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Milano, 23 nov. (askanews) - Un'artista iraniana, nata proprio nell'anno della rivoluzione islamica, che ragiona sul tema della città di Teheran e sulla sua evoluzione. Nazgol Ansarinia è la protagonista dell'ultimo appuntamento di Visioni diacroniche, il progetto artistico ideato da BAM Biblioteca degli alberi di Milano della Fondazione Catella insieme a Volvo Studio, che ospita gli incontri e le esposizioni delle opere. "Quello che sto cercando di fare - ha detto ad askanews l'artista - è di mostrare il mio metodo di lavoro, che si basa sulla decostruzione di un soggetto, sulla separazione degli elementi che lo compongono, per poi metterli di nuovo insieme per mostrare qualcosa di nuovo rispetto a cose che riteniamo consuete, ordinarie, o che diamo per scontate".Il ragionamento di Ansarinia si sviluppa intorno ai possibili cambiamenti sociali che le trasformazioni fisiche in qualche modo rappresentano e la sua pratica è, come ci ha confermato anche la curatrice Ilaria Bonacossa, parte integrante dei suoi lavori. "Nazgol Ansarinia - ha detto la direttrice del Museo nazionale di Arte digitale - è un'artista iraniana che lavora sull'idea della città, della trasformazione dello spazio urbano e come questa dimensione dello spazio privato e pubblico sia politica e il suo lavoro in questo momento è diventato sempre più attuale vista la condizione del suo Paese e lavorare sulle trasformazioni dello spazio pubblico parla anche delle trasformazioni dei diritti e delle possibilità che le persone hanno in Iran. Parlando con lei però mi ha detto che è da un anno che lei a Teheran non si copre la testa e questa è una rivoluzione perché dice che sono tantissime le ragazze come lei che sono libere di girare a capo scoperto e questo fa la differenza".Tutti i progetti presentati in questa primo ciclo di Visioni diacroniche hanno riguardato l'arte digitale e la sostenibilità. BAM e Volvo fanno sapere che, dati i buoni risultati, stanno già lavorando a una nuova edizione.

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