• l’altro ieri

Category

🥇
Sport
Trascrizione
00:00Amiche ed amici di Bike Channel, appassionati di ciclismo e di letture sul mondo della bicicletta,
00:20un saluto da Pietro Pisaneschi e bentornati ad una nuova puntata di Ciclo Stile, le parole
00:26del ciclismo, la rubrica di Bike Channel che si occupa di libri sul mondo della bicicletta
00:32a 360°. Altra puntata in trasferta, di nuovo a Misano Adriatico per l'Italian Bike Festival,
00:40dallo stand di Bike all'Italian Bike Festival per parlare del libro di Learco Guerra Junior.
00:48Sì, perché Matteo Rigamonti, giornalista di Bike, oggi ci presenta il libro del nipote
00:54del grande Learco Guerra. Era mio nonno, l'irripetibile storia della locomotiva umana
00:59raccontata dal nipote. Edizioni 03. Learco Guerra nel 1934 vinceva il Giro d'Italia,
01:09ma la locomotiva umana, come era soprannominato Learco Guerra, è stato anche il primo corridore
01:15ad indossare la maglia rosa al Giro d'Italia. Nel 1931 e nella prima tappa di quell'edizione,
01:22Learco Guerra si vestì di rosa. Non solo nello stesso anno, in una prova a cronometro durissima
01:28di oltre 190 chilometri, Learco Guerra vestì anche la maglia di campione del mondo. Learco
01:35Guerra è stato un grandissimo del ciclismo degli anni 30 del Novecento, uno dei più grandi cronomen
01:44della storia e anche uno dei primi, forse il primo anzi, campione veramente popolare. Ci
01:50sono stati corridori molto più vincenti di lui, Girardengo, Binda, ma il primo corridore che fece
01:58veramente breccia nel popolo del ciclismo fu proprio Learco Guerra che poi, una volta smessa
02:05la carriera da corridore, divenne un eccezionale direttore sportivo. Ma di tutto questo con Learco
02:12Guerra Junior ci parla, da Misano Adriatico, Matteo Rigamonti.
02:20E dal palco dell'Italian Bike Festival si presentano anche i libri. Qui allo stand di bike
02:39abbiamo ospite, gli diamo il benvenuto, Learco Guerra, con cui andiamo a ripercorrere le
02:45gesta del nonno, la locomotiva umana. Non servono grandi presentazioni, ma innanzitutto benvenuto.
02:51Grazie, grazie a voi.
02:53Il libro si intitola, ricordiamolo perché ci dà lo spunto per parlarne, Era mio nonno,
02:59l'irripetibile storia della locomotiva umana raccontata dal nipote. Io partirei nel chiederti
03:07di raccontare proprio da questo titolo, da questo bel titolo e sottotitolo, Era mio nonno,
03:12l'irripetibile storia della locomotiva umana. Era mio nonno? Chi era tuo nonno? Ancora prima
03:19forse del campione, del ciclista?
03:21Allora, io ho cercato in questo libro di porre l'accento di più sulla figura appolto del nonno,
03:31sulla famiglia, sui rapporti. Pochi purtroppo, perché ci ha lasciato che io avevo 11 anni,
03:37quindi non ho fatto il tempo a avere per esempio in lui un maestro quando corso in bicicletta.
03:45E ho cercato di dare uno spazio anche a tutti i ciclisti, sia nell'epoca, Mantovani e Nonno,
03:57e anche successivamente a quelli che l'hanno seguito negli anni, perché mi è sembrato giusto
04:04ricordarlo anche come allenatore, come coach. Ha avuto delle unicità sia come corredore
04:11che come allenatore, come direttore sportivo.
04:14Ecco, poi arriviamo a ripercorrere anche questi aspetti della sua carriera che non tutti conoscono,
04:20ma perché irripetibile? Che cosa rende irripetibile la cifra umana della sua persona, delle sue gesta?
04:27Allora, lui è stata la prima maglia rosa nella storia del Giro, quindi la prima è la prima,
04:341931, 10 maggio, fra l'altro in casa, cioè tappa Milano-Mantova e quindi lui a Mantova vince la
04:43tappa e indossa la prima maglia rosa, quindi è stato il primo a indossare il simbolo del primato
04:50del Giro d'Italia. Poi è stato il primo a vincere un campionato del mondo a cronometro, 172 chilometri
05:01erotti, quindi anche quello. Poi il secondo è stato in Duraevo, quindi c'è un salto temporale enorme.
