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prof. Alessandro Benigni
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ApprendimentoTrascrizione
00:00Veniamo allora a parlare adesso della questione sociale, questione cattolica e questione meridionale,
00:14tre grandi questioni che il governo Giulietti si trova, i governi Giulietti si trovano a
00:20dover affrontare. Allora siamo nell'ultimo decennio dell'Ottocento, il movimento dei
00:32lavoratori che accresce la sua importanza grazie appunto a alcune misure importantissime
00:39come quelle dell'istruzione, istruzione elementare che viene resa obbligatoria e gratuita a partire
00:45da 1877 e poi naturalmente l'allargamento del diritto di voto. Nascono così la prima
00:53Camera del Lavoro, siamo nel 1891 e nasce anche il Partito Socialista Italiano l'anno
01:06dopo nel 1892 e nelle campagne invece si diffondono le leghe contadine. Allora stavamo dicendo
01:15di questa questione sociale. Diciamo qualcosa in più, Giulietti si trova a dover affrontare
01:27tre principali problemi proprio all'inizio del Novecento, questione sociale, questione
01:36cattolica e questione meridionale. Giulietti si muove con abilità sul campo sociale, va
01:42detto già come ministro degli interni del primo governo Zanardelli, già lì dimostra
01:49di essere capace, di essere attento, di essere intelligente nell'intraprendere l'azione
01:55politica e negli ultimi decenni dell'Ottocento sotto i governi della sinistra storica era
02:00cresciuto il movimento dei lavoratori, era cresciuta la forza dei lavoratori. Perché?
02:09Perché ci sono appunto degli elementi che hanno in qualche modo anche incentivato, favorito,
02:16hanno contribuito a questa crescita, per esempio l'istruzione elementare obbligatoria e gratuita,
02:22la legge Coppino del 1877, poi l'allargamento del diritto di voto nel 1882, ma anche l'incremento
02:46demografico che qui nella slide non è segnato, va ricordato, nel 1870 siamo circa 26 milioni,
02:54nel 1905 andiamo come numero di abitanti italiani, sudditi cittadini italiani a quasi 34 milioni,
03:06quindi da 26 milioni, 26 milioni rotti a quasi 34 milioni nel 1905, quindi una crescita,
03:13un incremento demografico molto importante e poi dal punto di vista organizzativo, dicevamo
03:18prima, la prima camera del lavoro, l'abbiamo già sottolineata e il Partito Socialista Italiano
03:23che viene fondato nel 1892. Giulietti riconosce che la crescita dei movimenti operai, la crescita
03:32dei movimenti contadini non può essere fermata e come si fa allora? Bisogna controllarla
03:39pacificamente, questa è la grande idea di Giulietti, Giulietti ha quest'idea di uno
03:47Stato che è un arbitro, è un pacificatore e infatti Giulietti decide di garantire maggiore
03:55libertà di azione ai lavoratori e di fatto promuove per esempio, l'abbiamo detto, leggi
04:03assistenziali e leggi previdenziali. Fatto sta che nel 1901, nel biennio 1901-1902,
04:11l'Italia è investita da una ondata di sciopere impressionante, vi do un dato,
04:20soltanto nel 1901 sono circa 1400 gli scioperi che vengono realizzati in Italia e Giulietti
04:32cosa fa? Giulietti si mantiene neutrale, lascia che il conflitto sia risolto dai protagonisti,
04:39dalle parti in causa, favorisce la trattativa, favorisce e si impegna perché gli scioperi
04:47siano manifestazioni pacifiche da entrambe le parti e quindi sostanzialmente è un'azione
04:55anche pedagogica in qualche modo, insegna come si contratta, lo deve insegnare anche
05:02agli industriali, c'è la berima quella storiella che poi è vera, c'è una documentazione
05:07che vi raccontavo di quel suo amico in Sicilia, se non ricordo male, che gli scrive, gli manda
05:13un telegramma e gli dice insomma questi scioperi bisogna fermare, rispondete che bisogna contrattare
05:19altrimenti che vada lui stesso nella vigna a vedere com'è bello fare la vendemmia.
