• anno scorso
Trascrizione
00:00 Giorgio Diritti, regista sensibile del "Vento fa il suo giro", "Dell'uomo che verrà", fantastico,
00:13 ancora lo ricordo con commozione su "Santa Ana di Stazze", ma poi volevo...
00:18 "Manza Motto"
00:18 "Montesole"
00:20 Sì, "Montesole, Manza Motto"
00:21 e poi volevo nascondermi con Elio Germano che faceva "Li Gabù" e adesso "L'Ubo" in concorso
00:34 alla mostra del cinema, perché hai deciso di affrontare e dedicare un film a questo
00:42 personaggio e al libro da cui hai tratto?
00:45 Perché "L'Ubo" è un povero Cristo, nel senso buono del termine, che fa l'artista di strada
00:53 che si trova nella vita a subire qualcosa di più grande di lui, si trova a subire una
01:01 grande ingiustizia, l'ingiustizia di vedere che i propri figli, mentre lui è militare,
01:06 vengono portati via, solo perché è un nomade, perché non ha una residenza stabile e quindi
01:12 questo suo modo di vivere è diverso, diventa una discriminante che poi scatena quella che
01:20 diventerà anche una catena, diciamo, in un certo senso del male di cui lui in parte partecipe,
01:29 ma che poi anche ha la capacità di ribaltare credendo di più nella possibilità di fare
01:36 una vita, credendo di più nell'amore, credendo a un certo punto molto nella giustizia.
01:40 C'è un tema di ingiustizia, di desiderio di giustizia che sembra uno dei fili, siamo
01:51 alla fine di Venezia, uno dei fili che contamina in varie declinazioni tanti film.
02:00 Al di là dell'epoca storica, evidentemente è qualcosa che ancora ci fa interrogare,
02:10 che ancora è un macro tema questa ingiustizia.
02:13 Evidentemente c'è una capacità del cinema, diciamo così, comunque degli autori, come
02:19 vogliamo chiamare quelli che fanno il mestiere come il mio, c'è una volontà di porre
02:25 l'attenzione su questa cosa, perché la sensazione che si ha è che la società continua a impantare
02:30 e a sbattere, e che queste stesse cose alla fine rischiano di portare di nuovo a conflitti,
02:36 a guerre, eccetera.
02:37 C'è la scommessa triste oggi che appare abbastanza persa, è quella che negli anni
02:43 70, eccetera, ci faceva sperare in un mondo migliore.
02:49 C'è una delle cose, io ricordo anche un film tostissimo come "Hair", non so se ricordi,
02:54 o altri, dove c'era, sì anche nell'attreggere, ma c'era la sensazione che si stava costruendo
02:59 qualcosa per un mondo migliore.
03:01 Oggi, passati tanti anni, la sensazione è che ci sia semmai un ritorno a una condizione
03:07 così di rassegnazione, quasi che la negatività, diciamo tra virgolette il male, l'indifferenza
03:15 verso l'altro, il fatto che qualcuno crepi, vabbè, fa lo stesso.
03:19 Anche rispetto alla guerra che ahimè sta accadendo, noi abbiamo passato un primo periodo
03:25 di grande empatia e commozione nelle immagini che arrivavano dall'Ucraina, straziati, eccetera.
03:31 Adesso c'è quasi un'abitudine, è il momento più drammatico perché l'abituarsi alla guerra
03:37 vuol dire abituarsi all'ipotesi che questa arrivi in casa nostra.
03:41 Siamo qui con il protagonista di "Lubo" in concorso a Venezia '80, di Giorgio Di Ritti,
03:49 racconta per favore "Lubo", chi è?
03:55 Chi è? "Lubo" è un individuo, lui è un uomo, lui è un padre, ma anche lui è un popolo,
04:05 lui fa parte di una storia che abbiamo quasi dimenticata.
04:11 Vediamo il suo viaggio, i suoi dolori, ma anche la sua speranza nella guerra mondiale
04:19 e anche negli anni '50 e '60.
04:25 Questo è un film che racconta anche un po' la storia del nostro passato.
04:33 Lui è un artista di strada, suona tanti strumenti, ha un po' di giocoleria, ama le donne,
04:47 è una persona complessa e semplice allo stesso tempo.
04:54 Margherita è una ragazza immigrata in Svizzera durante la guerra con un figlio,
05:04 con un compagno che in realtà non è presente, che non è chiaro nel film che è fino a fatto,
05:11 ma in qualche modo si può intuire che, come succedeva molto spesso in tempi di guerra,
05:16 c'erano queste separazioni volute, non volute, forzate, non forzate,
05:21 ma di cui non si poteva mai prevedere la fine.
05:25 Perciò questo in qualche modo accomuna Margherita a Lubbo ed è una donna...
05:32 - Cresce un bambino da sola? - Sì, ha un figlio ed è sola e è immigrata.
05:38 Per cui è una donna che, come tantissime altre, desidera amare, desidera qualcosa di semplice,
05:47 una tregua forse, desidera la possibilità di amare di nuovo.
05:55 [Musica]

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