05:09E poi è stato anche il primo a fare delle cose, come dicevo prima, da direttore sportivo,
05:20è stato il primo a far vincere uno straniero in Giro d'Italia, Ugo Combia, non si è accontentato,
05:28i primi quattro stranieri erano tutti corridori suoi, le volte più grossi corridori stranieri,
05:33Koblet, Van Looij, Mahamontes, adesso dico i primi che mi vengono in mente, insomma. E poi quando
05:44ha scoperto Vittorio Nord, comunque è stato il suo auto a corridore, purtroppo in qualche
05:48modo se l'ha portato là. E tante cose avrebbe potuto ancora fare, ma comunque Learco ha segnato
05:55la storia del ciclismo. Una curiosità, prima di ripercorrere anche i momenti che citavi uno per
06:01uno e approfondirli con altre domande, la locomotiva umana, come mai locomotiva umana?
06:07Tanti lo sanno, sanno l'aspetto diciamo delle sue prestazioni, l'hai citato, forte cronometro,
06:13che stava un po' dietro questa capacità di passista, ma da dove arriva questo soprannome?
06:17C'è stata peraltro una diatriba direi proprio fra i giornalisti in quali veniva attribuita
06:25questo appellativo, questo soprannome. Poi a fin fine si è scoperto che uno aveva effettivamente
06:34inventato la locomotiva umana in una Roma-Napoli-Roma, quindi pensa alla distanza,
06:42e da quale lui arrivò con variati minuti di vantaggio. Ma nel libro ho messo soprattutto
06:49un aneddoto di un suo compagno di allenamento, che poi era diventato fratello, era diventato
06:57uno di casa, di famiglia, che si chiamava Fabio Martesini, sempre mantovano, il quale diceva
07:03appunto che in allenamento lui si metteva davanti e man mano che andavano altri chilometri perdiva
07:09per strada i compagni di allenamento, questo era la locomotiva umana. Quindi una locomotiva che
07:15perdeva i vagoni del treno, ma che quando doveva fare il riferimento, quando doveva fare il risultato
07:21non mancava di esserci. Tra l'altro dal libro, e poi andiamo alla gesta sportiva, è tratto
07:28anche un docufilm che ha vinto ben 5 riconoscimenti a livello internazionale, Learco,
07:34la locomotiva umana, anche di recente è stato presentato, ritorna con gli anniversari. Che
07:40esperienza è stata per te di partecipare a questo spin-off del libro, se così possiamo dire?
07:46Molto emozionato, anche perché ho rivissuto, cioè io ho vissuto queste cose e quindi per me non
07:56convuormi è veramente difficile, è stata una bellissima esperienza e poi ho visto il risultato
08:04finale che francamente non mi aspettavo così bello, infatti ha vinto 5 feste internazionali,
08:09perché poi ho riuscito a prendere le testimonianze, addirittura c'era ancora Vittorio Adormi in vita,
08:16Pastomesi, Trassani, Moser che è sempre stato molto paragonato a mio nonno per le capacità
08:27di passista, ecco anche lui un Giro d'Italia solo vinto, grazie all'ecronomen,
08:34quindi è stata un'esperienza veramente molto molto gratificante direi.
