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https://www.pupia.tv - Roma - Non ti scordar di me - Storia e oblio del Genocidio Armeno - Intervengono Fontana, Nordio
Alle ore 11, presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto si è svolta la presentazione del volume "Non ti scordar di me - Storia e oblio del Genocidio Armeno", di Vittorio Robiati Bendaud, con saggio introduttivo di Paolo Mieli. Saluti del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Sono intervenuti, oltre agli autori, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, la deputata Chiara Gribaudo, i deputati Giulio Centemero e Maurizio Lupi, il professor Aldo Ferrari. Modera Nicola Porro. (07.05.25)

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Trascrizione
00:00:00Presidente, grazie a tutti, grazie e buongiorno a tutti.
00:00:13Allora, vi ringrazio, saluto chiaramente il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, saluto
00:00:22tutti i colleghi deputati, tutte le autorità, i relatori e gli ospiti. La Camera dei Deputati
00:00:33è lieta di ospitare la presentazione di questo saggio che ripercorre la tragica vicenda del
00:00:40genocidio del popolo armeno. L'orrore che si consumò 110 anni fa costò la vita ad oltre
00:00:49un milione e mezzo di innocenti, civili e militari, appartenenti alle minoranze cristiane dell'impero
00:00:56ottomano. Insieme agli armeni, infatti, furono duramente colpite anche le antiche comunità
00:01:03assiro-caldee. Rievocare quei drammatici fatti offre l'occasione per trasmettere soprattutto
00:01:11ai giovani la memoria del passato perché simili tragedie non si ripetano più. Considerati
00:01:18per un certo periodo, sudditi fedeli, cristiani armeni e assiro-caldei furono trasformati
00:01:24in nemici. Non si trattò di una violenza improvvisa, ma dell'esito di un processo lungo
00:01:31e consapevole, frutto di un pericoloso intreccio tra nazionalismo e rivendicazione ideologica.
00:01:38Si passò dunque dalla tolleranza all'odio, dalla diffidenza alla persecuzione. Già alla
00:01:49fine del secolo precedente si erano infatti registrati massacri seguiti da nuove ondate
00:01:56di sangue culminate nell'atroce progetto criminale che non risparmiò nessuno. Uomini, donne, anziani,
00:02:02bambini vennero deportati, ridotti in schiavitù, uccisi o lasciati morire nelle lunghe marce
00:02:09della morte verso il deserto. I più piccoli indifesi furono oggetto di un ulteriore soppruso,
00:02:16la cancellazione della propria identità attraverso la rieducazione forzata. Un dramma che fu accompagnato
00:02:23da un'operazione parallela di disinformazione, di silenzio e di negazione. Una strategia del
00:02:30dubbio che uccise due volte, prima le vittime e poi la giustizia. Dopo più di un secolo il
00:02:37genocidio del popolo armeno non è però un capitolo consegnato al passato. La sua eco dolorosa
00:02:44è ancora presente nel Caucaso meridionale, dove la popolazione armena continua a soffrire
00:02:48la condazione di emarginazione e di isolamento che perdura anche nei nostri giorni. Ecco perché
00:02:55in un momento storico segnato dal riemergere di tensioni identitarie e di conflitti ideologici
00:03:02la memoria è un dovere di verità che nessun Paese può negare. Ma il ricordo è anche un
00:03:09richiamo a tutti noi a rafforzare concretamente gli strumenti che promuovono il dialogo e la
00:03:15cooperazione internazionale. In questo senso nel 2019 la Camera dei Deputati ha approvato
00:03:21a larga maggioranza una mozione con la quale ha impegnato il Governo italiano a riconoscere
00:03:26ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale. Ritengo quindi indispensabile
00:03:32mantenere sempre alto l'impegno in difesa della pace e dei diritti inanielabili di ciascun
00:03:39individuo intensificando al contempo gli sforzi per una riconciliazione vera e duratura dei popoli
00:03:46coinvolti. Vi ringrazio.
00:03:51Un grazie sentito al Presidente della Camera Lorenzo Fontana, al Ministro della Giustizia
00:04:01Carlo Nordio e a tutte le autorità presenti che dimostrano così il loro impegno rispetto
00:04:09a una vicenda atroce che da troppi decenni è tenuta nascosta dal sistema dell'informazione.
00:04:18Parliamo quindi del genocidio armeno, è passato da poco il 24 aprile, 110 anni fa l'80%
00:04:29della popolazione armena è stata sterminata nel modo più atroce, si parla di un milione
00:04:36e mezzo, circa due milioni, c'è chi parla di due milioni di morti. Oggi il popolo armeno
00:04:42continua ad essere perseguitato, colpito da una guerra trascurato dalle grandi potenze
00:04:51e soprattutto trascurato dall'opinione pubblica. Il motivo per il quale siamo qui oggi è perché
00:04:59noi siamo consapevoli che su quel genocidio regna ancora il silenzio. Noi vogliamo rompere
00:05:07quel silenzio perché riteniamo che la memoria storica sia un dovere e soprattutto sia un
00:05:16fondamento di giustizia e di verità e lo vogliamo fare oggi attraverso un video reportage
00:05:23all'interno del quale ci sono grandi testimonianze di rappresentanti istituzionali e questo è un
00:05:29segnale estremamente forte attraverso un libro prodotto da Libero Libri di cui il direttore
00:05:39Paolo Mieli ne ha curato la prefazione e dialogheremo con il direttore insieme all'autore del libro
00:05:47Non ti scordar di me scritto da Vittorio Robiati Bendaut. Quindi insomma di questo vogliamo fare
00:05:55perché noi oggi vogliamo provare a cercare insomma quantomeno di rompere questo silenzio
00:06:01che sinceramente è un silenzio assordante. Vorrei quindi iniziare dando la parola al Ministro
00:06:08della Giustizia Carlo Norrio.
00:06:09Grazie. Signor Presidente della Camera, signori redattori, autorità, gentili ospiti, grazie per
00:06:27l'invito. Chiedo scusa in anticipo perché ad un certo punto mi dovrò allontanare. Ci sono
00:06:33dei lavori in corso che poi culmineranno dopo le 13 con la presenza al Senato della Premier
00:06:42al quale ovviamente saremo presenti. Esiste un detto in latino per quanto riguarda l'aspetto
00:06:51giudiziario, quod non est in actis non est in mundo. Vuol dire quello che non è negli atti
00:06:58non è nel processo e non è nel mondo, non è nella realtà. Nell'ambito del diritto
00:07:04ha una sua giustificazione perché la verità è soltanto quella processuale che talvolta
00:07:12non coincide con la realtà storica. Ma nel mondo della storia questa realtà è stata
00:07:19molto spesso trascurata proprio perché quello che non è stato documentato è come se non
00:07:28fosse mai esistito. Il genocidio degli armeni fa parte di questo catalogo buio di omissioni
00:07:40perché non esistono o esistono pochissimi documenti, soprattutto visivi, di quanto è
00:07:49accaduto. Una cosa è leggere i libri, i giornali, gli storici. Una cosa è vedere un'immagine
00:07:58magari ripetuta anche con ossessione e questo deforma la realtà. Nel 2000 anni fa, durante
00:08:10l'assedio di Gerusalemme, quello che è considerato l'imperatore buono, di cui esiste qui a Roma
00:08:17un arco molto bello, Tito, sterminò circa, Giuseppe Flavio dice, 600 mila, altre fonti
00:08:27dicono più di un milione di ebrei a Gerusalemme. E si racconta che non esistevano, non si trovarono
00:08:36abbastanza alberi per costruire le croci alle quali crocifiggere i rivoltosi. Se noi avessimo
00:08:46potuto documentare quella tragedia che distrusse la comunità gerosolimitana degli ebrei, noi
00:08:56avremmo una visione agghiacciante. Provate a pensare cosa sono 600 mila croci. Noi ci inchieniamo
00:09:04rivarenti davanti a una croce, la nostra, ma 600 mila deve essere stato uno spettacolo
00:09:10spaventoso, però se ne parla poco e un po' se ne sente parlare dagli storici.
00:09:16E 2000 anni dopo c'è stato un grande evento, se non fosse stato documentato dalla televisione
00:09:24avrebbe in un certo senso, non dico determinato, ma sicuramente affievolito quello che è il
00:09:33ricordo dell'Olocausto. Quando si decise di processare Eichmann a Gerusalemme, questa scelta
00:09:43fu dettata, oltre alla necessità di fare giustizia, come è stata fatta, anche dalla necessità
00:09:50di documentare, di dare la possibilità al mondo di vedere cos'era accaduto durante il
00:09:56nazismo, nei campi di sterminio, nei campi di concentramento di varia natura. Nomi come
00:10:05Treblinka, Belzec, Sobibor, Maidanek, erano nomi dimenticati. Si parlava sempre, certamente,
00:10:16del più grande di tutti, Auschwitz-Birkenau, senza però sapere che i primi grandi campi
00:10:23di sterminio, che non sono più reperibili, Chelmno, Maidanek, Treblinka, sono stati distrutti
00:10:32dagli stessi tedeschi, non sappiamo neanche cosa sia accaduto lì. Sappiamo cosa è accaduto,
00:10:38ma non ne abbiamo la documentazione. Per fortuna, ahimè, fortuna nella tragedia, c'è stato
00:10:46quel processo che ha portato alla luce molto meglio di quanto non fosse accaduto a Norimberga
00:10:53i crimini del nazismo e il genocidio degli ebrei. Per quanto riguarda gli armeni siamo
00:11:00nella stessa situazione, anzi siamo in una situazione direi più drammatica, perché non
00:11:06esiste nulla se non appunto il ricordo, il lavoro degli storici, la faticosissima ricostruzione
00:11:14di quello che è avvenuto. Io sono abbastanza sensibile a questa situazione perché mia moglie
00:11:21è di origine armena. Suo nonno si chiamava Manuel Jan, poi quando è arrivato nel Veneto
00:11:30a laurearsi, ma ha cambiato il nome in Manuel, tutti pensano che sia spagnolo, invece è armena.
00:11:36Anche i tratti sono armeni. E ne ho sentito parlare, seppure in modo molto ridotto, da sempre
00:11:45di questo genocidio. Ma quando poi ho approfondito la ricerca sono rimasto impressionato davanti
00:11:53alla spaventosa entità di questi numeri. Sono numeri che fanno rabbrividire, ma fa ancora
00:12:01più rabbrividire il fatto che nessuno ne parli mai perché? Perché non esiste la documentazione.
