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https://www.pupia.tv - C'è anche il giovane marocchino rimasto ferito, lo scorso maggio, nella sparatoria avvenuta nel rione Pilastro di Bologna tra i 15 destinatari - 14 marocchini e un italiano - delle misure cautelari eseguite questa mattina dalla Squadra mobile della Polizia di Bologna, tutti indagati per detenzione ai fini di spaccio.

L'esecuzione delle misure disposte dal gip Domenico Truppa, che nel dettaglio sono 13 custodie cautelari in carcere, un divieto di dimora nella Città metropolitana di Bologna e un obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, sono il risultato, spiega la Questura, di una vasta indagine antidroga, coordinata dal pm Silvia Baldi, che conta in tutto 24 indagati, di cui 22 marocchini e due italiani, "tutti spacciatori molto attivi a Bologna e in tutta l'area metropolitana". L'inchiesta, che secondo il questore Gianfranco Bernabei "conferma l'impegno costante della Polizia sul fronte della lotta allo spaccio e potrebbe rallentare in modo significativo lo spaccio di piazza", ha preso il via, dettaglia il dirigente della Squadra mobile, Roberto Pititto, "dopo la morte per overdose, nell'agosto del 2019, di una ragazza italiana che aveva acquistato della cocaina in piazza Aldrovandi".

Gli accertamenti, che si sono conclusi nel maggio del 2020, sono stati portati avanti con "intercettazioni telefoniche, sistemi di localizzazione Gps e numerosissimi servizi di pedinamento e osservazione", e hanno permesso di ricostruire, un passo alla volta, una rete di spacciatori "non legati da un vincolo associativo, ma comunque molto interconnessi tra loro", che operavano non solo in zona universitaria, ma anche in zone come la Bolognina, Saragozza, San Donato, Massarenti, Pilastro e Borgo Panigale. Nel corso delle investigazioni sono inoltre state arrestate in flagrante 14 persone, alcune delle quali oggi sono state raggiunte dalle misure cautelari, e sono stati sequestrati, dettaglia Pititto, oltre due chili di cocaina, 23 di hashish (droga che, secondo le stime degli investigatori, avrebbe fruttato circa 250.000 euro) e 20.000 euro in contanti.

L'inchiesta si è poi estesa anche alla provincia di Modena, in quanto il principale fornitore di hashish coinvolto nell'indagine operava a Castelfranco Emilia. Quella dei pusher, spiegano dalla Polizia, era "un'attività frenetica", visto che "quelli più attivi effettuavano almeno 10 cessioni al giorno", mentre la vittima della sparatoria al Pilastro è risultata avere "un ruolo rilevante nell'organizzazione", in quanto "gestiva una grossa quantità di cocaina". L'operazione di questa mattina è stata anche l'occasione, sottolinea Bernabei, per "ispezionare molte cantine", spesso usate come depositi per la droga, e per svolgere controlli approfonditi "in via Malvasia e in via dello Scalo, dove spesso i cittadini segnalano la presenza di persone sospette, e in zone del Pilastro come via Deledda e via Pirandello". (28.09.21)

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