08:39Ecco a proposito delle gesta sportive, prima di vedere il Ricco Palmanesque possiamo accennarlo
08:47giusto perché non l'abbiamo fatto in apertura, un mondiale l'hai detto, un Giro, due volte secondo
08:52al Tour, una Milano-Sanremo-Lombardia e cinque volte campione tricolore, ma solo per riassumere
08:57alcuni, i più importanti dell'ottantina di successi che ha conseguito. Due secondi,
09:03anche sempre campionato del mondo e lì nel mio libro racconto che potevano essere due primi
09:08tranquillamente e poi è stato ecco l'unicità, ha vinto in pista nel 29, ha rivinto in pista nel
09:1642, quindi una carriera in strada cortissima data anche l'età avanzata con la quale ha iniziato a
09:26correre, ha iniziato a correre da palestrinista che aveva 27 anni quando gli altri, non dico smettono
09:31però sono nel pieno dell'attività lui cominciava e ha smesso a 40 anni nel 42. Esatto, tra l'altro
09:38con un velodromo intorno a un campo da calcio come spesso si usava. Che ha costruito lui insieme ai
09:44paesali perché poi viene, lui veniva da una famiglia di moratori, la piccola empresaria del papà e
09:51quindi lui l'inverno che l'ha indotto a correre è stato quello, l'inverno lui diceva la calcio in
09:57gela e ha cominciato a correre in bicicletta però da lì ha dovuto cambiare l'alimentazione. Ecco una
10:05cosa che non sanno in tanti, che mi piace dirla, ha inventato le barrette. Nel 56 con Charlie Gaul
10:15che aveva difficoltà di digestione all'inizio delle gare, lui e il massaggiatore hanno inventato
10:21le barrette, erano delle stecche lunghe così di riso cotto con lo zucchero e il latte messo nel
10:29frigo. Chissà quanti moderni produttori di barrette che qui all'Italian Bike Festival
10:34sono presenti con il loro stand se sapessero e conoscessero bene questa cifra. Ripeto è unico
10:41perché ha fatto delle cose irripetibili. Ecco a proposito di unicità poi torniamo sui risultati,
10:48a me ha colpito una suggestione che collega anche due mondi, due ere perché le Arco Guerra chi ci
10:54ascolta lo sa, sta tra la rivalità Binda-Girardingo, Binda è anche un suo rivale e Coppi-Bartali
11:03dall'altra parte, quindi due ere ciclistiche ben diverse. Se permetti dovrei ricordare quello che
11:11ha detto, io ho avuto la fortuna di conoscerli tutti, ho una certa età quindi ho conosciuto da
11:17Girardingo in Sol fino a quelli attuali, a Caffini che ha appena vinto di Manto, il suo padre era
11:27mio all'uomo, Maestri che ha vinto la coronamento della staffetta adesso, di Sinzara, di Manto,
11:37sì è una terra di cronovendi, di passisti ovviamente, le montagne le abbiamo un po' lontane.
11:44Nel docofilm ci sono le parole di Gianni Brera che ha avuto la fortuna di registrare una riunione
11:52del Panathrope, l'ho fatto riportare nel docofilm, lui sostiene che chi aveva accompagnato in ciclismo
12:05verso l'era moderna non era Coppi ma era mio nonno, proprio per le innovazioni sia
12:11del punto di vista dell'alimentazione e dell'allenamento con le quali ha portato a vincere
12:18appunto Comlet, Gaon due volte, Tlerici, altro Svizzero eccetera. Lui ha avuto nel 35 la fortuna
12:30in una Milano-Sarremo di essere aiutato da Martali ad arrivare al treguardo per una
12:37formatura, Martali lui l'ha voluto, l'ha visto subito, era molto tale scout, l'ha visto sull'olto
12:45nella squadra l'anno dopo e gli ha fatto un gregario per vincere il Giro del 36, ecco un'altra
12:51unicità che non è facile nei campioni, mio nonno ha fatto il gregario a Bergamasca nel 35 gli ha
12:56fatto vincere il Giro, quello non andava, a Martali nel 36 infatti poi è rimasta una
13:03riconoscenza con Martali che è andata oltre la guerra e poi dopo nel 49 ha smesso l'attività
13:13di pseudo-industriale ed è passato a fare quello che probabilmente è il suo ruolo più giusto
13:21per la bicicletta, cioè il direttore sporco. Hai citato alcuni flash, alcune immagini, tra l'altro
13:27il libro che si compone di 20 capitoli, diciamo 20 fotografie per parole ma poi ha 80 fotografie
13:35vere, 80 foto che illustrano la carriera di Aldo, sono le 20-40 che mi aveva detto l'editore, sono
13:43belle perché c'è dentro tanta storia, quali sono i momenti, non so se i risultati sportivi ma gli
13:50scatti, le istantanee diremmo oggi che più ti fotografano il nonno? Non sono immagini allegre
13:55purtroppo perché avevo 11 anni quando è morto quindi io dopo la prima operazione che lui ha
14:05voluto fare per sconfiggere Parkinson gli ho dovuto con piacere perché ero all'elementare
14:14insegnare, leggere e scrivere, quindi io ero il nipote a casa a Milano in via Stenda e facevamo,
14:22allora si facevano le aste, quelle cose lì e quella è una cosa, la seconda è stata nel...