00:12:07Quod non est in actis, non est in mundo. E questa è la ragione per cui l'evento di oggi,
00:12:14il libro che verrà presentato e sul cui commento, ripeto, non potrò fino alla fine partecipare.
00:12:23Ma questa è la ragione per cui l'evento di oggi, questi libri, e speriamo una continua duratura,
00:12:29crescente opera di documentazione, è indispensabile. Perché quello che non è documentato rischia
00:12:37di essere dimenticato. Gli stessi crimini che furono commessi in Cambogia 50 anni fa da
00:12:43Pol Pot, con 5 milioni di morti, se ne parla poco perché la documentazione è stata ridotta.
00:12:52Bene, speriamo che questo non accada come è accaduto per questi ultimi 100 anni per gli
00:12:58armeni. Speriamo che da questo momento, da un po' di tempo, l'opera di ricostruzione
00:13:05è iniziata. Speriamo che prosegua, deve proseguire, come un monito ovviamente, perché
00:13:11purtroppo la tentazione di sterminare popoli diversi per etnia, per religione, per idee politiche,
00:13:22esiste ancora purtroppo, sappiamo che c'è. E questa va affrontata da un lato con una solida
00:13:29preparazione militare. Questa è indispensabile per difendersi contro qualsiasi tipo di aggresione.
00:13:37Ma va affrontata anche culturalmente attraverso la consapevolezza, la consapevolezza di quello
00:13:43che è accaduto negli anni passati e di quello che si spera non accada mai più. Grazie.
00:13:49Grazie. Grazie, signor Ministro. Adesso vorrei invitare e dare la parola a Sua Eccellenza
00:14:00l'Ambasciatore della Repubblica Armena in Italia, Vladimir Karapetian.
00:14:05Gentile Presidente Fontana, gentile Ministro Nordio, gentili onorovoli, buongiorno a tutti.
00:14:30Desidero ringraziare sentitamente quanti hanno promosso l'iniziativa di presentare alla Camera
00:14:41dei Deputati il progetto Non ti scordare di me, che racconta la storia del genocidio armeno
00:14:49e l'importanza della memoria storica. L'atteggiamento negazionista, avvolato dall'impunità,
00:15:00non solo ha fatto sì che le ferite del popolo armeno siano lasciate aperte, ma ne ha provocate
00:15:08delle nuove negli ultimi anni. È notevole, quindi, che la missione di questo evento sia
00:15:18sensibilizzazione attraverso questo progetto sul tema del genocidio armeno e, di conseguenza,
00:15:28la prevenzione dei crimini contro l'umanità. Iniziative come quella di oggi racchiude in
00:15:36sessa memoria, sia tributo, sia gratitudine e, cosa più importante, portano un messaggio
00:15:46fondamentale, mai più. Oggi la Repubblica Armenia ricorda il passato e guarda al futuro,
00:15:57impegnandosi a costruire per le generazioni future un ambiente libero da discriminazione
00:16:06e violenza, basato sui valori della toleranza, del rispetto, della tutela dei diritti umani
00:16:17e della pace. La Repubblica Armenia, con un territorio riconosciuto a livello internazionale, ha delle
00:16:26linee qui da chiare, realizzone con i suoi vicini, frontiere aperte, pace, lavoro, benessere,
00:16:38prosperità. Cari Presidenti, vorrei esprimere la nostra gratitudine all'Italia e al popolo italiano
00:16:49per aver accolto i sopravvissuti ai massacri e per aver dato loro l'opportunità di vivere
00:16:58e di prosperare in questa terra fraterna. Desidero ringraziare la Camera dei Deputati per aver
00:17:08espresso una posizione netta approvando una mozione che riconosce il genocidio armeno. Ringrazio
00:17:19particolarmente Presidente Fontana per la sua presenza, che dimostra non solo il suo rispetto
00:17:30per la memoria delle vittime del genocidio armeno, ma anche il suo atteggiamento nei confronti
00:17:39del popolo armeno in generale e il suo importante contributo alla prevenzione di tali crimini.
00:17:49Ringrazio di cuore tutti gli autori di Non ti scordare di me. Un progetto significativo
00:17:59ed articolato che affianca ad un videoreportaggio il libro scritto da Vittorio Robbiati Bendò.
00:18:11Colgo l'occasione per ringraziare Paolo Mieli per l'importantissimo contributo e Antonio Arslan per il suo
00:18:22instancabile lavoro. Sono grato alla Camera dei Deputati per aver ospitato questo straordinario
00:18:32evento. Esprimo la mia gratitudine a tutti coloro che hanno collaborato all'organizzazione di questo
00:18:42importante evento. Grazie.
00:18:44Grazie. Grazie, ambasciatore. Adesso vorrei coinvolgere i parlamentari presenti iniziando a dare la parola
00:18:56all'onorevole Chiara Gribaudo, Vicepresidente del Partito Dem. Grazie.
00:19:02Mentre arriva l'onorevole Gribaudo, volevo ringraziare tutti quanti presenti in questa stanza
00:19:10rispetto alle cose che siete abituati a vedere come liberi libri, come trasmissioni, c'è un pezzo
00:19:15della direzione di Quarta Repubblica, abbiamo voluto fare, Ministro e Presidente, una cosa formale,
00:19:21istituzionale, perché volevamo non essere soltanto noi che abbiamo pensato questo progetto,
00:19:27ma volevamo che le istituzioni facessero vedere la loro vicinanza verso una cosa che anche in queste
00:19:32ore si sta compiendo, cioè l'olocausto e il negazionismo culturale nei confronti di un popolo
00:19:39e la vostra presenza qua, per questo siamo diventati istituzionali, ci siamo messi la
00:19:43cravatta, abbiamo fatto tutta questa forma, perché è importante che si senta anche la
00:19:47vostra presenza, quindi vi ringrazio soprattutto anche i parlamentari che hanno voluto partecipare
00:19:52a questo saluto. Scusami Oara se ti ho rubato la parola, però non ci dobbiamo mai prendere
00:19:56troppo sul serio e vi ho spiegato perché questa volta vogliamo prenderci sul serio.
00:20:00Puoi farlo, puoi farlo. Onorevole Gribaudo, a lei la parola.
00:20:04Grazie, buongiorno a tutte e a tutti voi, un saluto naturalmente al Presidente Fontana,
00:20:10al Ministro, agli autori e a tutti coloro che sono qui oggi. Io credo sia doveroso che la
00:20:18Camera dei Deputati, ringrazio soprattutto, vedo il collega Lupi che penso si è speso
00:20:23molto su questo argomento, appunto chi di noi è appassionato anche di un po' di storia
00:20:27parlamentare, è giusto che riconoscano anche da posizioni politiche diverse il lavoro che
00:20:33viene compiuto insieme per questi grandi crimini contro l'umanità. Noi siamo la memoria
00:20:39che coltiviamo e io penso che coltivare la memoria sia anche l'indice di civiltà di
00:20:46un popolo e del nostro dovere laddove, come avviene ancora oggi purtroppo, in quei luoghi
00:20:52sono il mancato riconoscimento di quella memoria che in qualche modo noi, tutti noi,
00:21:01ce ne facciamo carico. Perché è già stato detto benissimo da chi mi ha preceduto, penso
00:21:06alle parole del Ministro, molto spesso quando poi non si finiscono negli atti della storia
00:21:11come spesso è accaduto, le cose si dimenticano. O penso anche ad alcuni elementi di alcune
00:21:16guerre che finiscono e si concludono con la storia scritta da chi l'ha vinta e quindi
00:21:21chi è stato sconfitto è come se non esistesse due volte. È un po' così come la memoria
00:21:27che viene violata di chi rimane. E non riconoscere il genocidio vuol dire di fatto rimutuare
00:21:36degli atteggiamenti, vuol dire non dare dignità e vuol dire dunque non guarire. Ecco, e quindi
00:21:42penso anche al collegamento con l'Olocausto, non guarire da quelle ferite. Ecco perché
00:21:48io ringrazio chi tiene viva, come l'autore, come tutti voi, gli autori, gli storici, coloro
00:21:54che tengono vivi la memoria. In questo caso è stato unito il tema del genocidio armenio
00:21:59con l'Olocausto. Io penso che sia anche giusto, naturalmente con i giusti distinguo e con la
00:22:05giusta delicatezza della storia affrontare però questi argomenti e farlo e ringrazio
00:22:13chi lo testimonia, perché sappiamo che è una difficoltà, è una difficoltà anche
00:22:18personale, individuale, emotiva, che però dà anche molta forza a chi, come penso alla
00:22:25sottoscritta, magari non ha parenti, non ha conoscenze se non purtroppo superficiali, perché
00:22:31molte di queste cose non si studiano adeguatamente nei percorsi di istruzione formale, anche nella
00:22:38vita, penso, dei nostri studenti in questo Paese. Ecco perché allora la storia ha un valore
00:22:44importante ed ecco perché però c'è un elemento tra i tanti, che mi permetto di sottolineare
00:22:49brevemente, perché poi è giusto naturalmente che parlino altri, c'è un altro elemento, diciamo
00:22:55così, su cui riflettere oggi, che è il tema del negazionismo. E quel negazionismo
00:23:00che si annacqua pesantemente in troppi conflitti, anche in quelli contemporanei. E lo dico perché
00:23:09insomma anche quello che sta accadendo in questo momento nel cuore dell'Europa, ma anche penso
00:23:16in Medio Oriente, ci deve far riflettere tutti a noi di quale e di cosa possiamo fare in questo
00:23:21tornante della storia così complicato. Io penso che sia legittimo naturalmente intervenire
00:23:28dopo dei crimini molto gravi, ma ci siano dei limiti che non possono essere valicati.
