Nella sua video rubrica, «Palomar», Antonio Polito evidenzia una contraddizione tra una recente dichiarazione di Daniela Santanchè e uno dei postulati fondamentali della riforma del premierato tanto voluta dal governo e dalla premier Giorgia Meloni in testa: «Con quella riforma costituzionale non sarebbe lei a decidere se può fare al tempo stessa la ministra e l’imputata, ma Meloni». Il potere di revoca dei ministri distingue un presidente del Consiglio all’italiana – un primus inter pares – da un premier inglese o da un presidente americano: «Giorgia Meloni è una leader più forte di numerosi predecessori – continua – Ciononostante, non può cambiare con un tratto di penna uno o più ministri. Figuriamoci se si trattasse di un ministro leghista o di Forza Italia». Una forzatura potrebbe perfino rischiare una crisi di governo: «Non vorremmo però che Giorgia Meloni si nascondesse dietro questa ambiguità: ha abbastanza forza politica per costringere Santanchè alle dimissioni. Se lo volesse davvero».
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NovitàTrascrizione
00:00Forse Daniela Santanché non se n'è accorta nella foga della sua legittima autodifesa,
00:09ma quando ha dichiarato ai giornalisti che spetta a lei valutare se può fare contemporaneamente
00:15la ministra del turismo e l'imputata in un processo per reati finanziari, si è di fatto
00:20dichiarata contro la riforma costituzionale del premierato.
00:26In quella legge, infatti, che Giorgia Meloni ha definito la madre di tutte le riforme,
00:31anche se di recente sembra essere rimasta un po' orfana, si stabilisce che il premier ha
00:37il potere di revoca dei ministri. E non è un dettaglio da poco, perché è un potere che
00:43distingue un presidente del Consiglio all'italiana, che è solo un primus inter pares, da un premier
00:51all'inglese o da un presidente all'americana. Giorgia Meloni è una leader anche più forte
00:57di numerosi suoi predecessori a capo di governi di coalizione. Ciò nonostante non può cambiare
01:03con un tratto di penna dalla sera alla mattina a uno o più ministri, come invece fanno regolarmente
01:09il premier britannico o il presidente statunitense. Deve muoversi con prudenza
01:15perfino quando si tratta di un esponente del suo stesso partito. Figuriamoci che cosa sarebbe se
01:22si trattasse di un ministro leghista o di Forza Italia. Una forzatura potrebbe perfino rischiare
01:28una crisi di governo. Non vorremmo però che Giorgia Meloni si nascondesse ora dietro questa
01:33ambiguità. Pur non avendo ancora quel potere di revoca che vuole, che ha inserito nella riforma,
01:40ha già abbastanza forza politica per costringere Daniela Santanchiali a dimissioni se lo volesse
01:48davvero. Insomma è già una premia abbastanza forte da doverci dire che cosa pensa di questa
01:54vicenda. Spetta a lei o alla ministra a decidere?