05:26Ci sono delle leggi a favore dei lavoratori, vengono intraprese delle idee, dei tasselli
05:36che cominciano a contribuire a costruire un grande mosaico di leggi che riguardano il
05:44mondo del lavoro, anche assistenziali e anche previdenziali, per esempio il consiglio superiore
05:48del lavoro del 1902, una serie di norme per limitare il lavoro femminile, per limitare
05:55il lavoro minorile, lo sfruttamento, 1902, poi 1906, l'assicurazione obbligatoria per
06:03gli infortuni sul lavoro del 1903, poi la legge sulle aziende municipalizzate, la massiccia
06:11opera di nazionalizzazione del servizio telefonico, siamo nel 1903 agli albori del servizio telefonico,
06:18quindi è chiaro che Giolitti si dà da fare opera per garantire una maggiore libertà
06:26d'azione, di azione dei lavoratori in coordinamento con i sindacati, le camere del lavoro e quant'altro,
06:43e quindi quest'idea della legislazione assistenziale e previdenziale in qualche modo viene recepita
06:54dalle masse dei lavoratori come uno sguardo paterno del Governo, amico del Governo, un'azione
07:02di dignità, di ricostruzione della dignità del lavoro, anche qui abbiamo detto durante
07:11l'ondata di sciopere del Bienio 1901-1902, lo accennavamo prima, Giolitti mantiene il
07:17Governo neutrale e favorisce la trattativa, c'è questo sciopero generale, un grande sciopero
07:24generale del 1904, Giolitti scioglie le camere, è un momento di crisi, questa è una cosa
07:31che farà spesso, scioglie, poi non ci sono alternative e viene richiamato e quindi ritorna
07:36lui al Governo, infatti qui ritorna al Governo nel maggio del 1906 e grazie al sostegno parlamentare
07:43dei socialisti varano alcune importanti riforme che sono poi queste qua, la nazionalizzazione
07:50delle ferrovie nel 1905, la conversione della rendita dei titoli pubblici nel 1906, il monopolio
07:56statale sull'assicurazione del lavoro nel 1912, tutta questa idea forse qui è spessa
08:05nella slide in modo frammentario, la andiamo poi a vedere nel manuale che è dettagliatamente
08:14spiegata. Poi è molto importante il discorso dell'elezione del 1904, questa riguarda
08:21poi l'intesa con i cattolici, il famoso patto Gentiloni, Giolitti cosa fa? Cerca un'intesa
08:33con i cattolici per queste elezioni perché naturalmente i liberali sono pochi, sono isolati,
08:38c'è stato l'allargamento dei voti socialisti e i cattolici sono quotati come grandi partiti
08:46di massa, i liberali sono in difficoltà, quindi Giolitti cerca un'intesa con i cattolici,
08:52cosa dà in cambio? Beh in cambio promette di rinunciare alle posizioni anticlericali
08:59che un po' erano in stile liberale diciamo. E così in Parlamento fanno la loro comparsa
09:07i primi cattolici, i primi deputati cattolici. Perché questo? Perché con l'introduzione
09:16del suffraggio universale maschile del 1912 la Chiesa aveva paura, la Chiesa aveva cominciato
09:22ad avere paura, i timori della Chiesa. Perché? Perché naturalmente l'allargamento del suffraggio
09:40avrebbe comportato una crescita del Partito Socialista con una crescita della circolazione
09:46del favore delle idee socialiste e quindi con il patto Gentiloni Giolitti ottiene l'appoggio
09:55dei cattolici ai liberali e con questo riesce a vincere l'elezione del 1913. L'espansione
10:05industriale cresce ulteriormente e con questa cresce anche il divario tra nord e sud e quindi
10:14entriamo nella questione meridionale. Il sud è ancora caratterizzato dal latifondo, da
10:23una agricoltura di tipo latifondistico sostanzialmente. Giolitti comincia a pensare, cerca di risolvere,
10:38cerca di porre mano almeno alla questione meridionale e comincia a varare leggi speciali
10:44per il meridione tra il 1904 e il 1909, siamo qui. Questi prevengono interventi mirati che
10:52però si dimostrano inefficaci, quindi questo primo tentativo non ha grande successo. Vorrei