00:23:36Quello che sta succedendo in questo momento, penso anche a Gaza, è inaccettabile e penso
00:23:42che anche questo non possa essere giustificato. Lo ha detto molto meglio di me Liliana Segre
00:23:47e credo che questo sia un elemento che non possiamo dimenticare quando ragioniamo e riflettiamo
00:23:52dei conflitti. Perché appunto il tema della negazione diventa parte integrante del concetto
00:24:00di genocidio. E ecco, diciamo così, ci sono delle ucronie, penso al libro Fatherland di Robert
00:24:11Harris dove addirittura poi si parla di Hitler che vince la seconda guerra mondiale. E quindi
00:24:17c'è una riscrizione della storia che troppo spesso rischia di passare. E fatemi dire che
00:24:23a maggior ragione chi sta nelle istituzioni deve fare ancora più attenzione all'utilizzo
00:24:27delle parole. Anche e soprattutto quando si ricordano i morti. Perché sì, i morti sono
00:24:32tutti uguali, ma non sono uguali le scelte che hanno fatto da vita o quando si è subito
00:24:37un genocidio le non scelte. Quello che un popolo ha dovuto subire va ricordato. E va ricordato
00:24:43perché è veramente pesante immaginare di ricordare, per esempio, penso a Papa Francesco
00:24:51che nel 2015, a proposito, quindi nel centesimo anniversario, diceva come quello del genocidio
00:24:57armeno è stato il primo genocidio del ventesimo secolo e prima di lasciarci ci ricordava come
00:25:02stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzetti. E che non può essere accettata una sola risoluzione
00:25:09militare storica delle crisi territoriali che stiamo affrontando. Ecco perché ringrazio
00:25:14anche l'ambasciatore che ha usato, secondo me, parole importanti anche per noi che dobbiamo
00:25:19continuare a mantenere appunto viva una memoria. Perché sicuramente nelle guerre civili ognuno
00:25:27ha le sue ragioni, appunto, però ci sono state ragioni giuste e ragioni non giuste, mettiamola
00:25:32così. Ed ecco perché prima di riuscire ad ottenere dei percorsi di pacificazione, ce l'ha
00:25:37insegnato Anna Arendt e non solo, e anche questo libro ci aiuta a fare un percorso in
00:25:41più, perché immaginare di lasciare, di banalizzare, di mescolare, di dare le colpe a tutti e di non
00:25:48dare le colpe a nessuno non aiuta mai a fare chiarezza fino in fondo per capire da che parte
00:25:53stiamo della storia. Quindi facciamo bene come istituzioni oggi essere qui. Io mi auguro
00:25:59che questo atteggiamento, perché si arrivi a una pace vera, bisogna riconoscere le ragioni
00:26:05vere anche durante i percorsi e durante quello che accade nelle fasi della storia. Ecco perché
00:26:10onorare la memoria è sempre giusto e doveroso ed ecco perché vi ringrazio per mantenere
00:26:16viva qui, in questo Paese, questa memoria, una memoria che dobbiamo continuare a far crescere.
00:26:21Credo che questo libro dovrebbe essere divulgato anche attraverso le istituzioni, proprio magari
00:26:28all'interno degli istituti scolastici, perché abbiamo bisogno di allargare i nostri orizzonti,
00:26:33perché mai come oggi leggere quella storia ci consente anche di capire quali sono le
00:26:37dinamiche nazionali. Quindi grazie davvero e grazie per l'invito. Noi nelle istituzioni
00:26:42dobbiamo continuare uniti nella diversità a lavorare per mantenere e coltivare la memoria.
00:26:48Grazie. Grazie. Grazie onorevole Gribaudo. Adesso vorrei dare la parola al capogruppo,
00:26:55ai fratelli d'Italia alla Camera, l'onorevole Galeazzo Bignami.
00:27:09Innanzitutto grazie. Credo che Nicola abbia ben descritto l'esigenza anche di svolgere in
00:27:14questo contesto istituzionale, questo evento, perché è importante che se ne parli in ogni
00:27:17luogo, ma l'istituzionalità conferita da questa sala, da questo contesto, evidentemente
00:27:22consente di anche acquisire dei crismi, di ufficialità che portano giovamento alla
00:27:28narrazione, ma anche l'esigenza che non vi sia alcun tipo di acquiescenza, anche soltanto
00:27:33nel non parlare del genocidio dei popoli al Medio. Giustamente lo scrittore apre il proprio
00:27:38testo richiamando l'esigenza anche di evitare che si perpetui e si aggiorni costantemente il
00:27:43genocidio nell'indifferenza, nella non parlare, perché il negazionismo evidentemente è una
00:27:49matrice che alimenta, è l'humus su cui si fonda la stessa azione genocida e credo che
00:27:55questo sia ben descritto anche nella prefazione che il direttore Mieli, di cui io sono goloso,
00:28:00ingordo lettore, a volte ci sgrida giustamente, ma tante volte è comunque spunto di riflessione
00:28:06profonda, quando nel disegnare la traiettoria, gli architravi su cui si fonda questo bellissimo
00:28:12testo che io davvero consiglio ovviamente di leggere e di acquistare, credo che sarà
00:28:18chiaro alla fine di questo breve intervento, le due traiettorie, quella omicidio e suicidaria,
00:28:25di cui parla il direttore che evidentemente informano e permano il testo, siano molto nitide
00:28:30anche nella loro attualità e nella loro esigenza, come diceva anche giustamente l'onorevo
00:28:35ribaudo, di essere tenuti in considerazione nell'azione quotidiana che noi svolgiamo.
00:28:38Perché? C'è un episodio del libro, tra i tanti, che mi ha colpito, quando le due ricercatrici
00:28:47svedese, Björn e Johansson, nella valle di Musch, raccontano di quando vennero strappate,
00:28:54non riesco a trovare un'altra parola, delle bambine, uccise con le modalità crudeli che
00:29:01comunque comporta l'omicidio di un bambino. Pensate voi in maniera così sistemica, con questa
00:29:06macabra organizzazione quasi industriale. E la distruzione del Tempio, del Tempio che
00:29:14in realtà era il santuario dei Santi Apostoli. Ricordiamoci come la civiltà cristiana trovi
00:29:19culla nell'Anatolio. Una delle tredici lettere che San Paolo scrive è Galati, che è esattamente
00:29:26una regione a ripendice Monte Ararat, e Monte Ararat divide la regione della Galazia con l'Armenia,
00:29:32se non ricordo male. E' esattamente quindi patrimonio della nostra cultura religiosa, storica, anche
00:29:37per chi non crede, per chi non ha il dono della fede, è comunque elemento fondativo della nostra
00:29:42tradizione culturale. Pensiamo, ed è per questo credo anche che il direttore parli di questa
00:29:50vocazione suicidaria, di cui il libro fotografa la composizione, se non ricordo male, e questo
00:29:59nel libro viene richiamato, nel 301 ci fu la conversione degli Armeni. Al concilio di Nicena
00:30:04nel 325 ben quattro vescovi, due dell'Armenia maggiore e due dell'Armenia minore, parteciparono
00:30:08a questo momento fondativo, al primo concilio della cristianità. E il popolo armeno ha partecipato
00:30:16la costruzione delle nostre radici, libera e democratica, i nostri radici occidentali,
00:30:19il direttore ben lo dice, e in una qualche maniera, visto che veniva raccontato bene prima
00:30:26da Noel Gribado sul fatto che spesso è anche da quando non esti in acti non esti in mondo,
00:30:31dice bene, e qui purtroppo di atti ne mancano tanti, e manca soprattutto perché c'è stata
00:30:36una rimozione funzionale alla perpetuazione di quel genocidio, e però non dobbiamo ricordarci
00:30:43anche le parole di Antonio Gramsci, quando dice che l'indifferenza è il peso morto della
00:30:49storia, è una frase che mi ha sempre colpito di Gramsci, che io conosco, apprezzo, non condivido
00:30:56evidentemente anche per le scelte politiche che ho compiuto, ma dice che l'indifferenza
00:31:00opera potentemente nella storia. Il direttore mio li richiama quando Adolf Hitler dice che
00:31:06si ricorderà mai degli anni meno, perché faceva fondamento sull'indifferenza, che il genocidio
00:31:12avrebbe comunque comportato una volta estirpato dalla memoria, non dalla terra, dalla memoria
00:31:18l'esistenza del popolo armeno. Ed è per questo che io credo che siano essenziali momenti come
00:31:24questo, perché dà la possibilità, è motivo unico per il quale quando mi hai invitato
00:31:29ho insistentemente voluto accettare il tuo invito, perché nel nostro piccolo, di fronte
00:31:35all'immensità di quella tragedia, portiamo un piccolissimo contributo per sottrarci a quell'opera
00:31:41genocidiaria e negazionista che altrimenti trova complicità nell'indifferenza. Grazie.
00:31:47Grazie onorevole Bignami. Adesso vorrei dare la parola al Presidente dell'Intergruppo
00:31:53parlamentare di Amicizia Italia-Armenia, onorevole Giulio Centemero.
00:31:58Grazie e buongiorno a tutti. È un piacere essere qua. Vorrei innanzitutto ringraziare
00:32:11Vittorio per l'impegno che ci mette per essere stato spesso una voce nel silenzio, spesso
00:32:22una voce che ha raccontato il genocidio e tanto altro anche sulle più piccole radio
00:32:29possibili e immaginabili, ma ha sempre voluto raccontare la verità, che è un concetto importante.
00:32:36Vittorio, io vorrei ricordare oggi con te un'altra voce coraggiosa che si è spenta poco
00:32:43fa e che ha fatto una delle sue ultime uscite pubbliche proprio qui, alla Camera dei Deputati,
00:32:51che è Sioban Nash Marshall e che voglio ricordare.
00:32:58E la ricordo veramente con emozione e con commozione, perché lei insieme ad Antonia Arslan
00:33:04hanno veramente, come dire, combattuto questa battaglia culturale senza sosta, senza riposo
00:33:11e senza respiro e contro tante angherie.
00:33:18Bene, vorrei iniziare queste poche parole intanto dicendo che mi fa molto piacere che
00:33:27sulla copertina ci sia l'Anmoruk, il Non ti scordare di me.
00:33:32È un simbolo molto importante, è un simbolo della memoria e come ricordava prima il collega
00:33:36a Bignami, lo stesso Hitler, prima di iniziare il progetto forse più buio della storia recente
00:33:46dell'umanità, l'Olocausto, si interrogò di fronte ai propri generali chi si ricorda
00:33:54oggi degli armeni.
00:33:56Bene, il tema della memoria è un tema che si declina con la verità, che è un concetto
00:34:03che nella cultura greca comincia a delinearsi nel VI secolo a.C.
00:34:09Eppure, ancora oggi, la verità viene sostituita da approssimazioni o negazioni della stessa.
