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Le vite di due amici siciliani di Corleone si divaricano: l'uno, Michele Labruzzo, diventa irreprensibile sindacalista che capeggia i contadini nelle loro rivendicazioni e nella conquista delle terre, l'altro, Vito Gargano, spinto dall'ambizione a emergere, segue, invece, la strada mafiosa di Don Giusto Provenzano. Quest'ultimo, chiede a Vito di uccidere Michele, che accetta e diviene uomo di fiducia del boss. Nel frattempo Gargano sposa Rosa Accordino, la fidanzata di Michele.

Vito si circonda di persone fidate: uomini armati, uomini potenti legati alla politica come l'avvocato Natale Calia, uomini abili e competenti come il ragioniere Biagio Lo Cascio.

Vito è talmente privo di scrupoli che arriva a tradire e uccidere Provenzano per prenderne il posto. Raggiunge così, una tale potenza da suscitare timori nei vari ambienti.

Viene così denunciato e processato per una serie di sequestri di persona, ma viene assolto, con formula piena, grazie alla testimonianza del ragioniere Lo Cascio e all'abilità dell'avvocato Calia, che riesce a far sparire alcuni documenti compromettenti legati alle attività di una delle società di Vito.

L'uomo, ormai si sente sicuro e senza freni, quando i giudici riescono a far spiccare un secondo ordine di cattura per una serie di altre attività illecite di Vito.

A questo punto viene consigliato da Calia, che comincia ad avere le mani legate, di fuggire e nascondersi. Ma nel suo rifugio, un appartamento in condominio viene raggiunto, prima dei poliziotti, da uno sconosciuto killer che lo uccide sotto gli occhi della moglie e del piccolo figlioletto.

In realtà il killer è l'ex braccio destro Carmelo che, in una sequenza precedente, apprende all'aeroporto da Calia, che avrebbe dovuto eliminare l'amico e si mette le mani giunte sul viso in segno di disperazione per l'atto che dovrà commettere.