11:03un attimo, adesso che ho introdotto un po' tutta la questione, tornare per un attimo
11:10alla questione cattolica, perché forse non si ricorda tanto bene da dove nasce questa
11:19questione cattolica. Nasce dal rifiuto del Papa Pio IX di riconoscere il Regno d'Italia,
11:25quindi è un collegamento questo con il programma dell'anno scorso, siamo nel 1861. Nel 1874
11:33Pio IX aveva promulgato questo decreto, il non expedite famosissimo che va ricordato
11:41in qualche modo, che cosa diceva questo ordine, questa sorta di dictatus pape? Proibiva i cattolici
11:50di partecipare alla vita politica, quindi ecco da dove nasce la questione cattolica. La questione
11:56cattolica nasce dal 1861 dal rifiuto del Papa Pio IX di riconoscere il Regno d'Italia. Giolitti
12:06qui cerca di risanare questa frattura che durava ormai da molto tempo tra
12:14Stato e Chiesa e all'elezione del 1904 pensa bene di avvicinarsi ai cattolici
12:26proprio per compensare la perdita dell'appoggio socialista, quindi l'espressione questione
12:31cattolica si riferisce a cosa? Si riferisce alla mancata integrazione dei cattolici
12:41nella politica, nella vita pubblica, nelle istituzioni italiane causata, lo ripeto ancora
12:47una volta perché è molto importante questo punto, causata questo mancato inserimento
12:53dei cattolici nella vita delle istituzioni italiane, nella politica italiana, causata
12:57dal mancato riconoscimento del Regno d'Italia da parte di Pio IX. Siamo nel 1861, possiamo andare
13:03indietro al 1861 e in particolare al 74 con il non expedito, ve lo ripeto ancora. Infatti nei
13:13primi decenni dopo l'unità d'Italia i cattolici restano sostanzialmente esclusi dal voto e la
13:21formula che girava è né eletti né elettori, non riconoscono questo, solo che nel 1909 alcuni
13:29cattolici deputati entrano comunque in Parlamento senza un partito confessionale perché capiscono
13:36naturalmente che i tempi sono cambiati e in realtà poi bisogna aspettare dopo la prima
13:45guerra mondiale perché il partito popolare di Don Sturzo nasce dopo la prima guerra mondiale,
13:51e da allora i cattolici avranno un loro partito. Fino a questo punto ci sarà il patto Gentiloni
14:01del 1913 con il quale Giolitti si ottiene l'appoggio dei cattolici ai candidati liberali
14:14e questo patto con la Chiesa naturalmente si permette ai cattolici di votare per i candidati
14:25liberali a condizione che i candidati liberali non prendano un'iniziativa contraria alla Chiesa,
14:30per esempio l'introduzione del divorzio, la riduzione delle scuole cattoliche e quindi in
14:36realtà questo patto Gentiloni favorisce la vittoria elettorale di Giolitti e l'elezione
14:41di oltre 200 deputati cattolici, però naturalmente c'è anche il rovescio della medaglia perché sì,
14:48è vero, Giolitti conquista l'elezione del 1913, ma 200 deputati cattolici quindi non può fare
14:54quello che vuole perché i deputati cattolici senz'altro come minimo controllano da vicino
15:00l'operato di Giolitti. Abbiamo già detto qualcosa anche della questione meridionale,
15:05la questione meridionale riguarda il grave divario socio-economico tra il sud e il nord
15:18d'Italia, nel sud siamo in un altro mondo, nel sud mancano le infrastrutture, non ci sono porti,
15:27non ci sono ferrovie, ci sono poche strade, dominano ancora il latifondo, la coltivazione
15:33è estensiva, non c'è una tecnica di coltivazione agricola paragonabile a quella del nord e infatti
15:40i grandi proprietari terrieri non investono e i fittavoli, quelli che affittano i terreni,
15:47che pagano l'affitto, vivono in condizioni che sono sostanzialmente medievali, quasi servili,
15:54in più il protezionismo peggiora la situazione perché peggiora la possibilità di esportare i
16:02prodotti agroalimentari del sud e un dato anche qui importante, alla vigilia della prima guerra
