All’indomani del suo ritorno in patria, il nuovo presidente Adama Barrow riceve già la prima doccia fredda. Mentre il Gambia lo accoglie come un liberatore, l’uomo che succede ai 22 anni di pugno di ferro con cui Yahya Jammeh aveva guidato il Paese incassa un “niet” dall’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale: le sue truppe non resteranno sei mesi per assicurare la transizione democratica, ma si ritireranno progressivamente.
“Jammeh un assassino che ha distrutto il Paese. Con Barrow cambierà tutto”
Barrow is back in Gambia,look at the multitudes whose dreams and aspirations would hav been stolen had Jammeh refused to go,thank you ECOWAS pic.twitter.com/w40SPPdk1P— Terence Danda (@terencedanda) 27 gennaio 2017
Su Twitter uno dei tanti video che ritraggono l’entusiastica accoglienza a Barrow della capitale Banjul. “Senza l’Ecowas non sarebbe stato possibile”, scrive questo internauta
I commenti raccolti nella capitale Banjul sono però improntati all’ottimismo. “Riponiamo grandi speranze in Barrow – dice un residente -. La sola cosa che Yahya Jammeh faceva era uccidere la gente. Ha sprecato il denaro pubblico, infamato la nostra religione, distrutto tutto ciò che avevamo. Sappiamo invece che Barrow guiderà al meglio il Paese”. “Siamo tutti molto contenti – gli fa eco un altro passante -. Jammeh era un perdente e alla fine siamo riusciti a cacciarlo. Ora che se n‘è andato, il Gambia è finalmente un paese libero. Per 22 anni siamo stati sotto il suo giogo, ma ora siamo liberi e sappiamo che presto anche l’economia comincerà ad andar meglio”.
L’appello di Barrow all’Ecowas: “Le vostre truppe assicurino la transizione democratica”
Dopo il mancato riconoscimento da parte di Jammeh della sconfitta alle presidenziali di dicembre, l’Ecowas aveva esfiltrato Barrow in Senegal e inviato delle truppe in Gambia, per evitare che la crisi degenerasse. Per assicurarsi che la transizione si svolga in modo pacifico e che dalla Guinea Equatoriale in cui è fuggito Yahya Jammel non tenti di orchestrare un colpo di stato, Barrow aveva chiesto all’Ecowas di lasciare in Gambia un contingente militare per un periodo di sei mesi. A preoccuparlo soprattutto la Guardia Repubblicana, un corpo di quattrocento uomini, da sempre fedelissimi all’ex presidente.
“Jammeh un assassino che ha distrutto il Paese. Con Barrow cambierà tutto”
Barrow is back in Gambia,look at the multitudes whose dreams and aspirations would hav been stolen had Jammeh refused to go,thank you ECOWAS pic.twitter.com/w40SPPdk1P— Terence Danda (@terencedanda) 27 gennaio 2017
Su Twitter uno dei tanti video che ritraggono l’entusiastica accoglienza a Barrow della capitale Banjul. “Senza l’Ecowas non sarebbe stato possibile”, scrive questo internauta
I commenti raccolti nella capitale Banjul sono però improntati all’ottimismo. “Riponiamo grandi speranze in Barrow – dice un residente -. La sola cosa che Yahya Jammeh faceva era uccidere la gente. Ha sprecato il denaro pubblico, infamato la nostra religione, distrutto tutto ciò che avevamo. Sappiamo invece che Barrow guiderà al meglio il Paese”. “Siamo tutti molto contenti – gli fa eco un altro passante -. Jammeh era un perdente e alla fine siamo riusciti a cacciarlo. Ora che se n‘è andato, il Gambia è finalmente un paese libero. Per 22 anni siamo stati sotto il suo giogo, ma ora siamo liberi e sappiamo che presto anche l’economia comincerà ad andar meglio”.
L’appello di Barrow all’Ecowas: “Le vostre truppe assicurino la transizione democratica”
Dopo il mancato riconoscimento da parte di Jammeh della sconfitta alle presidenziali di dicembre, l’Ecowas aveva esfiltrato Barrow in Senegal e inviato delle truppe in Gambia, per evitare che la crisi degenerasse. Per assicurarsi che la transizione si svolga in modo pacifico e che dalla Guinea Equatoriale in cui è fuggito Yahya Jammel non tenti di orchestrare un colpo di stato, Barrow aveva chiesto all’Ecowas di lasciare in Gambia un contingente militare per un periodo di sei mesi. A preoccuparlo soprattutto la Guardia Repubblicana, un corpo di quattrocento uomini, da sempre fedelissimi all’ex presidente.
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