• mese scorso
Sami Modiano ha presentato il suo libro «Così siamo diventati fratelli. L’amicizia che salvò Sami e Piero», scritto insieme a Marco Caviglia, al Teatro Argentina di Roma, davanti a un pubblico di giovanissimi. Sami Modiano, uno degli utimi sopravvissuti alle deportazioni della Shoah,  ha condiviso la sua toccante esperienza  raccontando anche il momento commovente in cui ha detto addio a suo padre, l'ultimo membro della sua famiglia rimasto ancora in vita, nell'orrore del campo di Birkenau.Sami Modiano, nato a Rodi il 18 luglio 1930, è uno dei pochi sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e si è impegnato attivamente come testimone della Shoah. Durante la sua infanzia, mentre frequentava la scuola elementare a Rodi, sotto il controllo italiano, fu costretto ad abbandonare gli studi a causa delle leggi razziali.Dopo l'occupazione tedesca dell'isola nel settembre 1943, Modiano e la sua famiglia furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau nel luglio del 1944. La sua vita cambiò radicalmente grazie all'incoraggiamento e al supporto del "fratello" Piero Terracina. Dal 2005, Modiano ha intrapreso un instancabile percorso di testimonianza, partecipando a viaggi della memoria e contribuendo alla sensibilizzazione contro ogni forma di odio razziale attraverso incontri nelle scuole e conferenze.Nel corso degli anni, Sami Modiano è stato insignito di numerosi riconoscimenti per il suo impegno nella diffusione della memoria storica. Nel 2020, è stato nominato Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. La presentazione del suo libro ha offerto ai giovani presenti l'opportunità di ascoltare una testimonianza diretta e profonda, sottolineando l'importanza di mantenere viva la memoria storica per le future generazioni.

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Trascrizione
00:00Io non sono una persona come voi, io sono diverso, sono diverso, noi tutti che siamo
00:08usciti da Birkenau cerchiamo di essere come voi, ma non potremmo mai, mai essere come
00:16voi. Siamo ancora là, e non essere creduti è un dolore tremendo. Ma poi dopo tanta insistenza
00:29non volevo demoralizzare mio fratello, gli ho detto Piero sì va bene, andiamo, faccio
00:38un viaggio solo, e se avrò dei riscontri positivi vedremo. Così che insieme a mia
00:48moglie abbiamo nel 2005, organizzato da Veltroni con 300 ragazzi, avevo Emanuele Di Porto,
01:01avevo qualcuno della comunità, non mi ricordo più, ma quando siamo arrivati a Birkenau
01:13erano passati 60 anni, non ci crederete? No, è una cosa incredibile. Io ho rivisto mio papà,
01:37io ho rivisto tutta la scena. Il messaggio che do a questi ragazzi è lo stesso messaggio
01:54che mi ha dato mio papà a me, prima di lasciarmi. Quando nel mese di settembre mio papà aveva
02:12deciso di fare la finita, aveva già perso sua figlia, la sua coccolata, e quando sono andato
02:23a trovarlo nella baracca numero 15 mi disse rimani un pochettino con me. Era una frase che
02:36lui non la diceva mai in questo poco tempo, in questo poco spazio. Lui mi diceva sempre vai
02:44Sami a riposarti perché domani ti aspetta una giornata dura di lavoro. E quel giorno gli disse
02:55sì papà. Era una frase diversa, sono rimasto con lui, mi guardava, non parlava. E poi sono stato io
03:08a chiedermi mio papà vuoi dirmi qualche cosa? Avvicinati. Io mi sono avvicinato, mi disse domani
03:26non venire a cercarmi perché non ci sarò. E io gli dissi perché non ci sarai? Ti hanno trasferito
03:38in un'altra baracca, succedeva spesso con i tedeschi. No no no no, non sto bene e mi presento
03:47all'ambulatorio. Ma c'era il passaparola, sapevamo che cosa significa andare all'ambulatorio. Io l'ho
04:00pregato, sapevo e lui sapeva. Mi sono messo in ginocchio, gli ho detto no papà non farlo. Era
04:09l'unica cosa che avevo ancora, non volevo perderlo. Ma lui era deciso. Poi mi diede la sua benedizione
04:20e poi mi puntò il dito. Tieni duro Sami, tu ce la devi fare. Vedete ragazzi, un domani avrete
04:39dei problemi, ma non bisogna demoralizzarvi. Queste parole di papà, tieni duro Sami,
04:49non mi sono servite soltanto per Birkenau, mi sono servite anche dopo, perché dopo ero solo
05:00al mondo, solo al mondo nel 1945. Dunque anche voi un domani avrete delle difficoltà, ma non
05:14bisogna abbandonarsi, bisogna tenere duro e andare avanti. Questa è la speranza che io cerco di
05:28darvi a voi ragazzi. E ve lo do, vi accio, perché io non vi vedo chiaro, ma vorrei abbracciarvi a tutti
06:28Io non sono una persona come voi, io sono diverso, sono diverso. Noi tutti che siamo usciti da
06:48Birkenau cerchiamo di essere come voi, ma non potremo mai, mai essere come voi. Siamo ancora
06:58là e non essere creduti è un dolore tremendo. Ma poi dopo tanta esistenza non volevo demoralizzare
07:11mio fratello, gli ho detto Piero sì va bene, andiamo. Faccio un viaggio solo e se avrò dei
07:21riscontri positivi vedremo. Così che insieme a mia moglie abbiamo nel 2005, organizzato da
07:34Veltroni con 300 ragazzi, avevo Emanuele Di Porto, avevo qualcuno della comunità, non mi ricordo
07:43più, ma quando siamo arrivati a Birkenau, erano passati 60 anni, non ci crederete? No,
08:13è una cosa incredibile. Io ho rivisto mio papà, io ho rivisto tutta la scena.

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