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Roma (askanews) - Dopo "Valzer con Bashir" Ari Folman porta al cinema dal 29 settembre "Anna Frank e il diario segreto", film di animazione in cui rilegge alla sua maniera la storia della giovane ebrea diventata simbolo della Shoah. Con la disegnatrice Lena Guberman ha ideato la storia di Kitty, che nel Diario è la sua amica immaginaria, che si risveglia negli anni 2000 nella casa di Amsterdam in cui ha vissuto Anna, oggi affollata di turisti. Convinta che la ragazzina sia ancora viva Kitty si mette sulle sue tracce e fa riemergere proprio la sua storia.Il regista spiega: "Era molto importante per me infrangere questa immagine di Anna Frank come icona: era una ragazza normale, non era una icona, aveva una personalità eclettica e brillante. Naturalmente era molto intelligente, una scrittrice geniale, ma era anche molto divertente, se voleva poteva essere crudele con gli adulti intorno a lei, aveva i primi innamoramenti, aveva dei dissidi con la madre, come succede a molte ragazze di oggi. Per me era molto importante mostrare tutti questi aspetti, non un'icona".Il film è rivolto soprattutto ai ragazzi e Folman mostra come oggi ci siano ancora bambini perseguitati, che fuggono dai propri Paesi, che vivono in condizioni di stento e pericolo: i rifugiati."Nel film naturalmente non si paragona la crisi dei rifugiati e le esecuzioni degli ebrei, anche perché quel milione e mezzo di bambini ebrei uccisi non hanno avuto la possibilità di essere rifugiati. Nessuno ha fatto niente per loro, oggi la situazione è molto diversa. Credo che oggi ci sia consapevolezza, ci sono attivisti, ci sono persone che lottano per gli altri, per salvare altri. Quindi le cose sono cambiate, ma il problema che resta sono i leader radicali e la religione".

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