14:31Scusa, è bello di riaprire queste pagine che commuovono. Nel 67 io ero esordiente il primo
14:42anno, avevo 15 anni, sono andato a ricambiare l'italiano a Lanciano quindi in Abruzzo dove lui
14:50aveva vinto una tappa e aveva vinto una tappa degli italiani che partiva da Lanciano, quindi
14:54andavo in pista e quando chiamavano la partenza l'arcoguerco puoi immaginare, ma la cosa più
15:04bella, più emozionante che ancora adesso mi prende un attimo è che io ero seduto nel parterre di
15:13Scianco Antonio Vaspes, compagno come periodo, come allenamento di mio padre che ha fatto le
15:21Olimpiadi, mio padre nel 48. Quando siamo usciti insieme io e lui dallo stadio io ho visto mare
15:28e niente che veniva in conto, pensavo che... no, volevano l'autografo da me, perché ricordavano
15:36il nonno. Io ho guardato a Vaspes e gli ho detto vabbè Antonio, in milanese che adesso io non
15:43riesco a dire, lo dico in mantuale, stanno lì a fare il cretino, firma perché il mio auto è firma,
15:48io l'auto è firma del nonno, ecco questo me l'ha detto Antonio, sono due uomini. E poi c'è questa
15:54particolarità che ne porti il nome che in qualche modo rende ancora più presente questa memoria
16:01storica. Lì guarda non si sono risparmiati niente perché il secondo nome è Ugo, da Ugo Comlet, mio
16:07fratello Carlo da Carlo Clerici e il secondo nome Nino da Giro Mappe, c'è più ricordi. Ecco della
16:14prima maglia rosa abbiamo detto ma dei successi ce n'è qualcuno che secondo te ha un valore
16:20maggiore degli altri perché magari più difficile o perché più bello nell'esito, non che si tratti
16:28di fare una classifica ma se nella tua personale memoria del nonno ce n'è qualcuno che abbia valore.
16:33Io credo che il campionato del mondo a cronometri 172 chilometri con il tirar su la bicicletta di
16:45notte in camera per cambiare la ruota posteriore e mettere su il freno contropedale quindi fare
16:51di nascosto perché aveva preso un ingaggio che divideva con Bartesini che era il suo compagno
16:58di vita praticamente e penso che sia stata la cosa più a 35 ruote di media col vento contrario,
17:08adesso a fine è stato bravissimo erano 31 chilometri, un po' di differenza senza
17:17nulla togliere alle gesta. No per carità sono due ciclisti diversi, cambiato porto,
17:23quando correvo io c'erano ancora le maglie di là ma 50 anni fa, 50 anni c'è di là.
17:30Ecco a proposito delle maglie, le maglie che ha vestito, le squadre per cui ha corso la Maino,
17:36la Legnano, la Day, era anche un ciclismo che iniziava a identificarsi all'azienda,
17:43alla casa produttrice. Bravo, insieme a Magni noi siamo stati il primo ad affiancare agli sponsor
17:51classici che erano quelli delle biciclette quindi Maino, Day, Bianchi, Legnano, Attala c'è stato
17:59poi dopo eccetera eccetera. Chi prima ad affiancare, Magni aveva avuto la Niva Fuchs,
18:05mio nonno ha avuto la Faema, le Arco Guerra Ursus prima e poi le Arco Guerra Faema, poi Faema le
18:13Arco Guerra, poi il peso economico della squadra ha fatto in modo che poi anche l'ultimo fosse solo
18:20Faema, insomma era insostenibile, diventava lo sponsor tecnico la bicicletta le Arco Guerra.
