Roma, 16 set. (askanews) - Ad un anno esatto dalla sua scomparsa arriva a Roma una grande mostra su Fernando Botero, a Palazzo Bonaparte fino al 19 gennaio 2025. Centoventi capolavori che ripercorrono il suo percorso artistico attraverso la pittura e la scultura. Le forme monumentali dei suoi soggetti e le fisicità corpulente sono da sempre il suo marchio iconico, ciò che ha reso il suo stile unico e immediatamente riconoscibile. Botero rappresenta sulle sue tele l'opulenza delle forme, il volume insieme all'uso iperespressivo del colore, quell'abbondanza che è anche positività, ricchezza e vita. Sono presenti in mostra le serie con i temi a lui più cari, come l'amata America Latina, il circo, la religione, la mitologia, la natura morta e la corrida.
[idgallery id="1375893" title="Fernando Botero: il film della sua vita"]
Dipinti, acquerelli, carboncini, sculture mostrano l'universo poetico dell'autore, che affonda le radici nella sua Colombia, e che è sempre contraddistinto da ironia e sensualità. La mostra esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e l'Italia e si apre con un'opera importantissima e mai esposta prima: "Omaggio a Mantegna" del 1958, prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto dalla figlia dell'artista, Lina Botero, tramite Christie's.
[idarticle id="1375829,2232392,2327310" title="Fernando Botero, la vita dell'artista colombiano ora al cinema,Van Gogh, Botero e gli altri eventi da non perdere,A Bogotà, i graffiti di due artiste per combattere i Narcos"]
Sono presenti in mostra anche le versioni di Botero di capolavori come la "Fornarina" di Raffaello, il celebre dittico dei Montefeltro di Piero della Francesca e una versione dell'infanta da "Las Meninas" di Velàzquez. Benché per il grande maestro l'arte dovesse produrre piacere, nella mostra a Palazzo Bonaparte sono esposte anche le sue tele di denuncia, in particolare quella sulla violenza in Colombia e quella sulle torture perpetrate ad Abu Ghraib.
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Dipinti, acquerelli, carboncini, sculture mostrano l'universo poetico dell'autore, che affonda le radici nella sua Colombia, e che è sempre contraddistinto da ironia e sensualità. La mostra esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e l'Italia e si apre con un'opera importantissima e mai esposta prima: "Omaggio a Mantegna" del 1958, prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto dalla figlia dell'artista, Lina Botero, tramite Christie's.
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Sono presenti in mostra anche le versioni di Botero di capolavori come la "Fornarina" di Raffaello, il celebre dittico dei Montefeltro di Piero della Francesca e una versione dell'infanta da "Las Meninas" di Velàzquez. Benché per il grande maestro l'arte dovesse produrre piacere, nella mostra a Palazzo Bonaparte sono esposte anche le sue tele di denuncia, in particolare quella sulla violenza in Colombia e quella sulle torture perpetrate ad Abu Ghraib.
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