere è comunque una sfida con te stesso, perché se perdi vuol dire
05:05che l'hai meritato e nel Judo è quasi sempre così.
05:10Era quella la tua strada, l'altra volta ti mi hai detto che, poi ne parliamo più avanti,
05:17però comunque le malattie ti hanno portato a dover rivedere la tua vita, quindi vuol dire
05:21che a vent'anni, a 15, 16, 17 la tua strada che vedevi davanti a te era quella?
05:26Era il Judo, era lo sport?
05:28Era lo sport, io allora facevo Judo, facevo pesistica e corsa per allenarmi, andavo in
05:36Windsor, sciavo come un disperato e la mia vita era quella, lo studente della Bocconi,
05:44Yuppi milanese che aveva la Golf 2, proprio se la tirava, poi effettivamente come ti raccontavo
05:55la vita mi ha avvisato che le cose stavano per cambiare e lì ho dovuto mettere alla prova
06:04tutto quello che mi aveva insegnato il Judo, cioè la disciplina, non arrendersi, se cadi
06:12ti rialzi, perché nel Judo se cadi ti rialzi, devi essere pronto a combattere, non puoi
06:18chiedere all'avversario di tempo, e lì ho dovuto proprio mettere alla prova la mia capacità
06:30nell'affrontare problemi che erano più grossi di me, però fin da subito ho scelto di affrontarli
06:40da solo, il medico della muta mi ha detto, non è un problema di cuore, quindi mi ha
06:52detto che dobbiamo assicurarci che non sia le due cose peggiori, sclerosi mutica e tumore
06:59al cervello. La mia strategia era fare l'esame, non dire niente ai miei, una volta preso il
07:08esame dirglielo, solo che quando sono aperto la porta mi sono trovato davanti tutte e due
07:13e ho detto, avete 800.000 lire che devo fare una risonanza magnetica al cervello, mia mamma
07:20ha cacciato un urlo, mio padre ha detto, Riccardo non fare il pirla, io gli ho detto no ce li
07:25ho bisogno e da lì è partita un'avventura che dura ancora oggi.
07:29Quindi l'ordine, cosa hai scoperto per primo come malattia?
07:34La CIDP.
07:36Che cos'è?
07:38La CIDP è una malattia neurologica degenerativa che funziona così, il sistema, 40 anni fa
07:48non c'era la diagnosi di CIDP, c'era una descrizione dei sintomi perché è una malattia
07:56rara, per cui sono arrivato a scoprire la CIDP a 23 anni. Il vantaggio che poi ho avuto
08:07è che la CIDP ha una progressione lenta.
08:10Tipo per esempio il giù agonistico, l'hai messo da parte fin da subito?
08:15No, quello l'ho messo da parte perché avevo scoperto che ero arrivato terzo dei campionati
08:19italiani, se sono onesto con me stesso dico che non ce n'è.
08:24Possiamo dirlo che non hai digerito il fatto di essere arrivato terzo, volevi arrivare
08:27il primo.
08:28Esatto.
08:29Poi da lì 10 anni di quasi normalità, di seminormalità e poi invece com'è cambiato?
08:36Non c'è stato un momento topico, proprio perché è lenta, per cui io sono stato trascinato
08:44nella malattia quasi con discrezione.
08:50E questo tragitto come l'hai vissuto?
08:52In cosa ti ha accompagnato la malattia?
08:55Che percorso hai intrapreso da quel momento?
08:58Prima di tutto un'accelerazione sulla consapevolezza di chi sono e quindi io ho cominciato a mentalizzarmi
09:14sul fatto che io volevo diventare direttore generale di un'agenzia di pubblicità.
09:21Obiettivo raggiunto perché ho costituito la mia.
09:25Questo obiettivo ce l'avevi prima ancora della malattia?
09:32Sì.
09:33E lì ho cominciato a capire che potevo vivere una vita diversa da quella che avevo immaginato
09:41e ero pronto ad affrontarla come se non avesse una malattia.
09:49Non ho messo la malattia dentro di me, non l'ho fatta diventare un elemento identitario.
09:54Io sono ammalato.
09:56Io ho una malattia, che vuol dire mettere la malattia fuori.
10:00È comunque nel tuo spazio vitale, ti accompagna, ma tu la gestisci con più distacco.
10:06È un accessorio.
10:09Come sono alto 1,87, ho due cani, ho una moglie che mi ha conosciuto che stavo così.
10:19Infatti prima della domanda sulla sfera emotiva volevo chiederti,
10:23si dice spesso, sentiamo spesso dire, la malattia ti cambia, la malattia ti rende migliore,
10:28la malattia ti rende peggiore.
10:31È vero?
10:34No, anche no.
10:36No, no.
10:38Questa è una domanda eccezionale perché ti obbliga a essere sincero.
10:47Io penso di essere migliorato.
10:50Io penso di essere migliorato perché se devo pensare a Ricky dei 23 anni,
10:54con la testa che ho oggi, l'avrei preso a sberle.
10:58Non mi piaceva.
11:06Io me ne sono sempre fregato di come mi guardavano.