00:34:19Ma, in Italia, alla Camera dei Deputati, nel 2019, con la mozione a prima firma Paolo
00:34:27Formentini, abbiamo deciso di fissare la verità nel nostro dizionario istituzionale, utilizzando
00:34:36il termine che coniò Rafael Lenkin di genocidio, coniato proprio sulla fattispecie subita dagli
00:34:44armeni e, come ricordava il Presidente Fontana, dagli altri cristiani che abitavano l'Impero
00:34:50Ottomano. Un termine che poi verrà utilizzato nel processo di Norimberga. E con quella mozione
00:34:59oggi possiamo commemorare ufficialmente il genocidio degli armeni definendolo tale e non
00:35:09come cidio, massacro o con altri termini. Che dire? Io pensavo che gli Esodi fossero antiche
00:35:21memorie dell'Antico Testamento. E invece, circa due anni fa, abbiamo visto 120.000 persone
00:35:29dover lasciare la Repubblica di Arzac, Nagorno-Karabakh, dover lasciare le loro terre ancestrali,
00:35:40dover abbandonare i loro monasteri, le loro chiese, che quest'anno non hanno suonato le
00:35:45campane per Pasqua, non le hanno suonate per Natale. Sono state sottoposte a un esodo forzato.
00:35:54E non dobbiamo dimenticarcelo, anche se l'Occidente ha fatto finta di nulla. Il mondo non impara
00:36:06dai propri errori e spesso tolleriamo la mortificazione dei nostri valori a fronte di supposti interessi
00:36:15economici. Ma basta leggere tutti gli storici dell'economia, mi piace citare Cipolla, per capire
00:36:23che tale ottica ha il fiato molto corto. Soprattutto perché, se c'è un Occidente che
00:36:32oggi difendiamo e dobbiamo difendere strenuamente, non lo dobbiamo solo all'editto Costantino
00:36:39o alla nascita della democrazia e della filosofia in Grecia. Lo dobbiamo anche, e forse soprattutto,
00:36:47ai nostri fratelli armeni che hanno deciso di essere la prima nazione cristiana della
00:36:54storia.
00:36:54Come ho imparato dal genocidio degli armeni? Come ho conosciuto questa storia che è stata
00:37:05parzialmente cancellata? Perché comunque abbiamo i documenti, per esempio, del consul onorario
00:37:11Giacomo Gurini, che era console a Trebisonda, perché abbiamo recuperato ulteriori documenti
00:37:17negli archivi vaticani. Ho conosciuto questa storia e qui vorrei spezzare un ramo a favore
00:37:24della politica, dei partiti, dei movimenti politici, proprio alla scuola politica del
00:37:31mio movimento politico. E io devo ringraziare Lorenzo Fontana, non nella veste di Presidente
00:37:37della Camera, ma nella veste di amico e di militante dello stesso movimento politico, perché
00:37:43ha voluto mettere tanta cultura anche nell'attività politica. Ha voluto promuovere la lettura di
00:37:49testi. E per questo lo ringrazio. Mi sono talmente innamorato di questa cultura, della cultura
00:37:58del popolo armeno, perché è una cultura di resilienza, perché ci sono storie di persone
00:38:02che hanno marciato nel deserto, allora bambini, approdati a orfanotrofi, quelli che sono stati
00:38:10fortunati, che hanno ricominciato da zero, che hanno costruito prosperità per i paesi
00:38:16che li hanno accolti, che spesso, è l'esempio di tanti che sono approdati ad Aleppo, hanno
00:38:22dovuto poi lasciare la Siria, perché il dittatore di turno li ha cacciati. Sono andati in altri
00:38:29paesi, hanno dovuto ricominciare da zero tante volte, ma sono sempre ricresciuti come
00:38:35Lan Moruc, in Non ti scorda di me, questo bellissimo fiore. E oggi, come dire, io ringrazio
00:38:44nuovamente l'autore e non dimentichiamoci di ringraziare gli editori, che in un mondo
00:38:50che legge sempre di meno, che fa sempre meno dissertazione culturale, portano avanti un
00:38:55lavoro coraggioso. Vi consiglio anche gli altri libri di Vittorio, perché sono bellissimi,
00:39:01altri, alcuni sempre editi da Liberi Libri, altri editi da altri autori, come Guerini
00:39:08per esempio, e non solo. E mi piace guardare al futuro. E ora che cosa possiamo fare per
00:39:16i nostri fratelli armeni? Innanzitutto possiamo, lo dico in presenza di un ministro, quindi anche
00:39:24del governo, usare i nostri buoni uffici con Baku per spingere alla firma di un trattato
00:39:32di pace che giace lì su un tavolo di negoziazione. Possiamo usare i nostri buoni uffici per preservare
00:39:41il patrimonio storico, culturale e religioso della Repubblica di Artsakh, ma anche il patrimonio
00:39:48culturale e religioso armeno presenti, per esempio, sull'isola di Cipro o nell'attuale territorio
00:39:53della Turchia. E poi il nostro dovere è quello del diritto del ritorno degli armeni
00:40:01dell'Artsakh, nelle loro terre centrali, perché possono viverci in pace e possibilmente in prosperità.
00:40:08Io vi ringrazio e vi saluto. Grazie Vittorio.
00:40:11Grazie, grazie onorevole. Adesso la parola al Presidente del gruppo parlamentare Moi Noi Moderati,
00:40:21l'onorevole Maurizio Lupi.
00:40:23Intanto buongiorno a tutti e anch'io ringrazio per l'invito, ma innanzitutto per aver voluto
00:40:32questo momento qui, in questa sala prestigiosa e, come ha ricordato Nicola Porro, il valore
00:40:40delle istituzioni. Ancora una volta si vede in un momento come questo. Saluto il Presidente
00:40:46della Camera, il Ministro della Giustizia. Pochissime parole, ma il Presidente della Camera ha ricordato
00:40:56a proposito di istituzioni e del valore del Parlamento che c'è stato un atto fondamentale
00:41:03nel 2019, Chiara poi lo ha ricordato, in cui il Parlamento ha votato un atto, quasi all'unanimità,
00:41:13in cui per la prima volta un Parlamento dell'Occidente riconosceva quello che era accaduto, non negava
00:41:22una realtà, gli dava un valore, un valore storico, un punto di riferimento. E l'ha fatto nella sua
00:41:28sovranità di rappresentanza di un popolo. Volevo solo ricordare come è nato, a proposito
00:41:34della politica, quella mozione che poi è stata ricordata anche dall'amico Centemero.
00:41:39Con un gesto molto semplice, una banalità, un gruppo di deputati di tutti i gruppi parlamentari
00:41:46in un viaggio pellegrinaggio si è recato in Armenia qualche mese prima e ha avuto la possibilità
00:41:53di incontrare, di ascoltare testimoni di quello che era accaduto. E da quello il moto, l'azione
00:42:02di una mozione, l'azione di un'istituzione che non fa solo un viaggio, ma guarda, ascolta
00:42:08e si assume la responsabilità. Anche contro legittimi interventi di altre istituzioni
00:42:14che ovviamente, o di altri paesi che non volevano che il Parlamento allora potesse prendere
00:42:19quella direzione. Ecco, io credo che questo sia un gesto e un segno importante, proprio
00:42:26perché dice il valore che un'istituzione ha nella rappresentanza del suo popolo, ma
00:42:31anche nel segno che è per tutti gli altri popoli. Anche a me è piaciuto molto il titolo,
00:42:38non ti scordare di me, che ovviamente è un simbolo del linguaggio dei fiori, ma l'unica
00:42:45osservazione che voglio fare dopo questo ricordo è un tema che credo al direttore Paolo
00:42:51Mieri sia molto caro e lo ha testimoniato in tutta la sua attività professionale e continuo
00:42:57a testimoniarlo. Qui ci sono due termini che si contrappongono, negazionismo e memoria.
00:43:04La contrapposizione tra negazionismo e memoria non è solo una contrapposizione letterale,
00:43:09ma è esattamente il modo con cui si guarda alla vita e alla realtà. Perché la realtà
00:43:14può essere negata, può non essere ascoltata, può non provocare un moto alla libertà, al
00:43:22protagonismo dell'uomo, ma dall'altra se non la neghi, se non fai memoria, quella realtà,
00:43:29quello che è accaduto diventa solo un ricordo del passato, non incide sul presente, non ti
00:43:36aiuta a vivere il presente per costruire il futuro. E in mezzo a questi due termini,
00:43:41la memoria è ciò che fonda sempre l'azione di un popolo a condizione che sia un presente
00:43:45che guarda il futuro. E ciò che c'è in mezzo, e che credo sia poi tutto anche il valore di
00:43:51quello che avete fatto, Ara e Nicola, sta esattamente su ciò che oggi è la sfida delle sfide per
00:43:57una cultura come la nostra. Ed è riassunta in tre sostantivi, dimenticanza, disinteresse e
00:44:03disattenzione. Noi dobbiamo combattere, proprio nel fare memoria, la dimenticanza, il disinteresse
00:44:09e la disattenzione. Perché questo è ciò che rende debole un popolo, non dà dignità al presente
00:44:16e non costruisce il futuro. Ed è la ragione per cui io ringrazio di cuore di questo gesto nel cuore
00:44:22delle istituzioni e anche del lavoro che avete fatto. Nicola Eohara, ma anche l'autore
00:44:26del libro. Grazie.
00:44:29Grazie, grazie onorevole Lupe. Adesso abbiamo sentito parlare tanto questo libro, non ti scordare
00:44:35di me. Allora facciamolo attraverso la voce dei protagonisti e quindi cedo la parola a Nicola Porro.
00:44:41Saluto il Ministro che deve andare e lo ringrazio. Ringrazio tutti i parlamentari che hanno partecipato
00:44:48fino ad ora come prima in maniera non rituale ma veramente di cuore. C'è una cosa di questo
00:44:53libro che vi consiglio. Non saremo lunghissimi e cercheremo di mantenere i tempi televisivi
00:44:58perché di mattina è già un miracolo vedere tutte queste persone qua così attenti su questo
00:45:05tema. C'è una cosa fondamentale del libro di Vittorio che non è scontata. La prima forse
00:45:12vi farà ridere, c'è poco da ridere, ma Vittorio scrive bene. Sa scrivere in italiano
00:45:17ed è molto godibile il modo in cui scrive. Vi sembrerà una banalità ma io che sono
00:45:22ossessionato dalla scrittura e dalla bella scrittura devo ringraziarti perché hai scritto
00:45:27bene qualche cosa che pochi conoscono. La prima domanda che ti faccio è una cosa che è molto
00:45:34importante nel libro perché tu parli di un negazionismo noto e di un negazionismo occultato.
