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L'ex sub commissario al risanamento Marcello Scurria ha presentato ricorso al Tar contro il provvedimento di revoca dall'incarico firmato nel febbraio scorso dal presidente della Regione Renato Schifani. Un provvedimento- scrive Scurria - dannoso per l'efficace prosecuzione del processo di risanamento.

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Trascrizione
00:00Avrà uno strascico giudiziario la revoca dell'incarico di subcommissario per lo sbaraccamento a Marcello Scurria da parte del Presidente della Regione, Renato Schifani, entrato in vigore lo scorso 18 febbraio.
00:12Nell'ultimo giorno utile, Scurria ha impugnato davanti al TAR il provvedimento di revoca.
00:17Il ricorso affidato al patrocinio dell'Avvocato Arturo Merlo punta all'annullamento del provvedimento.
00:22Ritengo la revoca dell'incarico, ha detto l'ex subcommissario, lesiva della mia reputazione personale e professionalmente e potenzialmente dannosa per la prosecuzione efficace del processo di risanamento di Messina.
00:37Scurria infatti contesta quella che definisce l'incomprensibile quanto assurda decisione di revocare la priorità ai soggetti fragili nell'assegnazione degli alloggi.
00:47Primo terreno di scontro con il suo successore Santi Trovato, che però ha sempre respinto le accuse di Scurria su questo delicato argomento.
00:55All'origine del clamoroso provvedimento di revoca fu il venir meno del rapporto fiduciario tra il commissario Schifani ed il subcommissario.
01:03Ad incrinare il rapporto, l'acquisto conteso tra ufficio commissariale e comune di un gruppo di case da utilizzare per il risanamento nella zona sud della città.
01:12Quella che il comune ha giudicato concorrenza sleale contestando l'aumento al riarzo dell'offerta presentata all'asta fallimentare.
01:20Concorrenza contestata a sua volta da Scurria che ha sempre ricordato che nei procedimenti come le aste giudiziarie nessun accordo preventivo può essere fatto con gli altri pretendenti senza incorrere nella turbativa.
01:32Ora Scurria farà valere le proprie ragioni davanti al Tribunale amministrativo regionale chiamato a giudicare la controversia.

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