16:10mondiale il prodotto interno lordo procapite del sud è inferiore del 20% rispetto a quello del nord,
16:18è parecchio e quindi abbiamo fame, abbiamo povertà, abbiamo malattie, abbiamo condizioni
16:27genico-sanitarie peggiori, abbiamo un alfabetismo, sono piaghe queste molto diffuse e allora c'è
16:33questa valvola di sfogo che è l'emigrazione, l'emigrazione soprattutto verso l'America,
16:38naturalmente questo non risolve nessun problema, cioè sì l'eccesso di mano d'opera perché appunto
16:45non c'è lavoro, viene in qualche modo, ma non è che la competizione agricola o la competizione
16:52dal punto di vista dei salari migliora perché c'è l'emigrazione, quindi i contadini poi tra
16:58l'altro non sono pochi interessati alla politica, non organizzano lotte sindacali, la borghesia
17:05locale è ingessata, conserva i propri privilegi, i baronetti locali, i grandi proprietari terreri,
17:13i cosiddetti notabili dominano la scena politica locale ma in un mondo che si è come dire fermato,
17:21Giolitti cerca di affrontare questa questione meridionale come può naturalmente, c'è un ritardo
17:29socio-economico nel sud che è spaventoso, abbiamo detto che mancano le infrastrutture, porti,
17:34ferrovie, strade e questi sono necessari e indispensabili allo sviluppo industriale e
17:39commerciale del sud, di tutto il paese quindi, anche il latifondo, il latifondo non può funzionare,
17:44cioè i terreni sono nel degrado perché? Perché i terreni sono sfruttati senza interventi tecnici
17:50senza, c'è una cerealizzazione massiccia che impoverisce il terreno, sembra quasi di essere
17:56tornati indietro e anche le condizioni sociali, l'analfabetismo al sud, vi do questo dato così
18:05riusciamo a ricordarlo, è del 60%, 6 su 10 non parlano, non leggono, al nord è sì o no il 15%,
18:15questo nel 1911 e quindi insomma la situazione che Giulietti sinceramente si trova a dover affrontare
18:22è molto difficile e com'è questa politica di Giulietti per il sud? Qui è un po' un problema
18:32perché ci sono dei politici meridionalisti che insistono, credono che il meridione sia sfruttato
18:38a vantaggio del nord, Nitti, Salvemini, Fortunato e altri e fanno delle denunce,
18:44va bene d'accordo, denunciano che il sud è trattato come un serbatoio di consensi elettorali,
18:48di risorse fiscali e questo però per finanziare l'industria settentrionale secondo loro non si
18:54intraprendono e quindi vengono richieste riforme agricole, la distribuzione delle terre ai
18:59contadini per creare una classe di proprietari che cure il suolo, che sia interessata a lasciare
19:06alla propria discendenza un terreno che produce. Giulietti però è poco interessato a quest'idea,
19:12vuole spostarsi verso l'industrializzazione, Giulietti vuole puntare su una politica di
19:18sviluppo industriale del sud, simile a quella del nord, come è? Questo è il problema,
19:24con un intervento diretto dello Stato, chiedendo alle banche dei prestiti, quindi con agevolazioni
19:30fiscali, con infrastrutture e vedremo che insomma anche questa idea di Giulietti sarà
19:38destinata a non avere troppo successo. Vediamo adesso la politica estera, la guerra in Libia,
19:46quando Giulietti diventa primo ministro l'Italia è nella triplice alleanza, è schierata con Germania
19:52e Austria nel 1882, ma cerca accordi con la Francia, con il Regno Unito perché è interessata
19:59all'Africa e quindi vuole ottenere sbocchi in Africa. Dopo il fallimento della campagna
20:06d'Etiopia i nazionalisti chiedevano una ripresa della politica coloniale, sostenevano che la
20:12conquista di questi nuovi territori avrebbe portato addirittura a dare terre ai contadini
20:18meridionali, un'idea evidentemente… Giulietti riesce a trovare un'intesa con il Regno Unito,
20:27un'intesa con la Francia per annettere la Libia e in modo risoluto nel 1911 l'Italia dichiara