00:45:45e c'è sempre questo intreccio tra le due grandi tragedie del Novecento, quella del
00:45:50Quindice e quella dopo e su questo filo secondo me è la forza del libro oltre sulla straordinaria
00:45:56tua scrittura Vittorio. Poi parti di quello che ti pare. Però il principio fondamentale
00:46:01è che metti lì il tasto rosso e da questo ti do il là per raccontare il senso di quello
00:46:06che c'è scritto. Io appartengo ad un popolo, a questo onore, chissà che cosa ha la memoria
00:46:26perché la coltiva e lo sa perché l'ha subita e quindi deve cercare di sopravvivere. Anche
00:46:36e soprattutto oggi in Israele. Ciò anche quando già non funziona della memoria e arrivo
00:46:45un negazionismo. So che la memoria è un mantra, è diventata una parola apotropaica. Io purtroppo
00:46:54ho preso parte a tante giornate della memoria, siccome sono anche amico di Giulio e di tanti
00:47:00cari amici armeni della signora Antonia Erslan, che è una gloria italiana e che ringrazio,
00:47:07so quanto questo mantra tranquillizzi la stampa, l'opinione pubblica, le scuole, i benpensanti,
00:47:15ma non serve assolutamente a niente. Voi direte, beh, peggio? Sì, peggio, certo, se non
00:47:21ci fosse la memoria. Ma la memoria è avviata e fa parte di una forma di negazionismo, una specie
00:47:27di doppio circuito o di corto circuito. Da una parte si ricorda, si tenta di ricordare
00:47:38più o meno bene, più o meno precisamente. E si ricorda l'effetto a valle, quando la valanga
00:47:47rovina e più rovina giù più è dannosa, il genocidio. Ma non si ricorda la sorgente
00:47:52a monte. La sorgente a monte non è la Shoah, la Shoah è un effetto, la sorgente a monte
00:47:59è l'antisemitismo. Nel sistema dell'impero ottomano, poi in capitolazione, e da lì al
00:48:07suo erede laico, naturalmente non più laico, che è ancora peggio, è la vimma, la logica
00:48:15della vimma nel governo islamico, è la sorgente a monte. Così come l'ignoranza delle masse
00:48:22che sono in braccio armato e che viene esecrata con l'altro mantra che la cultura ci salverà,
00:48:28la conoscenza ci eviterà queste cose. Mantra esorcistici. Non è vero, perché l'antisemitismo
00:48:33non è un prodotto dell'ignoranza. L'antisemitismo è nato nell'accademia. L'odio contro gli armeni
00:48:43è prospera oggi nelle accademie. Perché certe accademie vengono punite con sanzioni di
00:48:49Stato dove non vengono più dati i finanziamenti può fare, insomma, da una soddisfazione postuma,
00:48:55ma una triste soddisfazione. Diceva bene il profeta Esaia che bisogna stare attenti all'intelligenza
00:49:02degli intelligenti. Ma diciamo che oggi questo anziano ebreo sarebbe molto poco ben
00:49:08visto da certi circoli culturali. E quindi il negazionismo. Il negazionismo noto è quello
00:49:16della Shoah, ma non è poi così noto. Perché noi tante cose della Shoah le omettiamo? Sapete
00:49:20una forma di negazionismo ignoto della Shoah? È portare i ragazzi ad Auschwitz. Perché
00:49:26non serve a niente, secondo me. Perché la radice dell'antisemitismo è nel ghetto di
00:49:31Roma e nel ghetto di Venezia. È lì che bisogna portare i ragazzi e far capire qual è la strada
00:49:39dell'antisemitismo, passando per Fossoli e arrivando al nostro crematorio italiano a
00:49:43Bozzano. Poi portateli pure ad Auschwitz, perché è troppo comodo mettere il mare oltre
00:49:48Alpe e togliere l'umano all'umano dei nazisti per dire che erano mostri. Queste sono le
00:49:53scemenze di Anne Arendt. Mi dispiace dirlo. Altro mantra. Non c'era niente di banale
00:49:58nei nazisti. Nulla. Perché i nazisti si divertirono. Il generale Fontrota a fare le misurazioni
00:50:05con il dottor Fischer dei crani dei neri di Namibia, dei Nama e degli Erero, primo protogenocidio.
00:50:17Poi questi stessi li troviamo a operare con gli armeni e anche lì misurazione di crani
00:50:22da parte di scienziati tedeschi. E poi, ad esempio, il capo del capo di sterminio di
00:50:27Auschwitz-Birkenau, Rudolf Oers, di maledetta memoria, che venga distrutta quella memoria,
00:50:33si era divertito già con gli armeni. Non c'è nulla di banale. Nulla. Non c'è nulla
00:50:38che un fungo nella storia. C'è una etos del male. E c'è un etos del tradimento. Un etos
00:50:45della connivenza. Io l'ho scritto, mi hanno intervistato un caro amico, Carlo Cambi, un
00:50:51liberale, libertario, libertino, glielo auguro, e anche esperto di cucina. Cosa assolutamente
00:50:58gradita. E di buoni vini. Sia armeni sia israeliani anche, oltre che quelli nostri italiani.
00:51:04Beh, quando si parla delle nazioni, dei rapporti con gli stati, quindi di quello che vi comportate
00:51:15anche voi in questa augusta sede della nostra democrazia, che Dio la preservi, beh, esistono
00:51:23altre vie alla guerra, grazie a Dio, vie diverse. Esistono i commerci, esistono gli accordi
00:51:29internazionali, esistono anche gli accordi per le armi. Leonardo ha recentemente segnato
00:51:35accordo con la Turchia. Non è un altro Stato quello che ha fatto l'accordo. È lo Stato
00:51:41attuale con l'attuale Parlamento italiano e l'attuale governo. Sono stati fatti con il
00:51:47governo Graghi nove accordi internazionali all'indomani e durante dell'attacco al Nagorno
00:51:54Karabakh. Sono stati fatti accordi con l'Azerbaijan per il gas per riscaldare gli italiani.
00:52:03Attenzione, tutto questo serve. Io non sono un bonista, né un pacifista, né un irenista.
00:52:10Esiste. Perché se no chi di voi giustificava i nostri cittadini che il gas andava alle stelle?
00:52:14Però si poteva chiedere qualcosa in cambio o essere un pochino più con la schiena dritta.
00:52:23E la stessa cosa vale per Israele.
00:52:27Allora, il negazionismo, quello degli armeni è il negazionismo per eccellenza, perché è stato
00:52:31perpetrato dall'impero ottomano durante i massacri di Abdul Hamid, che negava ciò che faceva,
00:52:36perché, come spiegava bene la filosofa cattolica Shevon Ash-Marshall, cattolica seria, è venuta
00:52:42con me in Israele, sono andato con lei in Nagorno-Karabakh, una di quelle cattoliche che
00:52:46tutte le sere citava Rosario in latino. È un po' diverso dal Ciarpane che abbiamo visto
00:52:51negli ultimi anni. Bene, Shevon Ash-Marshall diceva che c'era un negazionismo intra-genocidario
00:52:59che giustificava e permetteva quello post-genocidario. Perché c'è stato quello intra-genocidario.
00:53:06Usiamo parole tedesche, endlosung, deportazioni a Est, non diciamo che li stiamo ammazzando
00:53:14con mattanze. E così è nato. E volete sapere un'altra forma di genocidio, di negazionismo soft
00:53:21e hard al contempo? È che, mentre si divertivano i tedeschi con i turchi e con gli armeni, il governo
00:53:30tedesco pensava a creare quella che sarebbe nata come Islampolitik rispetto alle forze
00:53:38dell'estremismo islamico. Poi finanziato al governo italiano con i fratelli musulmani,
00:53:43primo finanziamento internazionale, e poi uno dei grandi eroi dei fratelli musulmani, futuro
00:53:48muftin nazista di Gerusalemme, era distante a Smirno dove venivano deportati gli armeni
00:53:52al momento delle deportazioni, per poi dopo divertirsi con gli ebrei. Non ce ne sarebbe
00:53:58a sufficienza per far capire che sono insieme queste due cose. Ce ne ha sufficienza per sapere
00:54:03che tutto questo è stato rimosso, quando anche non cancellato. Ce ne ha sufficienza
00:54:07perché l'ultimo, peggiore, tragico negazionismo suicidio è che le nostre radici, le nostre
00:54:13riserve di senso, che delle radici mi sono un po' stufato, e se vogliamo le nostre tetti
00:54:18di protezione, stanno in tre Stati che riguardano tre lingue e che riguardano tre popoli, Grecia,
00:54:23Armenia e Israele. E se sono in pericolo loro è in pericolo tutto ciò che si chiama Occidente.
00:54:27Grazie.
00:54:28Grazie, grazie Vittorio. Grazie Vittorio, appassionato e ben detto come nel libro, che
00:54:37voi ce l'avete, però diffondetelo e soprattutto quell'idea che si era fatta all'inizio che
00:54:42forse, Paolo, poi aiutami anche un po' tu da storico, la diffusione nelle scuole e il
00:54:48ragionamento nelle scuole con questo nesso che ha appena trovato Vittorio forse sarebbe
00:54:53più utile. Però ti lascio a te e ti ringrazio anche pubblicamente per la generosità di averti
00:54:57strappato per questa introduzione del libro, non la presentazione del libro per carità,
00:55:03ma l'introduzione del libro è stato per noi ovviamente un onore. Grazie Paolo.
00:55:06L'allusione di Nicola Porro è al fatto privato. Io sono legato a un vincolo con la Rizzoli
00:55:16perché in un pubblico assolutamente mai, per nessun motivo, per nessun altro editore, è la casa editrice
00:55:23che ho presieduto per dieci anni e quindi me ne sono fatto, però ho rotto questo impegno
00:55:32per la particolarità di questo libro e per le cose che sono sottintese in questo libro.
