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Roma, 23 mag. (askanews) - Con un cappello a forma di balena in testa, Hideki Tokoro fa un giro della nuova "nave madre" giapponese per la caccia alle balene, la Kangei Maru, partita dal Giappone occidentale per la sua prima battuta di caccia. Lui è il presidente della compagnia che l'ha costruita. La nuova nave è più grande e moderna della precedente, la Nisshin Maru, dismessa l'anno scorso dopo tre decenni di navigazione; ha cabine, wi-fi, droni che si possono alzare in volo per avvistare le prede, grandi lame e un ponte per la macellazione. Ha un impianto di lavorazione interno dove la carne viene lavorata prima di essere refrigerata.Tokoro sostiene che la caccia alle balene serve anche a proteggere l'ecosistema marino: "Mangiano le creature marine che dovrebbero nutrire gli altri pesci. In Giappone si pescano sempre meno calamari e pesce spada. Questo perché il numero di balene sta aumentando. Dobbiamo quindi abbattere alcune balene e mantenere l'equilibrio", afferma, e aggiunge: "La carne di balena è anche buona e fa bene alla salute".L'ultima nave madre è stata a lungo inseguita nell'Antartico da attivisti e ambientalisti decisi a interromperne le operazioni, ma il Giappone ne ha costruita una ancora più grande di quasi 9.300 tonnellate e ha inaugurato una nuova era per un'industria che il governo difende come parte integrante della cultura giapponese. Il Paese ha ripreso la caccia commerciale alle balene nelle proprie acque; è uno degli unici tre al mondo a praticarla, insieme a Norvegia e Islanda.

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