Biennale Teatro, il Domani cieco di Romeo Castellucci

  • anno scorso
Transcript
00:00 Una figura femminile tragica e imponente al centro del salone d'onore della misericordia
00:21 Venezia tiene in mano un lungo ramo che termina con una piccola scarpa. Gli occhi della donna
00:26 sono bianchi, vuoti. Quando inizia a muoversi, spingendo in avanti il ramo, non c'è certezza
00:30 nei suoi passi, solo una disperata sensazione di ricerca di qualcosa che non c'è in nessun
00:35 modo dato sapere. Il pubblico intorno osserva e a poco a poco viene completamente assorbito
00:40 dal micromondo dello spettacolo. Siamo alla 51esima Biennale Teatro e quello che stiamo
00:44 vedendo è la performance "Domani" di Romeo Castellucci interpretata da Ana Lucia Barbosa.
00:49 "Domani" è una figura del tempo notano i critici e probabilmente hanno ragione, ma
01:13 quando la performer cercando di andare oltre il luogo comincia a colpire con la scarpa
01:17 tronco le pareti del salone, ecco che ogni colpo genera un suono primordiale, un eco
01:21 mostruoso e profonda, una sorta di esplosione che potrebbe anche essere la voce di qualcuno
01:25 che semplicemente dice "No". Non ci sono altri spazi, non c'è via d'uscita anche la cicità
01:38 che la mitologia ha sempre associato alla preveggenza, qui è diventata inutile. Il
01:43 "Domani", se mai davvero lo spettacolo si interrogasse su questo, è del tutto inconoscibile,
01:47 anzi c'è precluso nel fragore di quei tuoni sonori. Viene da pensare che ci possono essere
01:52 riferimenti alla crisi ecologica, come alla cicità di Saramago, ma non abbiamo conferme.
01:56 Forse i significati non esistono, esistono solo i gesti, lo spazio della performance,
02:01 il potere segreto e magnetico, delle forme d'arte che Castellucci da sempre immagina
02:05 come assoluto, come totalità, questa sì, capace di andare oltre la disperazione.
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