20:35guerra alla Turchia perché la Libia è sotto il controllo della Turchia e con la pace di Londra
20:40nell'ottobre del 1912 l'Italia ottiene appunto la Libia e le isole del Dodecaneso. Nel 1903
20:51Giulietti è Presidente del Consiglio, la politica estera italiana sta seguendo,
20:56andando un po' più nello specifico, sta seguendo una strategia doppia, un doppio binario diciamo,
21:03da un lato c'è un legame molto solido con Germania, Austria-Ungheria nella triplice alleanza,
21:09dall'altro l'Italia, abbiamo detto, partecipa alla competizione territoriale,
21:16si vogliono spartire i territori delle colonie a livello mondiale e quindi cerca accordi con
21:23Francia e Regno Unito proprio perché vuole questa espansione. Se ci ricordiamo la sconfitta di Adua
21:29del 1896 abbiamo detto, l'abbiamo ricordato prima, che dopo questo fallimento che è stato veramente
21:40un disastro della campagna d'Etiopia, i nazionalisti premono, chiedono una ripresa della politica
21:50coloniale, sono attivi attraverso soprattutto l'associazione nazionalista italiana che è
21:59stata fondata nel 1910 e qui vengono invocati motivi ideologici, socioeconomici per riprendere
22:05l'espansione territoriale, una grande ideologia. L'Italia ha questa idea molto diffusa, la missione
22:11civilizzatrice, questi paesi europei, queste potenze europee si sentono investite, ma è una
22:20scusa evidentemente, non c'è neanche bisogno di un dovere morale verso questi poveri popoli,
22:29queste tribù sottosviluppate e quindi la guerra di conquista è una guerra di civilizzazione,
22:35viene mascherata in questo modo, in realtà sono idee che lasciano il tempo che trovano.
22:41L'opinione pubblica e il mondo politico comunque chiedono e pensano che questo insediamento
22:49coloniale possa davvero soddisfare il bisogno di terre dei contadini meridionali, si spera che con
22:56le colonie si possa avere un territorio buono per placare le tensioni interne, per indirizzare le
23:05masse verso un approdo coloniale in qualche modo e quindi l'imperialismo, l'imperialismo viene visto
23:12come uno strumento per disinnescare la lotta di classe, per prevenire la rivoluzione e quindi i
23:19grandi imprenditori e la corona, anche il re spingono il governo verso questa politica di
23:24espansione territoriale anche per un discorso di prestigio e si arriva alla guerra in Libia.
23:30Giolitti interpreta la triplice alleanza in chiave difensiva e quindi si sente libero di
23:35cercare accordi con la Francia e con il Regno Unito per attaccare, per ampliare il proprio
23:43territorio e quindi per iniziare una politica imperiale all'estero e la Francia nel 1911 occupa
23:52il Marocco e a questo punto Giolitti pensa che sia il momento opportuno per muoversi in Libia,
23:56anche perché le pressioni dei nazionalisti e le pressioni dell'industriale, perché ci sono
24:05grossi interessi economici, evidentemente non si riescono più a contenere e quindi nel settembre
24:10del 1911 l'Italia dichiara guerra ai turchi e occupa le coste libiche. Allora abbiamo liberali,
24:17cattolici e nazionalisti che sostengono l'intervento con idee diverse, i cattolici
24:22pensano a una cracciata contro l'Islam addirittura e c'è solo una parte della sinistra tra cui
24:28socialisti e i repubblicani che si oppone perché pensano ai costi, agli effetti della guerra,
24:33cioè non certo per delle idee, per del moralismo ma perché semplicemente riputano che l'iniziativa
24:42sia controproducente dal punto di vista dei costi e degli effetti. Il conflitto si conclude
24:47molto presto con la pace di Lausanne del 18 ottobre 1912 e con questa pace viene sancita
24:55la sovranità dell'Italia sulla Libia. L'Italia ottiene anche un pezzettino di isole turche,
25:01di Rodi, del Dodecaneso, che rimangono italiane fino alla fine della seconda guerra mondiale.