11:09Ti dico che una volta stavo andando a un appuntamento con l'investor relations officer
11:16dell'Istituto San Paolo, prima che si fondesse per diventare l'impresa San Paolo,
11:26ed ero in ritardo perché c'era stato un incidente sulla Milano Torino.
11:32Tutte le sale riunioni erano in questo palazzo antico con un corridoio lunghissimo.
11:37Io avevo 40 minuti di ritardo, l'investor relations era nel corridoio con il suo assistente.
11:43Io procedevo camminando appoggiato al mio vadante di allora.
11:49Io ho visto l'investor relations che mi ha guardato come per dire che cazzo sta succedendo.
11:56Io l'ho totalmente ignorato, ho salutato, mi sono presentato,
12:00ho messo il pc sul tavolo delle riunioni, l'ho collegato al monitor
12:05e quindi abbiamo cominciato la riunione.
12:08Dopo due minuti questo mi parlava come se fosse un normale professionista.
12:12Poi arriva Wigled, come arriva, quando arriva, perché arriva e soprattutto dove vuole arrivare?
12:25Allora, Wigled arriva due anni fa, dopo una carriera dove sono riuscito...
12:35Ecco, forse il fatto di essere malato mi ha fatto voler lasciare il segno.
12:46Come si dice, io ho sempre cercato di guardare dove gli altri non guardano
12:50e vedere se negli angoli trovavo qualcosa che desse il quillo.
12:58Ti racconto solo questo episodio.
13:01Lavoravo per l'Associazione Italiana di Soloresi Multipla,
13:06stavamo facendo il loro bilancio sociale
13:11e in una riunione continuavano a dire che uno degli obiettivi dell'associazione
13:16era quello di proteggere i diritti delle persone con soloresi multipla.
13:25Io gli ho detto, no, voi non proteggete i diritti delle persone con soloresi multipla,
13:30voi fate di più, voi li affermate, perché partite prima di sapere che quella persona ha un problema.
13:38Arriviamo a 8-9 anni fa, perché Alessia 8-9 anni fa mi chiama,
13:44lei lavorava già in Altis per il Disability Day,
13:49e mi dice Richi, sono qui con 40 D&I Manager,
13:56perché non vieni qua a raccontare la tua storia di imprenditore con disabilità?
14:01Io sono andato, ho detto le cose che pensavo,
14:05ho sconvolto un po' di D&I Manager
14:12In che modo li hai sconvolti?
14:14Perché gli ho detto che secondo me le persone con disabilità devono
14:19una volta entrati in azienda devono ringraziare l'azienda,
14:24un minimo, perché l'azienda fa un sacrificio,
14:29perché l'alternativa è pagare la sanzione,
14:32per cui devono essere consapevoli di questo,
14:34ma devono anche essere consapevoli della responsabilità
14:37che hanno nei confronti dei loro colleghi con disabilità
14:43che stanno cercando lavoro.
14:45Che tipo di narrazione c'è sulla disabilità al mondo d'oggi,
14:50sia a livello agendale che nel mio lavoro, sia a livello giornalistico?
14:55C'è qualcosa che ti dà fastidio quando senti gli altri parlare di disabilità,
15:01oppure no?
15:04Allora, sì, c'è qualcosa che mi dà fastidio,
15:07mi dà fastidio perché c'è sempre il sospetto
15:10che stiano raccontando delle malattie le aziende.
15:14Allora, mi capita di pensare che un'azienda sia eccellente
15:25e poi incontro due persone che ci lavorano per caso
15:28e mi raccontano quanta fuffa c'è.
15:32Questa è una cosa che mi dà fastidio.
15:34Cioè, le persone che si riempiono la bocca nei convegni
15:37per dire noi siamo, noi siamo, noi siamo,
15:39e poi in effetti non lo fanno.
15:43Dal punto di vista dell'informazione,
15:48l'informazione va a ruota dell'impresa
15:52e si ferma a un certo punto.
15:58Capisco che indagare oltre il punto in cui arriva è complicato,
16:04però alla stampa riconosco che fa da megafono.
16:10Per cui se ne parla, se ne parla a sproposito,
16:14ma l'importante è parlarne.
16:16Per esempio che una persona con disabilità ha raggiunto un obiettivo
16:20e diciamo sottolineare che l'ha fatto nonostante la disabilità,
16:24nonostante la malattia.
16:28Guarda, io adesso mi faccio dei nemici.
16:31Io sono favorevole a che si dicano queste cose.
16:36Io vado a raccontare la mia storia nei convegni
16:40di imprenditore e di consulente,
16:42anche perché quello che voglio dire è
16:44se ce l'ho fatta io,
16:46io non sono un premio nobile,
16:48io sono una persona, come ti dicevo all'inizio,
16:50che cerca tutti i giorni di vivere una vita normale.
16:52Non ti dà fastidio.
16:54Non mi dà fastidio, anzi,
16:56se sei riuscito ad arrivare in cima al Monte Bianco...
16:59E che hai un problema fisico, motorio...
17:01Esatto, è un figo.
17:04È quello di non considerare
17:08che ci sono molte persone con disabilità
17:11che non escono di casa.
17:13Perché?
17:15Perché il mondo è pieno di barriere.
