• 10 anni fa
Bruno Di Luia, 70 anni, ex Avanguardia nazionale, scende da uno scooter: jeans, scarpe da ginnastica, casco nero. Sorride: «Non ti conosco, potevi anche essere un compagno che mi sparava», dice al cronista. Gli anni '60 e '70, quando era «un soldato dell'idea» (autodefinizione) del gruppo di Stefano Delle Chiaie, sono lontani. Di Luia oggi è un uomo con un passato burrascoso, il lavoro da stunt del cinema («ho fatto 300 film, sono stato alle nomination degli Oscar, ho girato con Squitieri, Damiani, Dino Risi, Leone: ma quello è un ambiente rosso, mi hanno sempre scansato») e un ruolo preciso, nella variegata comunità dei neofascisti romani: Di Luia è quello che chiama il «Presente», il saluto con cui i camerati, braccia tese nel saluto romano, omaggiano chi non c'è più.

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