La Ami 6 riprende quasi per intero la meccanica della 2CV: da quest'ultima provengono il telaio a pianale su cui la carrozzeria viene posta in acciaio, tranne il tetto che invece è stato realizzato in plastica. Dalla 2CV proviene l'intero comparto delle sospensioni, sempre a ruote indipendenti e che conservano l'originale architettura a bracci oscillanti, molle elicoidali ed ammortizzatori idraulici a frizione e ad inerzia. Presenti anche i due molloni orizzontali di compensazione. L'impianto frenante prevedeva quattro tamburi, mentre lo sterzo era a cremagliera. La Ami 6 condivideva con la sua "sorella minore" anche il propulsore bicilindrico raffreddato ad aria, ma con cilindrata è portata a 602 cm³, mentre la potenza massima è cresciuta a 21.5 CV SAE, sufficienti per spingere la Ami 6 ad una velocità massima di 105 km/h. La Ami 6 era equipaggiata con un cambio manuale a 4 marce, interfacciato con il motore mediante una frizione monodisco a secco. La presentazione ufficiale della Ami 6 avvenne lunedì 24 aprile 1961 simultaneamente nelle città di Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Colonia, Milano, Ginevra e presso l'aeroporto militare di Villacoublay, nei pressi di Versailles. La reazione della stampa di fronte ad una vettura dallo stile così singolare fu di sincera perplessità: in molti storsero il naso, specialmente osservando il frontale ed affermando quindi che la vettura sembrava incidentata o addirittura che un elefante si fosse seduto sul cofano motore.
Meno perplessità suscitò il particolare profilo del padiglione, il cui montante rovesciato disegnava una linea a Z, mentre vi furono consensi unanimi sul fronte dell'abitabilità interna. Molte delle foto scattate alla vettura si avvalsero anche della partecipazione di modelle scelte appositamente per rendere più accattivanti le immagini da distribuire al pubblico all'interno dei dépliant. Inoltre, la Ami 6 fu considerata fin dall'inizio un'auto per un pubblico prevalentemente femminile, ed anche questo aspetto fu il motivo per cui vennero scelte delle donne per le foto della Ami 6, foto che tra l'altro venivano scattate in ambientazioni prettamente femminili, come le gioiellerie più esclusive di Parigi, ad esempio.
Meno perplessità suscitò il particolare profilo del padiglione, il cui montante rovesciato disegnava una linea a Z, mentre vi furono consensi unanimi sul fronte dell'abitabilità interna. Molte delle foto scattate alla vettura si avvalsero anche della partecipazione di modelle scelte appositamente per rendere più accattivanti le immagini da distribuire al pubblico all'interno dei dépliant. Inoltre, la Ami 6 fu considerata fin dall'inizio un'auto per un pubblico prevalentemente femminile, ed anche questo aspetto fu il motivo per cui vennero scelte delle donne per le foto della Ami 6, foto che tra l'altro venivano scattate in ambientazioni prettamente femminili, come le gioiellerie più esclusive di Parigi, ad esempio.
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