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Milano, 26 feb. (askanews) - Con lo sviluppo tecnologico dei dispositivi di monitoraggio continuo della glicemia, introdotti una decina di anni fa, la terapia per i pazienti diabetici sta vivendo una vera e propria rivoluzione, che ha già cambiato e cambierà ulteriormente la vita di milioni di persone. Lo spiega Emanuele Bosi, primario di Diabetologia ed Epatologia all'Ospedale San Raffaele di Milano. "E' una svolta epocale perché oggi è possibile misurare la glicemia in continuo e averne il risultato in tempo reale. Questo è possibile da alcuni anni ed è una svolta epocale per una considerazione molto semplice: avere il diabete significa avere la glicemia alterata. Scopo della terapia del diabete è normalizzare la glicemia. Ma se lei non ha la possibilità di misurarla come fa a sapere se quello che sta facendo è corretto, se funziona oppure no? Poiché il parametro può cambiare di continuo in funzione dell'attività fisica, in funzione della alimentazione, in funzione della terapia farmacologica e non farmacologica, avere costantemente il dato in misurazione e in lettura in tempo reale è davvero una rivoluzione".Gli studi riconoscono un miglioramento della qualità della vita nell'impiego del monitoraggio. Se ne è parlato a Milano alla conferenza "WELL DONE - Share your experience in diabetes", una due giorni di confronto tra oltre cento esperti diabetologi organizzata da Roche per fare il punto sull'evoluzione tecnologica nel diabete e condividere tra addetti ai lavori le esperienze di utilizzo dei dispositivi sui pazienti.Massimo Balestri, general manager di Roche diabetes care Italy: "Per noi questo evento è un importantissimo momento di confronto con i clinici per capire non solo come le tecnologie possono essere utilizzate ma come noi come operatori del settore possiamo aiutare i clinici e le persone con il diabete a fare un miglior uso delle tecnologie che oggi sono a disposizione".Per il diabete di tipo 2 la remissione della malattia, indeterminati casi, è possibile ma costituisce l'eccezione. Il monitoraggio glicemico però la facilita. ""Aiuta perché rende consapevole la persona di come vanno le cose. E poiché vi è un dato che è granitico - prosegue Bosi - cioè il fatto che il buon controllo della glicemia minimizza gli effetti negativi del diabete mentre invece tutto ciò che di poco simpatico si associa al diabete è in larga misura da attribuire alla glicemia mal controllata. E quindi averla costantemente in lettura aiuta molto e quindi aiuta per la remissione ma diciamo in generale aiuta per il buon controllo".Il monitoraggio, viene sottolineato, è anche uno strumento di educazione, perché la persona capisce come si comporta la glicemia rispetto alla propria alimentazione e attività fisica. E in grado di far evitare i dannosi, e a volte pericolosi, picchiglicemici."Il beneficio più importante - prosegue - è relativo al miglioramento del rapporto delle persone con diabete con la propria malattia e nel rapporto con i clinici. Questo consente una maggiore aderenza alla terapia e al mantenimento del proprio livello glicemico all'interno degli standard".Per una diffusione su larga scala dei sistemi di monitoraggio continuo però, occorre una rinnovata pianificazione strategica ma anche abbattere barriere di tipo culturale."Umanamente - aggiunge Balestri - c'è una certa resistenza al cambiamento e di fronte a opportunità offerte dal innovazione tecnologica spesso si vede che vincere la resistenza a rompere certi paradigmi non è non è facile. Si vede nell'ambito della relazione tra medico e paziente, si vede nel comportamento dei pazienti stessi, si vede anche nella difficoltà da parte del Sistema Sanitario di accettare innovazioni che possono portare benefici enormi nel medio periodo ma che magari nel brevissimo periodo comporta una aggravio dei costi".

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