http://www.pupia.tv - Sinopoli (Reggio Calabria) - Nell’ambito dell’operazione “Guardiano”, i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno tratto in arresto quattro persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini, avviate dal Nucleo investigativo dei carabinieri reggini sin dal ottobre 2015 e che si sono avvalse anche delle propalazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di acclarare l’appartenenza di uno degli indagati, con ruolo di vertice, ad un’associazione di tipo ‘ndranghetista nella sua articolazione territoriale, la cosca Alvaro di Sinopoli, ramo “carni ‘i cani”, nonché di far luce sul “sistema della guardiania”, diffusamente applicato dalla criminalità organizzata nei territori di “competenza”, quale “tassa” extra ordinem nei confronti di chi a qualsiasi titolo disponga di possidenze potenzialmente produttive di reddito.
In alcuni casi, anche grazie alla collaborazione di alcune vittime dell’attività estorsiva, è stata accertata finanche la “spoliazione” della proprietà subita dalle stesse, costrette a vendere i propri fondi a prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato.
Sottoposti a sequestro preventivo i fondi illecitamente sottratti, ritenuti prodotto di attività estorsiva, per una superficie complessiva di oltre 55 ettari, per un valore stimato in circa un milione e mezzo di euro. (28.04.16)
Le indagini, avviate dal Nucleo investigativo dei carabinieri reggini sin dal ottobre 2015 e che si sono avvalse anche delle propalazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di acclarare l’appartenenza di uno degli indagati, con ruolo di vertice, ad un’associazione di tipo ‘ndranghetista nella sua articolazione territoriale, la cosca Alvaro di Sinopoli, ramo “carni ‘i cani”, nonché di far luce sul “sistema della guardiania”, diffusamente applicato dalla criminalità organizzata nei territori di “competenza”, quale “tassa” extra ordinem nei confronti di chi a qualsiasi titolo disponga di possidenze potenzialmente produttive di reddito.
In alcuni casi, anche grazie alla collaborazione di alcune vittime dell’attività estorsiva, è stata accertata finanche la “spoliazione” della proprietà subita dalle stesse, costrette a vendere i propri fondi a prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato.
Sottoposti a sequestro preventivo i fondi illecitamente sottratti, ritenuti prodotto di attività estorsiva, per una superficie complessiva di oltre 55 ettari, per un valore stimato in circa un milione e mezzo di euro. (28.04.16)
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