Giornata dedicata alla lotta alla mafia e alla solidarietà oggi a Messina. Davanti al palazzo di giustizia in esposizione i resti dell'auto della scorta di Giovanni Falcone che fu fatta esplodere nel 1992. Da quel sangue versato al sangue donato perché è stata un 'occasione per sensibilizzare alla donazione
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NovitàTrascrizione
00:00Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani erano su quest'auto, questa è quarta Savona 15, la macchina della scorta di Giovanni Falcone e della moglie Francesca Morvillo.
00:16Oggi è esposta qui, davanti al Palazzo di Giustizia, un luogo simbolico, dall'altro lato c'è l'Università.
00:23E' una giornata particolare perché questa è l'iniziativa dal sangue versato al sangue donato. Il sangue versato è di questi eroi del nostro paese, il sangue donato invece è quello che tanti giovani, ma non solo giovani, oggi hanno deciso di promettere al loro prossimo.
00:43L'iniziativa è di donatori nati della Polizia di Stato che attraverso l'esposizione di quello che è un vero e proprio monumento della lotta alla mafia e un monito per le future generazioni vuole sostenere la sensibilizzazione alla donazione del sangue, appunto dal sangue versato al sangue donato.
00:58E' la parola d'ordine per recuperare un nuovo donatore e andare incontro e quindi queste occasioni con le quali noi li mettiamo davanti alla brutalità e alla ferocia, ad esempio, della mafia, aprono i loro cuori all'invito ad essere altruisti, ad essere generosi e nel contempo fare un gesto di prevenzione.
01:22Nell'aula magna dell'università è stato poi il momento delle riflessioni. In un dibattito con i giovani studenti, moderato dal giornalista della Gazzetta del Sud Giuseppe Palomba, sono emersi i temi del sacrificio e della donazione con i rappresentanti della Questura e della Polizia Stradale. E quale testimonianza migliore ci può essere se non quella di Tina Montinaro, moglie di Antonio, che morì in quel tragico 23 maggio del 1992. Un colpo al cuore ogni volta che vede quelle lamiere contorte, ma è il prezzo da pagare per poter essere testimone di una nuova cultura.
01:52Ci sono tre vite, tre speranze e sono rimaste bloccate lì. Noi siamo andati avanti, però io non mi sono voluta, anche se è un colpo al cuore, non mi sono voluta fermare proprio per fare capire che dovevamo vincere noi, che i nostri ragazzi, le future generazioni dovevano capire di che cose è stata capace di fare la mafia. E quindi è un dovere, è un dovere da parte mia.