00:55:42Innanzitutto è il libro di un ebreo sul genocidio armeno. Per me questa è una cosa importante
00:55:55perché io sono cresciuto in anni in cui il genocidio armeno, scusate vi parlo con franchezza,
00:56:04era contrastato, negato anche dal, non dico dalla comunità ebraica nel suo complesso, ma
00:56:14da Israele e da moltissimi ebrei, negato nella sua identità di genocidio e questo quando
00:56:23io crescevo mi faceva problema perché dicevo ma che motivo c'era? Il motivo era complicato,
00:56:32banale e complicato nello stesso tempo. Innanzitutto dopo guerra, soprattutto dopo il processo
00:56:39Eichmann, quando gli ebrei e il mondo presero una consapevolezza piena di cosa era stata la Shoah
00:56:48gradualmente, poi tutto andò molto gradualmente, così avevano diffidenza nei confronti che fosse
00:56:57accaduto qualcosa che potesse essere messo sullo stesso piano. Però poi col passare degli anni
00:57:08mi sono fatto un'idea diversa, non la farò lunga, ma io penso che solo fra un secolo si potrà
00:57:15scrivere bene la storia di questo intreccio fra negazionismo, genocidi, perché adesso viene
00:57:22confusa ad uso politico immediato e quindi ogni giorno dobbiamo sopportare che infinite
00:57:32vicende che nulla hanno a che fare con i genocidi vengono battezzati genocidi e così dobbiamo
00:57:40stare a quella prolificuzza quotidiana. Ma la successiva domanda che mi sono fatta è perché
00:57:50quando negli anni 90 ci fu il genocidio degli ultimi confronti dei Tuzzi non ci fu problema
00:57:56nel qualificarlo come genocidio. Come mai? Quello degli armeni sì, queste sono tre forme
00:58:06molto diverse perché è ovvio che la Shoah ha una sua particolarità e unicità, però
00:58:12quello armeno aveva una cosa in più in comune con la Shoah, che non è la tipologia di genocidio.
00:58:23La Shoah è una cosa unica, la Shoah è in quei giorni del luglio del 42, se voi andate a
00:58:32ripercorrerli a Parigi, come furono portati quei 13.000 ebrei nel Vlodran d'Iver e poi per
00:58:41essere portati a morte. Lì c'è una tipologia molto particolare, presi nelle case, disgraziati,
00:58:53non se lo aspettavano. Nessuno di loro sparò un colpo, neanche per sbaglio.
00:58:58furono presi e così accadde per gli ungheresi e così accadde infinite volte. Non fu sparato
00:59:08un colpo, capite? Non fu sparato un colpo, erano... E allora anch'io, che pure mi butterei
00:59:19nel fuoco per la causa ucraina, quando Zelensky disse che c'era stato genocidio in Ucraina per
00:59:31il modo in cui era rasa al suolo Mariupol, ebbe una discussione pubblica su questa cosa nel
00:59:41senso di... che ci dobbiamo abituare a capire che uno può provocare una cosa orrenda, come
00:59:50la distruzione di Mariupol. La distruzione di Mariupol, bombe, arrivate. È ovvio che
00:59:56anche lì donne, bambine, l'immagine, puoi fare foto quante ne vuoi, bambini che rimangono
01:00:01senza braccio, che muoiono. Mariupol, sai, quando cadono delle bombe e ti buttano e radano
01:00:12al suolo una città e assaltano le officine Azov fino a stanare l'ultimo che resisteva
01:00:19nelle officine Azov e lo ammazzano, è una scena orribile. Ma non è il genocidio. Ragazzi,
01:00:25ci dobbiamo abituare al fatto che ci sono delle cose orribili che noi condanniamo e che
01:00:33non sono genocidio, non possono rientrare. E che chi chiama in causa come genocidio compie
01:00:46una manipolazione che ha delle conseguenze. Non ve le sto a spiegare le conseguenze perché
01:00:52le capite. Soprattutto se quelle conseguenze sono intenzionali, cioè sono il vero scopo
01:00:59dell'uso di quel tipo di palemiche. Per non essere sul vago, stamattina vedevo un passo
01:01:08avanti su un quotidiano, l'unità, spesso ospitato attraverso il suo direttore, quella
01:01:16di Gaza viene definita soluzione finale. Soluzione finale. È in prima pagina, stampato
01:01:23sull'unità. Ecco il passaggio superiore. Insomma, a poco a poco questa cosa che io condanno
01:01:31con le parole usate da Liliana Segre e da infinite altre persone, viene catturata con delle parole
01:01:40prima il genocidio, poi soluzione finale, poi si dirà Shoah, poi non lo so, anzi prima
01:01:45passeremo per olocausto, poi passeremo a Shoah. Quella è una guerra delle parole. Non sono
01:01:53difensori di una causa, scusatemi se vado a precisare queste cose che apparentemente non
01:02:01hanno niente a che fare col libro, ma hanno a che fare col libro perché quello degli armeni
01:02:08è un caso tipico di genocidio negato per un complotto. Io non sono complottista, ma per
01:02:21una serie di concause che furono. Quella diffidenza degli ebrei di cui vi ho parlato, una complicatissima
01:02:34diffidenza del mondo cristiano nei confronti di questo genocidio che riguardava loro e che
01:02:45stranamente li ha visti distratti per 110 anni. E poi, vabbè, ci sono quelle cose politiche,
01:02:56la Nato, la Turchia faceva parte della Nato, era nostra alleata nostra del mondo occidentale,
01:03:03per cui negando la Turchia anche col famoso discorso di Ataturk che dopo qualche incertezza
01:03:12iniziale fece proprio la causa della negazione del genocidio. Insomma, si misero insieme delle
01:03:20concause per cui quel genocidio fu negato. Ma ricordatevi le parole che vi ha detto l'ambasciatore
01:03:27prima. Quando un genocidio viene negato, viene perpetuato. Cioè negarlo significa renderlo
01:03:36possibile di nuovo. Ne sa qualcosa il mondo ebraico e ne sa qualcosa il popolo armeno. Il genocidio
01:03:48negato o genocidio oscurato, obbliato o non così, rimosso, ho fatto finta, è un fatto del
01:04:001915. Ma quale 1915? Il genocidio armeno si è riproposto e si ripropone costantemente,
01:04:11si ripropone adesso. E quindi quell'arma, l'arma del... non chiamiamolo negazionismo perché
01:04:23è tutto. È dimenticarlo e non fare in nessun paese momenti come questi. Non prestarsi un
01:04:33intellettuale ebreo a scrivere un libro sul genocidio. Essere diffidenti è partecipare
01:04:44a un crimine. Questo ci renderemo conto fra un secolo. Ma fra un secolo si scriverà
01:04:50la storia di questi anni e capiremo come queste confusioni lessicali sono... è un modo di usare
01:05:02le pistole. È un modo di tenere una pistola in tasca e usarla. Finisco dicendo che è un
01:05:12gran bel libro. È un libro molto ben scritto e se non volete entrare nella sofferta, discussione
01:05:22che ne abbiamo fatto stamattina, lo potete leggere come un bel libro. Un libro che è appassionato,
01:05:32scritto da una persona che non solo si è documentata, ma ci ha messo dentro passione e soprattutto
01:05:39scrittura. Una persona intelligente. Io non lo conoscevo prima, me ne aveva parlato la mia amica
01:05:45Lucetta Scarafia che mi aveva detto che è un genio. Però io non mi fidavo di Lucetta Scarafia
01:05:51quando mi diceva che era un genio. Poi l'ho letto ed è effettivamente il libro di un genio. Grazie.
01:05:58Grazie Paolo Mieri. Salutiamo i disegni pure che è venuto a trovarci e che lo ringraziamo per essere con noi.
01:06:05Grazie per essere con noi. Un'ultima battuta veloce perché poi abbiamo tempi e il Presidente
01:06:09deve andare. Lei è molto educato, Presidente. Ho visto i suoi collaboratori che mi hanno detto
01:06:14che c'è un appuntamento. Quindi lei decida. O si alza ora o... Eccola, prego.
01:06:20No, perché era... Cioè lui stava seduto, c'era il collaboratore che dice... Luca!
01:06:26Ringraziamolo davvero, Presidente, anche perché la Sara è... Anche grazie a lei. Grazie, Presidente.
01:06:31Un'ultima battuta, Vittorio, perché poi mandiamo il nostro documentario...
01:06:36Grazie, grazie. Ciao.
01:06:39Io ho molti dubbi sulla questione del genio, però... Moltissimi, però grazie, grazie di cuore.
01:06:46Due cose. Sui che la guerra delle parole...
01:06:49Devi dirlo a Lucetta, non a me.
01:06:50Eh, bisognerà che io e a Lucetta ne parli.
01:06:53L'uso delle parole, di cui tu hai giustamente... E concordo, ovviamente.
01:07:02Ma ricordate, queste pistole non sono rivolte a terzi.
01:07:07Chi ha accusato la Repubblica di Armenia di essere una Repubblica fascista,
01:07:12che uccideva poveri Azeri, è stato l'Azerbaijan.
01:07:15L'accusa veniva da chi voleva compiere qualcosa contro gli armeni.
01:07:24Chi accusa gli ebrei di genocidio è qualcuno che se potesse,
01:07:27indipendentemente dal colore che ammette rosso-oscuro o neo-infono,
01:07:32vorrebbe tanto continuare il genocidio contro gli ebrei.
01:07:34Io sono nato da, per biografia personale, per interesse, per studi, per incontri,
01:07:42nel dialogo, sono cresciuto nel dialogo ebraico-cristiano,
01:07:44che è qualcosa di ignoto.
01:07:47C'è chi lo ha animato, anche con discontinuità rispetto alla sua vita di prima.
01:07:51Per biografia io sono nato, purtroppo i capelli fregano, nel 1983,
01:07:57e ho avuto due grandi uomini, ci sono state anche grandi donne,
01:08:00due grandi uomini con cui ho avuto l'onore, assolutamente immeritato di crescere.
01:08:05Il rabbino Laras, di benedetta memoria, e il cardinale Carlo Maria Martini.
01:08:12Tra ebrei ed armeni, ed è una cosa di cui il dialogo ebraico-cristiano non ha mai parlato,
01:08:17ed è il motivo per cui l'Occidente, siccome è questa la sua, il suo DNA, ha dei problemi.
01:08:22Noi ricordiamo oggi il concilio di Nicea.
01:08:25Il concilio di Nicea è la spaccatura violenta, c'è già stata,
01:08:28ma è viene istituzionalizzata tra chiesa-sinagoga, tra ebraismo,
01:08:31che viene preso come investito dalla vispolemica,
01:08:35e la chiesa che si presenta come l'esattamente tutto ciò che l'ebraismo non è.
01:08:40E chiudo.
01:08:42Tra i cristianesimi d'Oriente e l'ebraismo,
01:08:47vi fu e vi è grosse difficoltà.
