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Per una giornata la distilleria della famiglia Nonino, che a settembre accoglie le vinacce, lavorate ancora fresche e di notte, diventa la sede di incontri di grandissimo livello che abbracciano il mondo agroalimentare, della letteratura, della musica, della danza e di tutte le espressioni delle arti. Ma per la prima volta, sabato 25 gennaio, al premio Nonino, giunto al traguardo del mezzo secolo, mancava il patriarca Benito, l’imprenditore visionario che, con la moglie Giannola, emozionatissima sul palco, ha fondato tutto questo. Benito Nonino si è spento dopo una lunga malattia la scorsa estate. A lui è stato dedicato un documentario fatto di immagini, spezzoni di video e vecchie interviste, che ha raccolto la standing ovation dei 450 invitati alla cerimonia, trasmessa in diretta sui canali social dell’azienda. Giannola Nonino ricorda che cosa è rimasto dello spirito del premio.

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Trascrizione
00:00Giannola Nonino, il significato di questi 50 anni del premio Nonino, che cosa è rimasto 50 anni dopo dell'idea che avete avuto voi con Veneto?
00:10Una gioia enorme, perché eravamo determinati quando l'abbiamo creato a favore per sottolineare la permanente attualità della civiltà contadina,
00:24per salvare i vitigni che purtroppo i politici di allora, i migliori autofoni avevano dimenticato e avevano dovuto chiedere l'autorizzazione alla coltivazione e alla comunità europea,
00:37altrimenti non c'era niente da fare. E poi via via, dal premio tecnico, al premio reterario, al premio internazionale,
00:46penso sia, credalo più bello, l'eredità più bella che lasciamo alle nostre figlie e ai nostri figli, perché il premio ci ha dato la possibilità di avvicinare, di conoscere,
00:57di stare con persone meravigliose che mai avremmo pensato di poter avvicinare e devo dire che ho notato che più in alto sono e più semplici sono.
01:09E siamo rimasti amici, e poi è venuto l'occasione del giorno, l'unico vincitore avrà amato ancora la sera, e mi manca molto.

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