18:25Anche questo a suo modo un primato, in questa carriera lunga abbiamo visto dal 28 al 45 le
18:31soglie anche di un conflitto, poi dici da direttore sportivo ancora innovatore perché
18:38porta la vittoria a due stranieri, oggi sembra normale, allora cosa voleva dire portare Uwe
18:43Kobler a vincere il Giro? Kobler ha vinto il Giro nel quale era favorito Martelly che doveva
18:51vincerlo perché Martelly era un cattolico fervente e il Giro si concludeva a Roma ed era
18:58giapponese all'udienza dal Papa, il mio nonno l'ha fatto vincere la Svizzera protestante che
19:07è stato ricevuto dal Papa ovviamente c'è stata una lotta, pensa nel 50 con gli anni
19:15là, infatti si è inibitato leggermente l'ambiente. D'altra parte chi è pioniere in qualcosa non ha
19:25detto che venga immediatamente compreso. Nel 54 quando Vito Chlericio ha fatto una foga a Midone
19:33questo ha preso un quarto d'ora di vantaggio e ha fatto in maniera, Kobler terriato secondo gli ha
19:39fatto da Gregario a Chlericio quindi anche lì imporre Gregario che vince sul capitano anche
19:46questa non è semplice adesso vediamo dei ragazzi che potrebbero avere dei numeri notevoli che
19:52però insomma sono un pochettino frenati da una gerarchia di squadra. E soprattutto se escono
19:59dalle righe dal tracciato si creano delle situazioni di tensione immagino gestirle
20:05anche quella è una qualità. Ovvio poi che adesso ci sono interessi economici importanti. Certo un
20:13ciclismo cambiato arriviamo anche a quello tra un po' e invece Charlie Gowell un altro nome che
20:18diciamo nell'immaginario della storia del ciclismo mondiale. Allora Charlie Gowell quando ha fatto
20:26l'impresa del Bordone c'è nel libro ma non è che si sappia bene però insomma si sa che è stato
20:36fermato dal mio nonno costretto a fare un bagno caldo a mangiare una minestrina calda a cambiarsi
20:47e a ripartire. Quando gli altri erano semi assiderati lui era nuovo. Che lucidità che freddezza
20:58viene da dire. Ecco il libro è anche pieno e questa è una cosa molto bella a mio avviso di
21:06tanti ricordi di tanti in qualche modo contributi di chi l'ha conosciuto due nomi giusto perché non
21:12ne abbiamo uno citato ma l'altro non ancora Fabio Battesini Vittorio Adorni c'è qualche gregario
21:19rivale compagno avversario che è stato legato al nonno e cui tu in qualche modo ti sei legato per
21:28qualche aneddoto? Sono legato dal punto di vista di un'amicizia che è andata al di là poi delle due
21:37carriere molto con Vittorio direi quello a parte che è stato l'unico ad arrivare un po' ad un'età
21:47nella quale anch'io ero adulto riuscivo a capire un po' meglio le cose o a valutarle in una maniera
21:53corretta. Mattesino ho avuto la fortuna di intervistarlo intanto che preparavo la tesi
21:58dell'ISU sul ciclismo quindi è stata una sorpresa meno male avevo uno di quei registratori a Nasco
22:05per i portatili piccolini e ce l'ho ancora ma Vittorio è stato quello più anche perché lui
22:14aveva un debole per mia zia e quindi da farlo in Vespa veniva amato. Un altro nome che viene
22:27fatto di ciò che avrebbe potuto essere non è stato Gianni Motta? L'ultimo corridore scoperto
22:34a Milano è effettivamente Gianni Motta, non è Vittorio Adoni. Vittorio Adoni lui l'ha portato
22:39alla Volvo e poi l'ha dato in mano a Fiorenzo Maini che lui stimava moltissimo come intanto
22:44manager più che direttore sportivo e infatti poi c'è visto anche nella vita cosa ha fatto. Però
22:53quando si faceva l'allenamento sul lago di Garda nella squadra diciamo quella che adesso sarebbe
23:00la squadra Livaio che hanno tutte le... ecco anche lì è stato un precursore c'era la squadra
23:07degli elettanti Lodro e Arpo Guerra che facevano allenamenti sul lago di Garda. Lui una volta ha