01:08:51E quello più antico è quello armeno.
01:08:52E per quanto ci siano tantissime similitudini,
01:08:57c'è stata nella storia,
01:08:59anche io lo dico, non l'ho messo nel libro,
01:09:01perché a volte la misura è colma,
01:09:03e non faccia bene né gli abreni né gli armeni
01:09:05tirare fuori storie complicate.
01:09:10Perché è già troppo quello che si è passato.
01:09:12Però vi ricordo che la chiave di volta culturale,
01:09:18politica, teologica, storica,
01:09:21di simbolico condiviso,
01:09:23sarebbe stato il dialogo ebraico-cristiano.
01:09:26Io non so cosa ne sarà.
01:09:29So che è fondamentale per l'Europa,
01:09:34con i suoi bastioni nel Caucaso,
01:09:36per i popoli che vivono in stato di minoranze,
01:09:41vale per, ad esempio, i copti in Egitto,
01:09:44per gli ebrei.
01:09:46Questo sta nella coscienza di ciascuno di noi,
01:09:48starà anche da quello che tra poco inizierà
01:09:50con fumate bianche e nere in altre sale.
01:09:53Speriamo che questo sia quello che verrà coltivato veramente.
01:09:56Grazie.
01:09:57Grazie.
01:09:59Allora, dunque, innanzitutto,
01:10:03siccome il direttore lei ha citato l'unità,
01:10:07volevo ringraziare, tra l'altro è presente qui con noi,
01:10:09il direttore dell'unità, Piero Sansonetti,
01:10:12che tra l'altro qui l'ho visto prima entrare,
01:10:16tra l'altro ha partecipato al reportage
01:10:18che avremo modo di vedere adesso,
01:10:21perché abbiamo detto che vogliamo rompere questo silenzio
01:10:23e abbiamo cercato di farlo anche così.
01:10:25Guardate.
01:10:33Dichiaro chiusa la votazione.
01:10:49La Camera approva con 382 favorevoli e nessun contrario.
01:10:54Il 10 aprile 2019, con una mozione bipartisan,
01:10:59la Camera dei Deputati impegna il governo a riconoscere formalmente
01:11:03il genocidio degli armeni.
01:11:06Uno sterminio che tra il 1915 e il 1923
01:11:10colpì oltre un milione e mezzo di cristiani
01:11:13nel cuore dell'impero ottomano.
01:11:15Il 24 aprile del 1915, quindi 110 anni fa,
01:11:26vennero arrestate alcune centinaia di intellettuali,
01:11:30artisti, uomini politici armeni
01:11:32a Costantinopoli, capitale dell'impero ottomano.
01:11:35Quasi tutti sarebbero poi stati uccisi nei giorni successivi.
01:11:39Fu l'inizio del genocidio armenio,
01:11:42uno degli eventi più tragici della storia dell'umanità
01:11:46e anche uno degli eventi tragici meno conosciuti.
01:11:50I numeri sono indiscutibili
01:11:52e fu uno dei diritti più orrendi compiuti dall'umanità.
01:11:57Un milione e mezzo.
01:11:58Ma non è che gli armeni fossero 60 milioni.
01:12:01Gli armeni erano poco più di 2 milioni,
01:12:03forse addirittura poco meno di 2 milioni.
01:12:05Cioè effettivamente si arriva quasi allo sterminio totale
01:12:08di tutta la popolazione armena
01:12:10dal punto di vista delle percentuali
01:12:12e il genocidio più grande che sia stato fatto
01:12:15mai nella storia dell'umanità,
01:12:17solo paragonabile forse in termini di numeri
01:12:20a quello dei nativi americani dell'Ottocento.
01:12:23Gli uomini adulti vennero eliminati quasi immediatamente,
01:12:27mentre il resto della popolazione,
01:12:29quindi donne, vecchi, bambini,
01:12:31fu avviata a una deportazione forzata
01:12:35che sostanzialmente era verso il nulla.
01:12:39È il primo genocidio fotografato,
01:12:41quello armeno soprattutto grazie ad Armin Wegener,
01:12:45un ufficiale tedesco di collegamento,
01:12:47quindi alleato degli ottomani,
01:12:49che a rischio della sua vita fotografò questa tragedia.
01:12:52Allora vediamo nelle sue foto
01:12:54le colonne di deportati nei primi passi
01:12:57in buona condizione,
01:12:59poi pian piano più piccole
01:13:00e le foto diventano sempre più spaventose,
01:13:04sono sempre persone più immaciate,
01:13:07quasi esclusivamente donne,
01:13:09sempre più magre e marridotte
01:13:11per violenza o per fame.
01:13:13Il genocidio armeno è uno di quegli esempi
01:13:15di rimozione storica,
01:13:17per diversi motivi,
01:13:18per ragioni di geopolitica,
01:13:20per ragioni di diplomazia internazionale,
01:13:22perché non si vuole attaccare una nazione come la Turchia,
01:13:26perché si vuole difendere gli interessi vari.
01:13:28Io credo che il compito invece,
01:13:32in particolare di chi rappresenta le istituzioni,
01:13:34di chi racconta,
01:13:35è quello di dare un giudizio
01:13:37con le sue contraddizioni
01:13:38di ciò che è accaduto nella storia.
01:13:41Il genocidio armeno è uno di quelli più sconosciuti,
01:13:44nonostante ci riguardi molto
01:13:46e sia stato anche molto vicino a noi.
01:13:49Parlarne è necessario,
01:13:51perché la tendenza è sempre quella
01:13:52di dimenticarsi ciò che si è avvenuto,
01:13:54pensare che non sia possibile.
01:13:56Il nonno di mia moglie era armeno
01:13:59ed è arrivato in Italia alla fine dell'Ottocento,
01:14:02quando già iniziavano le prime persecuzioni
01:14:05che poi sarebbero sfociate nel genocidio del 1915.
01:14:11E quindi è stata vissuta
01:14:12ed è vissuta ancora oggi in famiglia
01:14:14come un ricordo molto doloroso.
01:14:16Questo ci rende più sensibili
01:14:17per questa strage
01:14:20di cui si parla poco,
01:14:21ma che in realtà è stato un capitolo nero
01:14:25nella storia dell'umanità.
01:14:26Fu in sostanza l'eliminazione completa
01:14:30di un'intera popolazione.
01:14:32Va detto in maniera molto chiara,
01:14:34molto forte,
01:14:36che questo genocidio
01:14:37ha completamente spazzato via
01:14:40una presenza millenaria.
01:14:43Gli almeni esistevano in questo territorio,
01:14:45che ora chiamiamo Turchia orientale,
01:14:48sin dal VI secolo avanti Cristo,
01:14:52crearono una loro storia,
01:14:54una loro cultura,
01:14:55una lingua scritta,
01:14:56un'arte,
01:14:56un'architettura straordinaria.
01:14:58Tutto questo è stato spazzato via
01:15:01nell'arco di pochi mesi.
01:15:03Il genocidio degli armeni
01:15:31continua tutti i giorni.
01:15:33Vogliono proprio cancellarne
01:15:34completamente la storia,
01:15:35la storia della loro presenza
01:15:37su questo territorio.
01:15:38L'Azerbaijan da oltre 30 anni
01:15:40ha iniziato una politica
01:15:42di ricostruzione della storia,
01:15:44che si pratica con continui investimenti,
01:15:47la pubblicazione di libri,
01:15:49di riviste,
01:15:49l'organizzazione di convegni,
01:15:52la riscrittura di luce di Wikipedia,
01:15:54la continua presenza sui media.
01:15:57Sono state distrutte più di 108 chiese,
01:15:59monasteri, cimiteri.
01:16:01Le chiese sono state distrutte
01:16:02in modo completo,
01:16:03fino alle fondamenta.
01:16:04Pensate che negli ultimi decenni
01:16:06è stato completamente annientato
01:16:09l'intero patrimonio artistico armenio,
01:16:13di fronte alle telecamere
01:16:15che riprendevano il tutto
01:16:17dalla frontiera iraniana.
01:16:19Abbiamo le prove visuali
01:16:20e questo è avvenuto nei nostri giorni.
01:16:23Si tratta del più grave
01:16:24genocidio culturale del nostro tempo
01:16:26ed è quasi sconosciuto.
01:16:27Nella storia non è mai esistita
01:16:29una distruzione così completa
01:16:31e questo è quello che rischiano
01:16:34adesso anche i monumenti
01:16:35del Nagorno-Karabakh.
01:16:36è ancora in corso una guerra
01:16:58del Nagorno-Karabakh
01:16:59tra gli armeni e le serbagiane
01:17:02e se ne parla pochissimo
01:17:03ma il popolo armeno
01:17:04è ancora sotto tiro,
01:17:06è ancora in condizioni difficilissime
01:17:10compatte con il coltello fra i denti
01:17:13per la propria libertà
01:17:14e per la propria indipendenza.
01:17:16Ma non aiuta nessuno.
01:17:18Gli armeni sono destinati
01:17:19ad essere dimenticati.
01:17:21Perchè?
01:17:22Gli armeni sono destinati a farlo
01:17:23a farlo.
01:17:24Gli armeni sono destinati a farlo
01:17:25a farlo.
01:17:27mi sono stati cercano di creare
01:17:27come un'esercita.
01:17:28Ho detto che la situazione
01:17:30in Nagorno-Karabakh
01:17:31è precipitata quando diciamo
01:17:45la garanzia russa è venuta meno.
01:17:47La Russia occupata in altre faccende
01:17:49soprattutto in Ucraina
01:17:51non è stata più in grado
01:17:52di tenere le posizioni
01:17:53e il Nagorno-Karabakh ha fatto una fine molto difficile e quello che dobbiamo evitare è che si verifichi la stessa tragedia
01:18:02e quindi le parti in causa devono trattare e l'Europa deve essere forte a spingere su entrambe le parti
01:18:08affinché non sia l'uso della forza a prevalere ma sia la politica e la ricerca di una via pacifica.
01:18:13Sarebbe importante che l'Europa si desse una dimensione di potenza ma per farlo serve il consenso degli stati
01:18:21gli stati non hanno nessuna intenzione per ora almeno di lasciarli una reale agibilità di politica internazionale e di difesa
01:18:29questo è il grande problema dell'Europa, quando il mondo si fa più duro è chiaro che noi abbiamo bisogno della dimensione europea
01:18:37della scala europea per poter contare e anche per pesare in questi conflitti altrimenti il rischio è di essere influenti.
