Alla Paris Fashion Week, la collezione Dior Haute Couture Primavera-Estate 2025, firmata da Maria Grazia Chiuri, ha incantato il pubblico con un défilé che sfida i confini del tempo. È una narrazione visiva che intreccia passato e presente, dove la moda diventa specchio di trasformazioni e un gioco creativo capace di evocare emozioni profonde. Tra crinoline che ondeggiano e corsetti trasparenti, Dior ha offerto un'esperienza onirica e raffinata, accompagnata da un messaggio di celebrazione del processo creativo.
[idgallery id="2361917" title="Paris Haute Couture AI 2024/25, il best of beauty della stagione"]
Sfilata Dior haute couture: l'ispirazione arriva dal passato
Maria Grazia Chiuri ha tratto ispirazione dalla storica linea Trapèze di Yves Saint Laurent, la sua prima collezione per Dior nel 1958. Questo ritorno alle origini si è trasformato in una celebrazione della libertà creativa, reinterpretando abiti che liberano il corpo. Accanto a questa ispirazione, il surrealismo ha giocato un ruolo centrale, con riferimenti all’arte di Leonor Fini e Dorothea Tanning e all’immaginario di Alice nel Paese delle Meraviglie. «L’infanzia va riguardata perché è una parte formativa della nostra esistenza», ha spiegato la stilista, suggerendo come l’arte e la memoria possano guidare la moda verso nuove narrazioni.
La crinolina protagonista di una rivoluzione
Elemento cardine della collezione, la crinolina si è rivelata un sorprendente vivaio di possibilità creative. Maria Grazia Chiuri ha ribaltato la sua funzione di supporto invisibile, portandola al centro dell’attenzione. Le ampie gonne erano impreziosite da fili fluttuanti, ricami floreali e materiali inusuali come rafia, paglia e crine di cavallo. Trasparenze e strutture interne, invece di celarsi, vengono celebrate, in un dialogo tra leggerezza e forza.
Dior haute couture, femminilità rococò
La collezione ha esplorato silhouette audaci, mescolando elementi come gonne a palloncino, pantaloni alla zuava e maniche a sbuffo, evocando lo stile rococò. Tra i capi più iconici, un frac aderente abbinato a una gonnellina ispirata alla linea Cigale di Christian Dior, e un cappotto a campana in faille beige, che reinterpreta la linea Trapèze. La maestria artigianale degli atelier si è espressa in pannelli tessili ricamati, realizzati in collaborazione con l’artista indiana Rithika Merchant, trasformando il défilé in una mostra immersiva.
Un omaggio al processo creativo
«Quello che vogliamo celebrare è il processo dell’haute couture, ed è anche la parte che mi piace di più», ha affermato Chiuri. La collezione si è rivelata un omaggio al lavoro collettivo, dove ogni dettaglio è frutto di un gioco corale tra artigiani e designer. Questa gioia creativa si riflette nella leggerezza delle piume in organza e nei ricami tridimensionali che brillano come gioielli.
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Sfilata Dior haute couture: l'ispirazione arriva dal passato
Maria Grazia Chiuri ha tratto ispirazione dalla storica linea Trapèze di Yves Saint Laurent, la sua prima collezione per Dior nel 1958. Questo ritorno alle origini si è trasformato in una celebrazione della libertà creativa, reinterpretando abiti che liberano il corpo. Accanto a questa ispirazione, il surrealismo ha giocato un ruolo centrale, con riferimenti all’arte di Leonor Fini e Dorothea Tanning e all’immaginario di Alice nel Paese delle Meraviglie. «L’infanzia va riguardata perché è una parte formativa della nostra esistenza», ha spiegato la stilista, suggerendo come l’arte e la memoria possano guidare la moda verso nuove narrazioni.
La crinolina protagonista di una rivoluzione
Elemento cardine della collezione, la crinolina si è rivelata un sorprendente vivaio di possibilità creative. Maria Grazia Chiuri ha ribaltato la sua funzione di supporto invisibile, portandola al centro dell’attenzione. Le ampie gonne erano impreziosite da fili fluttuanti, ricami floreali e materiali inusuali come rafia, paglia e crine di cavallo. Trasparenze e strutture interne, invece di celarsi, vengono celebrate, in un dialogo tra leggerezza e forza.
Dior haute couture, femminilità rococò
La collezione ha esplorato silhouette audaci, mescolando elementi come gonne a palloncino, pantaloni alla zuava e maniche a sbuffo, evocando lo stile rococò. Tra i capi più iconici, un frac aderente abbinato a una gonnellina ispirata alla linea Cigale di Christian Dior, e un cappotto a campana in faille beige, che reinterpreta la linea Trapèze. La maestria artigianale degli atelier si è espressa in pannelli tessili ricamati, realizzati in collaborazione con l’artista indiana Rithika Merchant, trasformando il défilé in una mostra immersiva.
Un omaggio al processo creativo
«Quello che vogliamo celebrare è il processo dell’haute couture, ed è anche la parte che mi piace di più», ha affermato Chiuri. La collezione si è rivelata un omaggio al lavoro collettivo, dove ogni dettaglio è frutto di un gioco corale tra artigiani e designer. Questa gioia creativa si riflette nella leggerezza delle piume in organza e nei ricami tridimensionali che brillano come gioielli.
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