23:13chiamato Gianni Motta, l'aveva già visionato perché era nella FAEMA adesso non ricordo l'altro
23:19nome insomma e doveva passare al professionista con lui però era in 61 e Milano ha cominciato a
23:27star male quindi poi Gianni è passato e tuttora Gianni anche con Gianni abbiamo ogni tanto degli
23:34incontri, delle frequentazioni brevi. L'amicizia più profonda è stata con Vittorio. Ecco se non
23:44possiamo esserne certi ma cosa penserebbe del ciclismo di oggi che tanto quanto è cambiato
23:49quanto negli ultimi anni è tornato ad appassionare come forse una volta per certi aspetti le gesta di
23:54Pogacar, Wingor, Roglic e compagnia Benna hanno emozionato. Penso gli sarebbe piaciuto questo qui
24:01degli ultimi anni e non quello troppo controllato della Ineos, della Sky per tanto per capirci per
24:08fare un confronto perché lui era uno che sosteneva che chi è davanti va lasciato davanti e che vanno
24:15gli altri a prenderlo. Certo quindi sarebbe stato contro... anche oggi sarebbe stato il
24:21Poscalma però chiaramente capisco che il ciclismo è cambiato moltissimo quindi però insomma fermare
24:29un corridore che è davanti sarebbe costato molto molto sapere. Oltretutto non abbiamo parlato di
24:35te ma la tua stessa storia diciamo umana, imprenditoriana e sportiva nell'ambito della
24:40bicicletta potrebbe essere fonte di tanti racconti perché anche tu hai visto un mondo cambiare.
24:47Mamma mia, mamma mia, io ho smesso purtroppo per una formazione al piede di corsa nel 1974,
24:55nel 1976 sono stato il primo rappresentante della Monalini con Vincenzo Mantovani perché insieme
25:02avevamo dormito a Lanciano in una camera di tanti campionati italiani, tanto è vero che ho le foto
25:08e ho la fortuna di avere la sponsorizzazione, la partnership del Nevero e della Monalini e poi non
25:17ho più abbandonato il settore, ho lavorato un po' a tutti i livelli con la Masciaghi Coppi, con Orbea,
25:23con insomma un po' di azienda. E qui non possiamo non citare il contesto in cui stiamo
25:31ricordando questo libro, l'Italian Bike Festival è un altro evento che un po' così come in strada
25:38i campioni hanno riportato entusiasmo, anche questo ha riportato la bicicletta fortemente
25:43diciamo nel scenario economico e della mobilità italiana attuale. Sì, per un po' di anni ci sono
25:51state delle fiere diciamo transitorie e poi Milano ha ceduto in passo, rimane la fiera del
25:59motociclo in novembre ma questa è la fiera della bicicletta che poi sia muscolare, sia elettrica,
26:08e quindi ci sia l'occhio sulla mobilità sostenibile e speriamo poi una cultura che sia vicina ai
26:15paesi del nord Europa dal punto di vista ciclistico e sportivo questa qui sicuramente fa del bene.
26:22Ecco in conclusione quale possiamo dire, qual è a tuo avviso l'eredità più grande che lascia
26:31l'irripetibilità della locomotiva umana di tuo nonno Learco Guerra? Che cosa ha consegnato,
26:38che ha attraversato la storia fino ad arrivare a noi? Ma è difficile, è una domanda molto
26:45difficile guarda, io mi auguro a lei che continuasse a ricordare che senza il ciclismo
26:59su pista non c'è un corridore completo che corra su strada, vedi Gannac ma potrei farti
27:07l'esempio di un mio quasi coetaneo per il quale abbiamo incrociato le ruote parecchio Giuseppe
27:14Saronni, ma potrei farti l'esempio di Moser, anche la mountain bike, anche il ciclocross quindi
27:23in generale non trascorrate le discipline tra lingue inferiori perché non lo so,
27:32Fanaer, F, Thunderfull, ma dai poi ce n'è. E si potrebbe andare avanti per ore,
27:41io ti ringrazio per essere stato con noi, ti ringrazio veramente, è stato veramente un
27:46piacere. Anche per noi perché abbiamo aperto uno scorcio di storia sportiva italiana con
27:53le arco guerra, era mio nonno l'irripetibile storia della locomotiva umana.