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"C'è un soffio di vita soltanto" è l'intenso docufilm di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, che, presentato in anteprima all'ultima edizione del Torino Film Festival, e realizzato quasi interamente durante la Pandemia, racconta l’emozionante e singolare storia di Lucy, la donna transessuale più anziana d’Italia.

Tra le pochissime sopravvissute al campo di concentramento di Dachau ancora in vita, è testimone diretta di uno dei momenti più bui e tragici della storia del Novecento.

Il documentario racconta un pezzo di storia italiana (e non solo) attraverso gli occhi di una persona che, come tante allora, è stata costretta a guardare l'orrore, ma ha saputo resistergli con forza e coraggio ineguagliabili.

"C’è un soffio di vita soltanto" è un inno alla vita e un elogio della diversità in tutta la sua bellezza. Perché Lucy è l'essenza stessa della diversità, una persona in perenne lotta per l'affermazione della propria identità, in un mondo che ancora oggi, troppo spesso, preferisce odiare piuttosto che comprendere. Dimenticare invece di ricordare.

Anche per questo "C'è un soffio di vita soltanto" è un inno imprescindibile alla Memoria.

Prodotto da Blue Mirror di Botrugno e Coluccini, da Bielle Re, da Kimerafilm di Simone Isola e Giuseppe Lepore, da Tama Filmproduktion, Rai Cinema e Sky, è in sala ancora per oggi, in attesa di poterlo vedere il 27 gennaio su Sky proprio per il Giorno della Memoria.

Servizio di Giacomo d'Alelio

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