Raven Saunders, perché la pesista di Parigi 2024 nasconde il volto dietro a una maschera

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Non passa inosservata, Raven Saunders. L'atleta americana specializzata nel lancio del peso ha catturato l'attenzione a Parigi 2024, sia per il suo look eccentrico. Con metà dei capelli viola e l’altra metà verde, occhiali da sole con lenti gialle e una maschera nera che le copre completamente il volto, Saunders si è presentata allo Stade de France per la fase di qualificazione alla finale delle Olimpiadi, attirando la curiosità del pubblico.

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Raven Saunders, l'atleta "mascherata" tra sport e inferno
Al di là del suo aspetto, la storia di questa atleta è un potente esempio di resilienza e impegno sociale. Già vincitrice della medaglia d'argento a Tokyo 2020, Saunders ha affrontato e superato difficoltà personali enormi, tra cui una grave crisi depressiva che l’ha portata a un passo dal suicidio. La sua vicenda ha fatto il giro del mondo, e oggi Saunders è una delle voci più forti nella difesa dei diritti delle persone oppresse.

Nata nel 1996 a Charleston, nella Carolina del Sud, Saunders ha iniziato la sua carriera internazionale partecipando alle Olimpiadi di Rio 2016, dove si è classificata quinta nel lancio del peso. Al suo ritorno, la città le ha dedicato il "Raven Saunders Day", un riconoscimento che sembrava preannunciare un futuro luminoso. Tuttavia, nonostante i successi iniziali, la sua carriera ha presto incontrato ostacoli imprevisti. Trasferitasi in Mississippi per frequentare la Ole Miss University, Saunders ha dovuto affrontare infortuni, problemi economici e, soprattutto, un crescente senso di smarrimento.

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La mattina del 26 gennaio 2018, Saunders si trovava in uno stato di confusione mentale così profondo da fermarsi sull’orlo di un viadotto con l’intenzione di togliersi la vita. Solo un messaggio inviato a una psicoterapeuta dell’università l’ha salvata. Grazie a quel gesto disperato, Saunders è stata prontamente assistita, iniziando così un lungo percorso di cura per la depressione, l’ansia grave e il disturbo da stress post-traumatico.

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Il ritorno alla vita e la maschera di Raven Saunders
Dopo mesi di terapia e un lento ma costante recupero, Saunders è tornata in pista, letteralmente, e ha conquistato la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Sul podio, ha incrociato le braccia formando una X, un gesto che ha voluto dedicare a tutte le persone oppresse nel mondo, dalla comunità LGBTQ, di cui fa parte, a chiunque lotti per i propri diritti. Quell’immagine ha fatto il giro del globo, consacrando Saunders non solo come atleta di talento, ma anche come un’icona di giustizia sociale.

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Il significato della maschera
Una parte integrante della sua identità pubblica è l’uso della maschera, in particolare quella di Hulk. Questa scelta, inizialmente legata alle restrizioni del COVID-19, è diventata un rituale che la aiuta a concentrarsi prima delle gare. La maschera non è solo un accessorio, ma un simbolo della sua battaglia interiore.

Come ha spiegato la stessa Saunders, la scelta di Hulk riflette il suo bisogno di controllare e canalizzare la sua forza interiore, proprio come Bruce Banner fa con il suo alter ego nei momenti critici. A Parigi 2024, invece, ha preferito un accessorio completamente nero e molto coprente, quasi fosse un passamontagna.

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Una voce per chi non può parlare
Oggi, Raven Saunders usa la sua visibilità non solo per eccellere nello sport, ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi fondamentali come la salute mentale e la giustizia razziale. Ha accettato di raccontare la sua storia in un documentario intitolato Fuori dal buio, con l’obiettivo di ispirare e dare speranza a chi affronta le stesse difficoltà.

Le maschere che indossa in gara, siano esse quella di Hulk, del Joker o completamente nere, sono un mezzo per amplificare il suo messaggio sociale. La sua sfida non è solo contro le avversarie sul campo, ma anche contro l’ingiustizia e l’emarginazione. «Voglio dare v...

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