Disincanto – Storie della Televisione è un cortometraggio realizzato interamente con materiali di repertorio.
Il soggetto prende spunto dall’atto unico di Samuel Beckett L’ultimo Nastro di Krapp e, partendo da Torino, dove la televisione italiana è nata negli anni del boom economico e dell’immigrazione dal sud al nord, si sviluppa seguendo la soggettiva del protagonista attraverso materiali di repertorio.
Frammenti di film, programmi televisivi, contributi di notiziari, documentari e così via, da cui si isolano oggetti, paesaggi, persone, storie. Parole e sguardi, memorie visive archiviate su nastri e pellicole che il protagonista utilizza per ripercorrere la propria storia che è quella di chi era un bambino e ha immaginato il proprio futuro negli anni cinquanta e sessanta. Così che la trama si sviluppa per concatenamenti, come se non ci fosse una linea di confine tra prima e dopo, tra paesaggio interiore e paesaggio esterno. Come se l’identità e l’epica di quegli anni, fatta di rapporti e di vissuto, fosse perennemente in collegamento con l’oggi in un unico tempo presente che contiene le tracce minime del legame inattuale, labile e però profondo che unisce le generazioni nel tempo.
Il soggetto prende spunto dall’atto unico di Samuel Beckett L’ultimo Nastro di Krapp e, partendo da Torino, dove la televisione italiana è nata negli anni del boom economico e dell’immigrazione dal sud al nord, si sviluppa seguendo la soggettiva del protagonista attraverso materiali di repertorio.
Frammenti di film, programmi televisivi, contributi di notiziari, documentari e così via, da cui si isolano oggetti, paesaggi, persone, storie. Parole e sguardi, memorie visive archiviate su nastri e pellicole che il protagonista utilizza per ripercorrere la propria storia che è quella di chi era un bambino e ha immaginato il proprio futuro negli anni cinquanta e sessanta. Così che la trama si sviluppa per concatenamenti, come se non ci fosse una linea di confine tra prima e dopo, tra paesaggio interiore e paesaggio esterno. Come se l’identità e l’epica di quegli anni, fatta di rapporti e di vissuto, fosse perennemente in collegamento con l’oggi in un unico tempo presente che contiene le tracce minime del legame inattuale, labile e però profondo che unisce le generazioni nel tempo.
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Cortometraggi