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Regia: Ruggero Deodato
Paese: Italia
Genere: Horror - Avventura
Interpreti: Robert Kerman: Harold Monroe; Francesca Ciardi: Shanda Tomaso; Perry Pirkanen: Jack Anders; Luca Barbareschi: Mark Williams; Salvatore Basile: Chaco; Ricardo Fuentes: Miguel; Gabriel Yorke: Alan Yates; Paolo Paoloni: dirigente televisivo; Lionello Pio Di Savoia: dirigente televisivo; Enrico Papa: giornalista televisivo


TRAMA: Un gruppo di giornalisti parte per la foresta amazzonica per girare un documentario sulle tribù che vi abitano. Dopo alcuni mesi, dei quattro si perde ogni traccia. Il professor Harold Monroe, antropologo, è incaricato di ritrovarli...


NOTE: È uno dei più famosi e controversi film del genere cannibal, molto in voga in quegli anni. Alla sua uscita generò subito grandi polemiche, per le uccisioni di animali rappresentate sullo schermo (giudicate da molti autentiche) e per l'impressionante realismo delle sue scene. Venne per questo additato come snuff movie e fu intentata una causa contro il regista. Il film rafforzò la fama di Deodato come autore estremo, dopo il precedente Ultimo Mondo Cannibale, e gli valse l'appellativo di Monsieur Cannibal, datogli dai francesi. Nonostante le controversie, Cannibal Holocaust è considerato da molti un'interessante e cruda analisi della società contemporanea, nonché un lucido atto d'accusa contro i mass media. È stato il primo vero film horror a sfruttare la tecnica del "found footage", ovvero l'utilizzo di alcune scene filmate attraverso una cinepresa amatoriale che segue i protagonisti nel loro viaggio. Il film è diviso in due parti: The Last Road to Hell, che riguarda le ricerche del professor Monroe, è stata girata in 35 mm, mentre The Green Inferno, che riguarda i quattro reporter, è stata girata in 16 mm, con la pellicola graffiata e un uso costante della macchina a mano, per dare la sensazione del vero filmato non professionale. Deodato ha affermato: «Ci misi una cura maniacale in quel film perché tutto fosse perfetto, ho strisciato addirittura la pellicola per rendere il tutto più veritiero». Al termine del film, prima dei titoli di coda, appare una scritta enigmatica: «Il proiezionista Billy K. Kirov è stato condannato a due mesi di reclusione con la condizionale e al pagamento di una multa di 10.000 dollari per sottrazione di materiale cinematografico. Noi sappiamo che per quel materiale ne ha ricevuti 250.000». In realtà l'episodio era stato inventato dal regista, per accrescere la sensazione di realismo del film. Il 12 marzo 1980, a seguito della denuncia di un cittadino, il film fu sequestrato su tutto il territorio nazionale, sulla base di una vecchia legge fascista contro la tortura delle cavie. La pellicola venne accusata di essere «opera contraria al buon costume e alla morale». La Corte di cassazione, in ultimo grado, riabilitò il film, che poté tornare nelle sale solo nel maggio 1984, senza più tagli, nella versione originale.

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