Padova, l'intervista al padre di Chiara Jaconis: «Voglio pensare che stesse sorridendo in quel momento»

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«Se penso a lei penso al suo sorriso: prima di perdere conoscenza stava ridendo, e me la immagino contenta insieme al suo fidanzato Livio». Così papà Gianfranco ha voluto ricordare Chiara Jaconis, la trentenne di Padova deceduta martedì mattina all'Ospedale dei Mari di Napoli dopo essere stata colpita due giorni prima da un grosso pezzo di una statuetta in onice precipitata da un balcone al terzo piano di uno degli alti palazzi dei Quartieri Spagnoli, il cuore pulsante della città partenopea. Arrivato pochi minuti prima delle 12 di oggi, sabato 21 settembre, alla Santinello Funeral Home, dove è stata allestita la camera ardente, Gianfranco Jaconis ha parlato commosso l'amata figlia: «Era sempre allegra, quasi come se dovesse concentrare in trent'anni una vita intera. Guardavamo insieme i film comici, in particolare quelli di Checco Zalone: ogni volta era una risata continua. Poi si stupiva sempre e di tutto, come se vivesse in un mondo parallelo: mi sembra di vederla ancora con la bocca aperta. Il suo primo lavoro lo ha trovato a Eurodisney a Parigi: pur vedendole spesso rimaneva incantata davanti alle sfilate con le principesse. Era una favola, la sua favola».

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