Una scommessa per assicurare alimentazione per il bestiame con qualsiasi clima, tutto l'anno e per far fronte ai danni legati al cambiamento climatico e alla sempre più forte carenze di risorse idriche. In Puglia il Dipartimento medicina veterinaria dell'Università sta portando avanti un importante progetto, finanziato dalla sezione risorse idriche della Regione e coordinato da Luigi Ceci come esperto scientifico, legato alla coltivazione di foraggio idroponico. La tecnica della crescita fuori terreno e con la sola acqua è già nota per gli ortaggi, ma praticamente una novità nel nostro Paese. Soprattutto perché la sperimentazione tra le campagne in provincia di Bari sta avvenendo con l'uso di acque reflue provenienti da un vicino depuratore e poi affinate. In apposite camere di crescita tecnologicamente avanzate il foraggio viene coltivato con pochissime quantità d'acqua e con grande produzione: un chilo di orzo produce 6-8 kg di foraggio idroponico, con 3 litri d'acqua per produrre un chilo. In una serra da 50 metri quadri è possibile produrre 500 chili al giorno. E in un'azienda del territorio è in corso il monitoraggio dello stato di salute e della produzione del bestiame da latte che sta assumendo l'alimento. Una soluzione che potrebbe andare bene anche nelle aree inquinate perché fornirebbe cibo che gli allevatori potranno somministrare senza necessità di utilizzare il terreno circostante. Concluse le operazioni sulla qualità, si valuterà la sostenibilità economica. Di Gianvito Rutigliano
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