17:18E la prima è quella di farli uscire.
17:23La cosa che mi dà fastidio è che...
17:26Sì, vabbè, lui è disabile.
17:28È una persona con disabilità,
17:30quindi ho usato il termine...
17:32Ecco, guarda, questa è una cosa.
17:34Usare la terminologia giusta
17:36per dire delle cose ovvie.
17:40Io ti faccio questo esempio.
17:43Ero con il vicecampione olimpico di Pecchino
17:47dei 400 misti con una gamba sola.
17:53Un amputato.
17:55E durante questo pranzo
17:57sta raccontando una cosa
18:00e dice, no, perché io da handicappato...
18:03E io dico, Andrea, ferma un attimo.
18:05Handicappato è una parola
18:07a un politico di Corri.
18:09Perché la dici?
18:11Quindi non sei d'accordo con lui?
18:13Sono d'accordo con lui.
18:15Nel politicamente corretto,
18:17le parole che non si possono usare
18:19se poi non vengono trasportate
18:21in un rispetto quotidiano e concreto?
18:23Certo, ma esatto.
18:25Il problema è proprio che lui si sta
18:27spostando il termine del problema
18:30dalla sostanza all'apparenza.
18:32Allora, ho detto, bene,
18:34chiamiamo le donne
18:38in termini politicamente corretti.
18:41Poi le uccidiamo, ma almeno
18:43le abbiamo uccise con l'educazione.
18:45Si utilizzano determinate tematiche
18:47anche politicamente parlando,
18:49soprattutto politicamente parlando,
18:51come bandiere, ma rimangono tali.
18:53Ti faccio un discorso politico?
18:55Sì.
18:57Allora, ci sono 4 milioni
18:59di persone con difficoltà motori in Italia.
19:014 milioni.
19:03Se tu applichi
19:05un moltiplicatore che è stato studiato
19:07da Deloitte a ogni persona
19:09con disabilità o di difficoltà motori,
19:13ci sono 2,3 persone
19:15intorno a ogni persona con disabilità.
19:17Quindi vuol dire che da 4 diventano
19:1912 milioni.
19:21Se tu fai il partito delle persone con disabilità,
19:23hai il primo partito d'Italia.
19:25Quello che i politici non si rendono conto
19:28è che il bacino è a loro disposizione
19:30se li risolvi i problemi.
19:32Nessuno parla a voi?
19:34Non vi sentite rappresentati?
19:36No, assolutamente.
19:40Noi abbiamo mappato
19:42quasi metà di Milano.
19:44Abbiamo una chiavina
19:46con le coordinate
19:48di ogni barriera architettonica.
19:52Le vogliamo regalare al Comune?
19:58Non abbiamo risposta.
20:00Non avete risposta?
20:04Allora utilizziamo questa intervista
20:06per lanciare un appello al Comune di Milano.
20:08A tutti i Comuni.
20:10A tutti i Comuni d'Italia
20:12perché nel 1987
20:14è stata parata una legge
20:18di un provvedimento che si chiama FIBA
20:20Piano, Eliminazione e Barriere Architettoniche.
20:22Nell'87
20:24a oggi solo l'8% dei Comuni italiani
20:27ha attivato il proprio piano PEBA.
20:29Milano è tra quelli?
20:31Sì.
20:37Non tutto questo 8%
20:39l'ha eseguito.
20:41L'ha progettato senza implementarlo.
20:45Sono tutti Comuni italiani.
20:49Le cose sono migliorate.
20:51Stanno migliorando lentamente.
20:53Ma ci sono comunque
20:55tantissimi
20:57limiti.
20:59Ti faccio questo esempio.
21:01Quando gli Stati Uniti sono arrivati sulla Luna
21:03sei anni prima
21:05John Fitzgerald Kennedy
21:07all'Università di San Antonio
21:09mi pare, aveva fatto un discorso
21:11dicendo
21:13noi andremo sulla Luna
21:15perché noi americani vogliamo dimostrare
21:17di essere coraggiosi
21:19di avere idee
21:22di avere capacità tecnologica per arrivarci.
21:24Il Presidente degli Stati Uniti
21:26ha espresso
21:28la volontà politica di raggiungere quell'obiettivo.
21:30Se ci fosse
21:32la volontà politica
21:34di classificare le persone con disabilità
21:36come delle persone
21:38allora si potrebbe fare qualcosa.
21:40Tieni conto che a Milano
21:42ci sono 195.000 persone
21:44con difficoltà motorne.
21:46Quali sono i voti?
21:48Attualmente non si può sapere
21:50chi hanno votato
21:52ma se non sono rappresentati sono voti persi.
21:56Stai pensando di buttarti in politica domani?
21:58Guarda ogni tanto
22:00ogni tanto mi viene
22:02il sghiribizzo
22:04come si dice.
22:06Anche perché ho fatto politica
22:08ambientale
22:10in Sicilia quando ho lavorato
22:12per il servizio idrico integrato
22:15e in realtà
22:17sul territorio facevo politica.
22:19Come insegnano i più grandi
22:21la politica è tutto
22:23anche quello che fai in materia di disabilità lo è.

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