01:18:45È assolutamente necessario che ci sia memoria ed è assolutamente necessario che l'Europa torni a essere convinta
01:18:52che può svolgere una funzione diplomatica a partire dal tenere viva la memoria e soprattutto al dire che bisogna
01:18:59dare la parola sempre alla diplomazia e mai alle armi.
01:19:01WERDS MATTER
01:19:17WERDS MATTER
01:19:18WERDS MATTER
01:19:20WERDS BEFORE ANYONE UTTERED THE WORD GENOCIDE
01:19:23WERDS MATTER
01:19:53di persone che non si vengono quando stavamo in need.
01:19:58E quindi noi stiamo all'interno di loro.
01:20:00E in questo modo, stiamo all'interno di un milione e un po' di lives
01:20:03che avevamo perduto 101 anni fa.
01:20:07Hitler ha sempre detto che chi ricorda l'Armenia?
01:20:12La risposta è il mondo del mondo.
01:20:15That's who.
01:20:15Our submissions today focus on the need to correct the record in this case.
01:20:25The most important error made by the court below
01:20:28is that it cast doubt on the reality of the Armenian genocide
01:20:32that the people suffered 100 years ago.
01:20:34The lower court reached its conclusions
01:20:36that the genocide was not proved or even provable
01:20:40without using any of the fact-gathering tools available to it.
01:20:44Contemporaneous photographs show death marches
01:20:47and concentration camps where thousands of Armenians perished.
01:20:51There are images of beheadings, burnt bodies,
01:20:55railway cars packed with Armenians being herded into the desert.
01:20:58Mr. President, you also know that the availability of such evidence
01:21:01has led to the recognition of the Armenian genocide
01:21:03by a variety of governments, parliaments,
01:21:07international organizations and national courts.
01:21:09I won't go into that further
01:21:10because we summarise it in our written submissions.
01:21:12La sofferenza umana è lo sfondo tragico della libertà ottenuta.
01:21:17Non perdiamo questo.
01:21:19Facciamo un atto insieme nel Parlamento,
01:21:21senza divisioni, senza processi alcuni alle nazioni di oggi,
01:21:25ma per dire con forza che la storia dell'Italia
01:21:28e della democrazia e di questo Parlamento
01:21:31non accetta ricatti da nessuno,
01:21:33ma ha l'orgoglio di dire
01:21:34no alla violenza contro l'uomo,
01:21:37no alla ideologia e sia al riconoscimento del genocidio
01:21:40che è accaduto in Armenia. Grazie, Presidente.
01:21:42What happened 100 years ago
01:21:45continues to be felt in this century.
01:21:49Io mi ricordo a miei colleghi
01:21:51che il Parti Vert Turc
01:21:53riconosce il genocidio armenio.
01:21:55Io so che ci sono alcuni colleghi
01:21:57che non vogliono ascoltare,
01:22:00ma vogliono ascoltare,
01:22:01ma vogliono ascoltare,
01:22:01ma vogliono ascoltare,
01:22:02ma vogliono ascoltare.
01:22:03E exigire il suo riconoscimento e condena
01:22:05è una condizione sine qua non
01:22:07per affrontare un futuro di paz.
01:22:08Il negazionismo è proprio l'ultimo atto del genocidio.
01:22:18Questa risoluzione non è un atto di condanna,
01:22:21è un doveroso tributo al ricordo
01:22:23e un umile invito alla riconciliazione.
01:22:26La cosa più grave che si può fare
01:22:28è quello di rimuovere,
01:22:31di rimuovere dalla memoria ciò che è accaduto
01:22:33e la memoria dei tanti genocidi drammatici
01:22:38che sono successi
01:22:39possono far capire come
01:22:40anche un ideale che diventa ideologia
01:22:43va contro l'uomo e la persona.
01:22:46Tutte le memorie dei genocidi sono importanti
01:22:48perché costituiscono la memoria del fatto
01:22:51che noi siamo capaci di atti illuminabili
01:22:55e quindi non bisogna mai ormai
01:22:56la tranquillità di poter dire
01:22:58che questo non può più accadere
01:23:00perché invece può accadere.
01:23:01È importantissimo promuovere il tema della memoria.
01:23:05Oggi del genocidio armeno
01:23:07penso che la maggior parte dei nostri giovani
01:23:09non sappia niente.
01:23:10Questa è anche una responsabilità
01:23:12che hanno le istituzioni
01:23:13che non hanno magari promosso
01:23:15anche nei corsi che a scuola ci sono
01:23:17la giusta conoscenza della memoria.
01:23:19Noi potremmo dire che oggi
01:23:20del genocidio armeno
01:23:22non si parla nei libri di storia
01:23:23o comunque sono temi che non si affrontano
01:23:26e rischiamo di crescere delle generazioni
01:23:28che non conoscono la complessità del mondo.
01:23:31questo dovrebbe essere invece
01:23:32una volontà
01:23:34e uno sforzo di tutti noi
01:23:36soprattutto di noi
01:23:36che facciamo le leggi.
01:23:37e uno sforzo di tutti i nostri giovani
01:23:42Recently, Armenian e Turkish presidents
01:23:44mette a football world cup qualifying matches
01:23:47in both Armenia and Turkey
01:23:48after years of lapsed diplomatic relations.
01:23:53Turkish and Armenian governments
01:23:55also signed a historic accord
01:23:56to normalize relations
01:23:58on October 10, 2009.
01:24:00Politici say they do it for Turkey
01:24:03but it was the pressure
01:24:05that European Union put on Turkey
01:24:07The EU asked Turkey
01:24:09to improve its stance
01:24:10toward minorities here.
01:24:14Armenia became
01:24:15an independent republic in 1991
01:24:17but no firm relations
01:24:18but no firm relations
01:24:18but no firm relations were established
01:24:19between Turkey and Armenia since then.
01:24:23It is of crucial importance
01:24:24for the small Armenian community in Turkey
01:24:26that both countries reconcile
01:24:28their differences
01:24:29and establish normal relations.
01:24:31Perhaps then historical problems
01:24:35such as the human tragedy
01:24:36that took place in 1915
01:24:38can also be discussed freely
01:24:39and objectively.
01:24:42And breaking news out of Washington DC
01:24:44President Biden today
01:24:45became the first US president
01:24:47to formally acknowledge the killing
01:24:49of more than a million Armenians
01:24:51by Ottoman Turks
01:24:52more than a century ago
01:24:54as being a genocide.
01:24:56For those of you who are aware
01:24:57there was a genocide
01:24:59that did take place
01:25:00against the Armenian people.
01:25:04It is one of these situations
01:25:06where we have seen
01:25:09a constant denial
01:25:10on part of the Turkish young
01:25:12and others that this occurred.
01:25:14Je m'incline
01:25:15devant la mémoire des victimes
01:25:18et je viens dire
01:25:20à mes amis arméniens
01:25:22que nous n'oublierons jamais
01:25:24les tragédies
01:25:26que votre peuple a traversé.
01:25:28La France
01:25:29c'est d'abord
01:25:30et avant tout
01:25:31ce pays
01:25:32qui sait regarder
01:25:33l'histoire en face
01:25:34qui dès 1915
01:25:36nomma le génocide
01:25:39pour ce qu'il était
01:25:40un crime
01:25:42contre l'humanité
01:25:43et contre la civilisation.
01:25:45La France
01:25:46c'est d'abord
01:25:47la France
01:25:47c'est réunir
01:25:47c'est réunir
01:25:48c'est réunir
01:25:48c'est réunir
01:25:49c'est réunir
01:25:50perché laddove non sussiste la memoria significa che il male tiene ancora aperta la ferita.
01:26:03Naturalmente noi auspichiamo, tutti noi auspichiamo che dopo tanto tempo
01:26:07vi sia una riconciliazione come c'è stata tra tedeschi ed ebrei
01:26:12ma politicamente parlando diciamo che la Turchia ancora oggi è molto riluttante
01:26:18perché il genocidio in quanto tale sia stato riconosciuto da molte nazioni
01:26:23e in alcune nazioni come per esempio la Francia il negazionismo si è addirittura punito penalmente.
01:26:28La cosa impressionante è che a distanza di più di un secolo
01:26:33questo genocidio sia ancora negato dai discendenti di coloro che l'hanno compiuto
01:26:40e per farlo riconoscere diversi paesi ci vuole molta fatica.
01:26:45moltissimi stati non l'hanno ancora riconosciuto per non crearsi problemi con la Turchia
01:26:50che è una grande potenza economica, politica, militare.
01:26:54La democrazia è incompatibile con i linguaggi d'odio, con le discriminazioni
01:27:01viviamo un tempo in cui dobbiamo riaffermare il diritto umanitario, il diritto internazionale
01:27:06per farlo serve riconoscere i genocidi, quello armeno è uno degli esempi più drammatici.
01:27:12Ci sono alcuni intellettuali, in particolare penso ad Antonio Aslan
01:27:17che hanno consentito che anche in Italia ci fosse un dibattito su questa vicenda
01:27:23che hanno faticato a far conoscere, a far riconoscere a livello internazionale
01:27:29quindi il fatto che in Italia ci sia dibattito, che ci sia stata da parte italiana
01:27:33attenzione alla vicenda del genocidio armeno è un fatto conosciuto e per loro molto importante.
01:27:39Quando noi pensiamo alla memoria dobbiamo anche pensare che la memoria forse non basta
01:27:44che serve un po' più di coraggio, che serve alzare la voce, che serve fare degli appelli
01:27:48noi abbiamo bisogno di sostegno perché veramente l'Armenia è minacciata da più parti
01:27:53e rischia di sparire. L'Armenia attuale è rimasta uno stato molto piccolo
01:27:58grande circa come la regione Lombardia
01:28:00è uno stato democratico che si sta sviluppando e che vuole solo la pace e poter vivere.
01:28:05L'Armenia attuale è un po' più importante
01:28:35ringrazio tutti quanti voi per essere stati a questa mattina, ringrazio Vittorio, ringrazio Paolo, ringrazio tutti quanti quelli che sono usati.
01:29:05Noi alle 12.30 dobbiamo finire e abbiamo finito in tempo.
01:29:12Direi che adesso possiamo andare.
01:29:14Grazie, grazie a tutti.
01:29:15Grazie, grazie a tutti.
01:29:45Grazie a tutti.

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