Nel salotto di Che tempo che fa, Pupi Avati si racconta con straordinaria sincerità, parlando del suo ultimo film, L’orto americano, e del rapporto con la vecchiaia. «La trama riguarda molto me stesso. È il primo film che entra veramente nella parte più segreta e intima di me stesso. Nel senso che io svelo cose che neppure i miei figli e mia moglie sapevano».
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Pupi Avati e il "rosario dei morti"
Poi, con voce intensa, confida il suo rituale notturno: «Io tutte le sere, prima di addormentarmi, in questa età quarta-quinta-sesta-ultima della vita, che è la vecchiaia, per lenire e tacitare questa angoscia, come faccio? Apro il computer e ho un elenco di nomi: sono tutte le persone che mi sono state vicine nella vita, mio padre, mia madre… in campagna si chiama il rosario dei morti». Un gesto semplice e struggente, che diventa il suo modo di affrontare il tempo che passa, un legame profondo con chi non c’è più e un rifugio contro la solitudine.
[idarticle id="1984686,2348567" title="Pupi Avati porta ''Dante'' e Beatrice al cinema: «L’amore che passa dal dolore rende meravigliosamente fragili»,Invecchiare in salute: che cos'è l'epigenetica e come influisce sulla longevità"]
L'appello al pubblico: «Ho perso 780 euro. Se qualcuno li ha trovati mi telefoni»
Ma l’intervista ha avuto anche un momento inaspettato: Avati ha lanciato un singolare appello al pubblico del Nove, raccontando di aver perso 780 euro in contanti che teneva in una molletta: «Se qualcuno li ha trovati, mi telefoni», ha detto con il candore che lo contraddistingue. Un episodio che ha suscitato l’ilarità di Fabio Fazio e degli spettatori, con il conduttore che ha ironizzato sulla possibilità di ritrovarli. Ma il regista ha insistito: «Con quei 780 euro dovevo comprarmi una giacca... ». Un dettaglio che, tra il serio e il faceto, ha reso il momento ancora più surreale e affettuosamente malinconico, restituendo l’immagine di un uomo capace di prendersi in giro, senza perdere mai la sua profonda autenticità.
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Pupi Avati e il "rosario dei morti"
Poi, con voce intensa, confida il suo rituale notturno: «Io tutte le sere, prima di addormentarmi, in questa età quarta-quinta-sesta-ultima della vita, che è la vecchiaia, per lenire e tacitare questa angoscia, come faccio? Apro il computer e ho un elenco di nomi: sono tutte le persone che mi sono state vicine nella vita, mio padre, mia madre… in campagna si chiama il rosario dei morti». Un gesto semplice e struggente, che diventa il suo modo di affrontare il tempo che passa, un legame profondo con chi non c’è più e un rifugio contro la solitudine.
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L'appello al pubblico: «Ho perso 780 euro. Se qualcuno li ha trovati mi telefoni»
Ma l’intervista ha avuto anche un momento inaspettato: Avati ha lanciato un singolare appello al pubblico del Nove, raccontando di aver perso 780 euro in contanti che teneva in una molletta: «Se qualcuno li ha trovati, mi telefoni», ha detto con il candore che lo contraddistingue. Un episodio che ha suscitato l’ilarità di Fabio Fazio e degli spettatori, con il conduttore che ha ironizzato sulla possibilità di ritrovarli. Ma il regista ha insistito: «Con quei 780 euro dovevo comprarmi una giacca... ». Un dettaglio che, tra il serio e il faceto, ha reso il momento ancora più surreale e affettuosamente malinconico, restituendo l’immagine di un uomo capace di prendersi in giro, senza perdere mai la sua profonda autenticità.
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00:00Si, la trama riguarda molto me stesso, cioè il primo film veramente che entra nella parte più segreta e più intima di me stesso, nel senso che io disvelo qualche cosa che neppure i miei figli e i miei amori sapevano che io tutte le sere, prima di addormentarmi, in questa età quarta, quinta, sesta, ultima comunque della vita che è la vecchiaia,
00:27per lenire, per tacitare questa angoscia, come faccio? In comincio apro il computer e c'è un elenco di nomi, sono tutte le persone che mi sono state vicine nella vita, mio padre, mia madre, i miei amici di casa.
00:45Invece di preghiera insomma, reciti i nomi.
00:47Si chiamano in campagna i rosari dei morti.