http://www.pupia.tv - Il Premio Napoli, sotto la direzione del presidente Domenico Ciruzzi, prosegue il suo serrato confronto con la città e le sue problematiche, privilegiando la comprensione dei fenomeni e andando oltre le morbose suggestioni della cronaca nera.
A parlare le immagini di “Robinù”, diretto da Michele Santoro, un documentario senza “mediazioni”, già accolto con successo all’ultima edizione del Festival di Venezia, e prodotto da Sandro Parenzo, Zerostudio’s e Videa Nex Station.
La pellicola, proiettata venerdì 20 aprile nella sede della Fondazione all’interno di Palazzo Reale, fotografa i veri volti dei “baby boss”, dei loro familiari devastati dal dolore: per la prima volta sullo schermo la storia di un intero giovane popolo ridotto a “carne da macello”.
La novità di questo incontro è stata costituita dal dibattito con le autrici dell’opera, Maddalena Oliva e Micaela Farrocco, al quale hanno partecipato gli studenti dell’Istituto “Ilaria Alpi-Carlo Levi” di Scampia e quelli del Liceo “Giordano Bruno” di Arzano. Ragazzi delle zone cosiddette “a rischio” si sono confrontati in un “corpo a corpo”, ovviamente mediatico, con i loro coetanei sullo schermo. (22.04.17)
A parlare le immagini di “Robinù”, diretto da Michele Santoro, un documentario senza “mediazioni”, già accolto con successo all’ultima edizione del Festival di Venezia, e prodotto da Sandro Parenzo, Zerostudio’s e Videa Nex Station.
La pellicola, proiettata venerdì 20 aprile nella sede della Fondazione all’interno di Palazzo Reale, fotografa i veri volti dei “baby boss”, dei loro familiari devastati dal dolore: per la prima volta sullo schermo la storia di un intero giovane popolo ridotto a “carne da macello”.
La novità di questo incontro è stata costituita dal dibattito con le autrici dell’opera, Maddalena Oliva e Micaela Farrocco, al quale hanno partecipato gli studenti dell’Istituto “Ilaria Alpi-Carlo Levi” di Scampia e quelli del Liceo “Giordano Bruno” di Arzano. Ragazzi delle zone cosiddette “a rischio” si sono confrontati in un “corpo a corpo”, ovviamente mediatico, con i loro coetanei sullo schermo. (22.04.17)
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