Dalla sua poesia preferita alle emozioni vissute a Parigi durante le Olimpiadi: Filippo Tortu si racconta. Guarda il video di Federico Manasse.
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SportTrascrizione
00:00Non sono un tipo da poesie, però c'è una poesia che in particolar modo in quel periodo a Tokyo mi era capitata
00:08sott'occhio ed è Se di Kipling. Non la recito testualmente perché non la so e farei solo figuracce, però il senso è che
00:15bisogna trattarla lo stesso modo, la vittoria e la sconfitta
00:19perché sono due impostori. Quella frase l'ho fatta mia prima di Tokyo ed è mi ha aiutato
00:24anche a vincere
00:25e a rendermi conto che non puoi essere più o meno orgoglioso di te stesso in base a un traguardo
00:34sportivo. Devi essere orgoglioso tutti i giorni, non solo il giorno della gara perché è andata bene
00:38o è andata male. È più importante una semplice medaglia o riconoscimento
00:44oppure tutto il lavoro che c'è stato dietro, i momenti trascorsi,
00:48i raduni. Quelle sono le cose che ti fanno
00:51essere orgoglioso di te stesso e fiero di quello che fai. Venendo qui ho incontrato
00:58Stefano Sottile, che forse è l'ultimo dei quarti, nel senso che è il più fresco. Abbiamo fatto le Olimpiadi giovanili assieme, abbiamo fatto Tokyo,
01:06ci conosciamo da una vita. Ieri mi ha elettrizzato, è stata fatta una gara
01:10pazzesca, naturalmente è una gara anche complicata da vivere emotivamente, purtroppo anche per come è andata per Jimbo,
01:18però lui mi ha reso molto
01:21felice ed ero contento di vederlo
01:23così. Allo stesso modo Fabri,
01:26Leo, che era in stanza con me, era qui per arrivare, prendere una medaglia
01:32che lui sapeva di poter valere. È arrivato quinto e lui ha detto che me la sono giocata tutta.
01:38Come si bilancia la competitività, la voglia di migliorarsi costantemente, che un atleta ha,
01:44con la soddisfazione, la consapevolezza di aver dato il massimo
01:50e in un contesto come le Olimpiadi, non fare medaglia probabilmente significa semplicemente che c'è gente che
01:56è andata ancora meglio di te, ma sei comunque quarto al mondo, cioè se hai dato tutto
02:03io penso che ci sia tanto di cui essere, alla fine, appagati. La voglia, quella c'è sempre, anche quando vinci.
02:11A quel punto sei lì che pensi a quello che puoi fare tu per migliorare, battere
02:15tra virgolette, te stesso. C'è lo dentro quando gioco a biliardino, quando gioco a carte con i miei amici, c'è lo sempre, quindi
02:23è il fuoco che ci tiene noi atleti vivi. Secondo me è anche facile dare il massimo
02:29in campo, nel senso che è logico.
02:33C'è chi è che non dà il massimo quando è lì in una finale olimpica. L'importante è che noi siamo arrivati a quell'appuntamento
02:41sapendo di non aver lasciato nulla al caso, di aver preparato tutto,
02:45di essere arrivati lì avendo fatto tutto. Tu dici noi ci siamo
02:49allenati
02:50giorno e notte per questo appuntamento
02:53e poi vada come vada. Voi siete consapevoli del fatto che
02:59l'aspettativa che si è creata al di fuori, e che magari vi siete creati anche voi,
03:04fondamentalmente nasce dal fatto che voi abbiate fatto un'impresa
03:07che non era assolutamente concepibile a Tokyo. E se noi togliessimo Tokyo dall'equazione, tu dici
03:14dieci anni fa, a Parigi 2024 arriviamo quarti nella staffetta 4%,
03:20probabilmente nessuno in Italia ci crederebbe. Io faccio parte di questo gruppo dal 2016,
03:27dall'anno in cui noi non ci siamo qualificati per le Olimpiadi, quindi
03:31è logico che era impensabile e le aspettative erano altissime, sia da parte
03:38diciamo un po' del pubblico, del percepito, che ci ha fatto molto piacere perché
03:43c'è tanto interesse, c'è tanto tifo
03:46dietro questa staffetta, però le aspettative più alte naturalmente ce le abbiamo sempre
03:50sempre noi atleti. Poi in particolar modo io vivo un po' nel mio mondo, non so quello che accade all'esterno.
03:56Dicevano in questi giorni sono un po' di polemico, cose che...
04:00Io non so niente perché non leggo né cose belle né cose brutte
04:03da quando ho iniziato a fare atletica, non guardo i social, non guardo nulla, quindi le aspettative
04:10sono le nostre. Quando tu sacrifichi gran parte della tua vita per qualcosa
04:16un commento di qualsiasi persona che non è una dei tuoi compagni di squadra, uno dei tuoi allenatori
04:24non può naturalmente
04:26alzare quello che... o metterti più pressione di quella che già ti metti da solo, ecco. Le critiche servono sempre
04:34poi dipende come vengono fatte, dipende che intenzioni hanno anche quelle critiche perché spesso hanno un obiettivo ben mirato che non è quello di
04:41essere una critica costruttiva, ma al contrario di
04:45distruggere qualcosa. E poi ripeto, noi siamo contenti, siamo contenti, siamo felici ed è un
04:51traguardo, secondo me, che va che va celebrato come merita
04:56e come il nostro, quello di tanti colleghi sia dell'atletica
05:02italiana che comunque della spedizione in generale, sono arrivati quarti
05:06o quinti o comunque hanno centrato una finale
05:10perché sono... sei qui a giocartela con i migliori al mondo e
05:15farne parte è qualcosa di cui
05:18devi essere
05:19contento, quindi noi siamo
05:23tanto grati di quello che ci siamo meritati perché abbiamo lavorato tanto per questo risultato e quindi è qualcosa di cui
05:30dobbiamo essere contenti.