25:09Naturalmente c'è la vittoria, ma va detta una cosa che nonostante la vittoria le difficoltà
25:16sono enormi, sono molto maggiori del previsto, quindi la sinistra, i socialisti, i repubblicani
25:21non avevano tutti torti. I costi finanziari dell'impresa sono spaventosi, il bilancio è
25:27compromesso e poi l'interno della Libia resiste alla conquista e poi non c'è niente, non si trova
25:34niente, viene definito uno scatolone di sabbia in modo polemico dagli oppositori. La Libia
25:45è ricchissima di risorse petrolifere, ma loro non si conoscevano, le risorse petrolifere della
25:49Libia erano totalmente sconosciute in questo periodo. La destra è insoddisfatta e allora
25:58si volta verso gli ottomani, vogliono fare la guerra agli ottomani. Oltretutto Giolitti non
26:04ottiene il consenso sperato, la guerra in Libia innesca una reazione a catena che poi vedremo
26:09porterà in qualche modo a tutto quel surriscaldamento che avrà poi a che fare con lo
26:16scoppio della prima guerra mondiale. Questa è una cartina che riguarda naturalmente la guerra in
26:22Libia con tutti i nostri spostamenti, sul manuale trovate poi la descrizione accurata, in questo
26:32video non voglio farla troppo lungo, non posso permettermi di andare troppo nel dettaglio.
26:37Arriviamo nel 1912, Giolitti vara una riforma elettorale che introduce il suffragio universale
26:43maschile, c'è stato il patto Gentiloni, grazie al patto Gentiloni alle elezioni dell'autunno del
26:571913 i liberali ottengono una maggioranza importante, schiacciante, ma la politica del
27:06governo è condizionata dai cattolici, perché i cattolici vengono eletti in gran numero e
27:13controllano da vicino, se tolgono il voto alle proposte di legge il governo cade, quindi Giolitti
27:19deve stare molto attento. Tant'è vero che questo clima di incertezza porta alle dimissioni, nel
27:24marzo del 1914 Giolitti decide di dimettersi, lascia comunque un paese più moderno, più
27:31industrializzato, su cui però pesano, e questo è molto importante, forti elementi di arretratezza,
27:37una forte tensione sociale, lì succede Salandra che è un conservatore, siamo in prossimità dello
27:44scoppio della prima guerra mondiale, vedremo che, tutta questa cosa poi naturalmente l'ho molto
27:54riassunta perché poi Giolitti è Presidente del Consiglio più volte nel primo quindicennio ma ci
28:00sono diversi momenti di difficoltà, nel dicembre del 1909 per esempio propone un'imposta progressiva,
28:06rifiutata dalla borchesia subito e immediatamente, cosa vuol dire imposta progressiva? Che più
28:12guadagni più si ricopi paghi, viene apprezzata dalla sinistra ma viene rifiutata dalla borghesia,
28:18viene messo in minoranza in Parlamento, infatti nel marzo del 1910 subentra il governo Luzzati,
28:27Luigi Luzzati e poi nel marzo del 1911 un anno dopo, dopo un'ennesima crisi, ritorna Giolitti,
28:33quindi promuove ancora l'allargamento del suffragio, nel 1912 il diritto di voto è concesso ai tutti i
28:38maschi di almeno 30 anni e ai ventunenni che servono nell'esercito o sanno leggere e scrivere,
28:45quindi il numero di elettori sale a 8 milioni e mezzo e la riforma include anche i contadini
28:51meridionali che fino allora erano stati esclusi dalla politica nazionale e insomma ecco dopo le
29:01elezioni del 13 c'è questo stallo parlamentare, Giolitti si dimette nel marzo del 14 e indica
29:07lui stesso Antonio Salandra come successore convinto che questo governo di destra conservatore
29:12non durerà a lungo e convinto di ritornare presto al governo e però insomma dopo vedremo che i giochi
29:23si faranno un po' più difficili e avremo ben da rivedere. Se vogliamo tentare un bilancio
29:32complessivo dell'età giolittiana c'è da dire senz'altro che ci sono stati, come dire, luci
29:40ombra dai diciamo così, luci abbiamo detto l'allargamento del diritto di voto, l'idea
29:45dello stato pacificatore tra gli industriali e i lavoratori, l'assistenza ai lavoratori quindi
29:53le leggi previdenziali, le leggi per l'istruzione dell'infanzia, tante cose buone le ho dette non
29:59le ripeto, però c'è stato stato dei fallimenti, il meridione è stato un fallimento, è considerato
30:04il maggiore insuccesso di Giolitti, poi tra l'altro con politiche illegali a volte violenti
30:12insomma ecco e poi d'altra parte ci sono anche degli elementi che se vogliamo si possono discutere,
30:19per esempio alla fine dell'epoca giolittiana la politica di conciliazione sembra troppo moderata
30:23per i tempi dei partiti di massa e comunque vanno ricordati ancora una volta gli elementi
30:31positivi per esempio, non da ultimo e qui mi fermo perché altrimenti diventa un video troppo lungo,
30:36cerco di riassumere alcune cose per farvi aiutarvi nel ripasso, una cosa importantissima è aver fatto
30:44rientrare i cattolici nella politica e quindi diciamo così che l'unità d'Italia aveva dei nodi
30:49ma con Giolitti questi nodi almeno quelli più importanti sembrano in qualche modo essere sciolti.
