Prima tracimazione dell’anno a Ridracoli, frazione del comune di Bagno di Romagna, nel Forlivese, dove è situata la grande diga che serve l’acquedotto della Romagna. Una tracimazione avvenuta nel tardo pomeriggio di domenica 26 gennaio, in anticipo rispetto a quanto ci si attendeva: di solito la diga tracima a partire dal mese di marzo. Come sempre in Romagna l’evento è accolto come una buona notizia: quando si riempie (anche senza tracimare) attenua gli effetti degli evidenti cambiamenti climatici in atto, che provocano in gran parte del Paese lunghi periodi di siccità che creano disagi soprattutto in estate. Il bacino raggiunge cinquanta comuni nelle tre Provincie di Forlì – Cesena, Rimini e Ravenna. Vanta una capacità di riempimento pari a 33 milioni di metri cubi d’acqua. Come detto il 50 per cento del fabbisogno di acqua della Romagna dipende da Ridracoli, l’altro 50 dalle falde e dai pozzi, soprattutto nel Riminese, mentre nel Ravennate l’approvvigionamento è garantito in parte dal fiume Lamone, dal canale emiliano romagnolo (collegato con il fiume Po) e dal Reno. In totale, il fabbisogno di acqua è pari a 110 milioni di metri cubi. Negli ultimi anni sono stati registrati record negativi e positivi. Nell’anno delle alluvioni, il 2023, la diga tracimò ben quattro volte mentre lo scorso anno gli sfori furono addirittura sei. E pensare che nell’ultimo decennio la diga aveva tracimato più di una volta nello stesso anno solo nel 2019 e nel 2020. Il 2022 fu segnato dal record negativo segnato dalla siccità estrema di quell’anno: zero tracimazioni. Nel 2025 il nuovo record con una tracimazione avvenuta nel primo mese dell’anno. (Testo di Enea Conti)
Categoria
🗞
NovitàTrascrizione
00:00Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
00:30Amara.org