La puntata del 20 ottobre di Che Tempo Che Fa ha raggiunto il suo culmine con una vera leggenda del cinema: Al Pacino. L'iconico attore italoamericano, celebre per interpretazioni indimenticabili in film come Il Padrino e Scarface, ha presentato il libro Sonny Boy. Un'autobiografia, edito in Italia da La nave di Teseo. Con la solita intensità e ironia, l'84enne Pacino ha ripercorso episodi cruciali della sua vita, dall'infanzi ai primi difficili passi nel mondo del cinema, senza dimenticare incontri fondamentali come quello con Marlon Brando. L'intervista condotta da Fabio Fazio su Nove ha regalato al pubblico momenti di grande emozione e riflessione, offrendo uno spaccato autentico di uno degli attori più amati e rispettati di Hollywood.
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Al Pacino e l'incontro con Marlon Brando
Un momento centrale dell'intervista è stato il racconto del suo primo incontro con Marlon Brando, avvenuto durante le riprese de Il Padrino. La scena, ambientata in un ristorante italiano a East Harlem, ha visto tutto il cast riunito per conoscere Brando, ma il giovanissimo Pacino era in preda all’incertezza. «Avevo come la sensazione che mi licenziassero», ha confessato. Ma proprio Brando, con la sua sensibilità, riuscì a tranquillizzarlo: «Mi dava una pacca, mi coccolava un po’ e io capivo che era come se mi stesse dicendo "non ti preoccupare, vedrai che starai qui e non ti licenziano"». Grazie all’incoraggiamento di Brando e del regista Francis Ford Coppola, Pacino riuscì a superare quella fase delicata.
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L’inizio della carriera e l’incoraggiamento decisivo
Al Pacino ha poi ripercorso i suoi inizi nel mondo dello spettacolo, parlando dell'incoraggiamento ricevuto sin da giovane. Un episodio chiave fu quando, in terza media, un'insegnante lo fece appassionare alla lettura della Bibbia, facendogli scoprire l'amore per la recitazione. Nonostante le difficoltà economiche della sua famiglia, l’insegnante riuscì a convincere la madre e la nonna a farlo seguire la sua vocazione. «I poveri non diventano attori», disse sua madre, ma Pacino, con talento e determinazione, ha dimostrato il contrario.
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[idarticle id="1488119" title="Al Pacino, gli 80 anni di un mito da scoprire e decifrare in 20 dichiarazioni"]
Perseveranza e follia: le chiavi del successo
Chiudendo l’intervista, Al Pacino ha condiviso una riflessione sulla perseveranza: «Chi persiste nella propria follia, a un certo punto diventa saggio». Una frase che riassume il suo percorso, fatto di ostacoli e successi, e che rappresenta un messaggio di speranza per chiunque abbia un sogno da inseguire.
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Al Pacino e l'incontro con Marlon Brando
Un momento centrale dell'intervista è stato il racconto del suo primo incontro con Marlon Brando, avvenuto durante le riprese de Il Padrino. La scena, ambientata in un ristorante italiano a East Harlem, ha visto tutto il cast riunito per conoscere Brando, ma il giovanissimo Pacino era in preda all’incertezza. «Avevo come la sensazione che mi licenziassero», ha confessato. Ma proprio Brando, con la sua sensibilità, riuscì a tranquillizzarlo: «Mi dava una pacca, mi coccolava un po’ e io capivo che era come se mi stesse dicendo "non ti preoccupare, vedrai che starai qui e non ti licenziano"». Grazie all’incoraggiamento di Brando e del regista Francis Ford Coppola, Pacino riuscì a superare quella fase delicata.
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L’inizio della carriera e l’incoraggiamento decisivo
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Perseveranza e follia: le chiavi del successo
Chiudendo l’intervista, Al Pacino ha condiviso una riflessione sulla perseveranza: «Chi persiste nella propria follia, a un certo punto diventa saggio». Una frase che riassume il suo percorso, fatto di ostacoli e successi, e che rappresenta un messaggio di speranza per chiunque abbia un sogno da inseguire.
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NovitàTrascrizione
00:00Ah, sì, quando ho fatto un pranzo con Marlon Brando in ospedale, stavamo lavorando insieme
00:09e ci siamo trovati a Darlem in un ristorante italiano, decisamente a East Harlem in particolare.
00:16Insomma, tutti gli attori erano insieme per incontrare Marlon Brando, siamo seduti tutti
00:22insieme e dopo un po' quello che accade fu questo, eravamo tutti seduti insieme, chiacchieravamo,
00:30ciascuno degli altri attori, io compreso me, abbiamo iniziato ad andare a guardare il copione
00:40che non avevamo ancora studiato. Però è stata davvero una cosa divertente perché praticamente
00:46pian piano, man mano che il tempo passava e leggevamo il copione, ci impersonavamo dentro
00:51i personaggi da fare. Poi certo, io poi dopo ci ho lavorato tutti i giorni insieme ed è stata
00:59una cosa bellissima, però in quel periodo c'era un po' di maretta, nel senso che non erano tutti
01:06decisi a farmi fare quel ruolo e allora avevo come la sensazione che mi licenziassero. Marlon
01:16era decisamente sempre una persona sensibilissima, era un artista meraviglioso, quindi capiva
01:22immediatamente le sensazioni degli altri. Allora veniva e mi dava una pacca, mi coccolava un po',
01:30io ho capito che era come se lui mi stesse dicendo guarda non ti preoccupare vedrai che starai qui,
01:37non ti licenziano. Io ero un po' confuso però perché non sapevo se mi avrebbero licenziato
01:43oppure no e gli sai, non è che ti senti proprio al meglio di te stesso. Allora che cosa è successo?
01:50Ho detto io preferirei andarmene che stare in un posto dove non mi vogliono e cominciavo a chiedermi
01:57quando è che mi diranno qualcosa, ma Marlon è stato davvero molto bravo, anche Francis Coppola
02:03che era il regista di quel film assolutamente non voleva che io me ne andassi, anche i miei colleghi
02:11attori sono stati tutti meravigliosi perché io in quel periodo ero il più giovane degli attori,
02:16quindi tutti mi hanno aiutato e anche lui, io sono molto grato.