30:56Andiamo alla storiografia, alla storiografia vi propongo così l'introduzione a tre letture,
31:02quella di Massimo Luigi Salvadori, la prima, Salvadori che scrive in storia dell'età
31:10contemporanea della restaurazione all'euro comunismo, è un testo del 76 edito proprio
31:15della Loescher, la stessa casa editrice che appunto ha pubblicato il manuale che noi stiamo
31:21utilizzando, la sua tesi fondamentale, vi dico due parole poi le leggete da soli naturalmente,
31:27la sua tesi è quella che secondo la quale il decollo industriale italiano si colloca nel
31:34quadro di un nuovo ciclo di prosperità economica mondiale e quindi segna l'età giolittiana che
31:41caratterizza in senso moderno il nostro paese ma va vista la questione industriale in un quadro
31:47molto più ampio, molto più ampio che quello solo italiano. I suoi argomenti sono abbastanza
31:53stringenti nel decennio 1896-1907 si sviluppano tutti i compati del manufatturiero, il siderurgico,
32:02l'elettrico, il meccanico, il chimico, l'automobilistico, il tessile, il panorama
32:06industriale della penisola è strutturalmente debole, rimane strutturalmente debole, lo Stato
32:11interviene nella regolazione del mercato, delle commesse, del capitale bancario e quindi questa
32:19entrata in qualche modo, è un punto da discutere, dello Stato, il capitalismo di Stato nel mercato,
32:26insomma è un punto assolutamente da discutere. Si diffondono però questi metodi di produzione
32:32moderni anche nell'agricoltura del centro nord e qual è la conclusione? La conclusione è che il
32:39decollo industriale finisce con l'accentuare il divario tra nord e sud Italia e quindi questa è
32:46la primissima sintesi del testo. Il secondo testo riguarda invece Francesco Barbagallo,
32:58il punto di vista di Francesco Barbagallo che scrive, professore merito di storia contemporanea
33:05dell'Università di Napoli, che scrive appunto sulla questione meridionale. La sua tesi è che
33:11la politica giolittiana trova un ostacolo, come dire, nello squilibrio tra nord e sud che è
33:19insormontabile. Al nord si riescono ad assicurare libertà politica e sindacali, al sud non si riesce
33:27perché il sud è sostanzialmente in mano a questi baroni, a questi grandi proprietari terrieri che
33:34fanno il bello e il cattivo tempo come vogliono e quindi il meridione, la grande proprietà fondiaria,
33:43osteggia le riforme, viene mandato l'esercito, l'esercito viene mandato più volte per bloccare
33:48il diritto di sciopero, ma le condizioni strutturali del sud provocano non una crescita,
33:54ma delle forme di ribellione violenta delle masse e questo fenomeno al nord non si registra.
34:00Quindi anche questa è una... qual è la conclusione? Naturalmente la conclusione di
34:04Barbagallo è che la politica giolittiana incontra il suo maggior ostacolo nel divario nord-sud e c'è
34:10un riformismo dimezzato, un riformismo dimezzato che non riesce a riequilibrare il territorio.
34:16Va bene, dai mi fermo qua, l'ho tirata molto alla lunga e niente, come ripasso, come introduzione
34:22allo studio credo che sia sufficiente. Adesso però, dopo il video, bisogna mettersi al lavoro
34:27sul manuale. Buon lavoro, buono studio e alla prossima!