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Marco D'Amore in Creature è un educatore che lotta per dare una vita migliore ai ragazzini di Napoli, un personaggio ispirato al lavoro sul campo di Giovanni Savino. Il film, in sala giovedì 5 dicembre con Medusa (c'è anche l'iniziativa scuole@medusa.it) è firmato da Cécile Allegra, documentarista italo-francese. Nel cast un gruppo di bravissimi giovani attori, e Marianna Fontana interpreta un assistente sociale. "Questo film sarà l'unico da attore per molti anni", racconta D'Amore, impegnato nelle riprese del prequel della serie Gomorra: "Sarà anni Settanta, una criminalità più romantica e meno industriale". . .Intervista di Arianna Finos

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Trascrizione
00:00Chi rappresenta Criature per te?
00:03Secondo me in questo nome ci sta già una bella sintesi del film, perché Criature a Napoli sono i bambini
00:10però questo suono in italiano, Criature, ha a che fare con qualcosa di alieno
00:15e quindi mi fa pensare al fatto che molto spesso i bambini, questa età dell'infanzia,
00:20sia vista dai più grandi come qualcosa che non si conosce
00:25e che è stranea al mondo delle preoccupazioni, degli affanni e degli affari
00:29a cui non si possa dedicare troppo spazio, troppo tempo e troppa attenzione.
00:34Ovviamente ho vissuto un'infanzia molto diversa da quella dei ragazzini che raccontiamo,
00:40un'infanzia molto più felice, molto più semplice,
00:43in cui io, a differenza loro, ho potuto progettare nella fantasia i sogni
00:49che poi con grande forza ho cercato di realizzare.
00:53Io, come i ragazzini di Criature, ho avuto la fortuna di vivere un'infanzia
01:00che mi ha sempre ricordato i ragazzi della via Palla,
01:04perché i miei genitori sono stati molto intelligenti a concedermi di crescere in strada
01:10e quindi io sono cresciuto con il mio gruppo storico di amici
01:14che ho conosciuto quando avevo tre anni e che ancora oggi sono parte della mia vita
01:19e con loro abbiamo vissuto tutte le avventure e le esperienze
01:22che ahimè oggi i ragazzi non vivono più,
01:24perché invece oggi si tende molto di più a stare in casa, a stare chiusi.
01:28C'è un rapporto con l'amicizia che è filtrato da un mezzo tecnologico
01:33e invece noi avevamo le biciclette e basta la voglia di scoprire le cose.
01:39Alcune di queste persone che sono cresciute con me hanno fatto percorsi molto diversi,
01:45stanno pagando le colpe che hanno commesso
01:48perché a differenza mia non avevano alle spalle delle famiglie così forti come la mia,
01:56perché a un certo punto hanno smesso di desiderare per loro stessi una possibilità diversa
02:02e quindi hanno scelto una via breve che però li ha condotti a stare tanto male.
02:07Quindi queste storie ce le ho molto presenti davanti agli occhi
02:11e credo che abbiano nutrito anche il mio rapporto con i ragazzi in questo film
02:18perché oltre il set c'è stato uno scambio molto forte, proprio di racconto di esperienze.
02:23Il tipo che ha portato Cecilia a costruire la sceneggiatura è molto interessante
02:27perché lei è entrata in relazione con Giovanni Savino e con il tappeto di Iqbal tanto tempo fa,
02:32quindi ha seguito l'evolversi delle vicende che sono legate a Giovanni,
02:36che sono vicende meravigliose perché Giovanni si è inventato questo circo sociale
02:40intorno al quale ha fatto crescere due generazioni di ragazzi che oggi a loro volta sono diventati educatori,
02:46sono campioni di parkour, sono giocolieri, sono acrobati.
02:50Però lei è stata brava a tradurre quell'esperienza facendo di quella storia il proprio film
02:56e quindi proprio innestando, come si fa in una pianta, dei piccoli germogli creativi
03:03che quindi elevano questa storia.
03:06Per me è stata un'esperienza che ho inseguito per tanto tempo
03:11e lo dico con molta sincerità in un momento storico della mia vita
03:15in cui rispetto alla recitazione ho tirato molto i remi in barca
03:19e quindi ho scelto fortemente di voler fare questo film
03:23che forse sarà da qui ai prossimi 4-5 anni l'unico che farò come attore
03:30perché innanzitutto per un'adesione etica alle istanze di Cecil
03:36perché per me i film si possono fare anche per queste ragioni
03:40perché ho sentito che dietro questo personaggio c'era la possibilità di fare anche un racconto di me molto diverso
03:46che stava appunto nella poesia, nel sorriso, nella gentilezza.
03:50E che significa raccontare una serie che è il prequel di Gomorra oggi
03:55perché nel frattempo da Gomorra poi sono discese mille altre cose che si sono nutrite di Gomorra.
04:02Ma innanzitutto per me è una scelta di campo
04:06perché una cosa che mi hanno insegnato fin da piccolo è ad essere riconoscenti verso chi fa tanto per te.
04:12Quindi nel momento in cui Sky e Catlea mi hanno chiamato perché avevano bisogno di me
04:18ho risposto immediatamente presente
04:20e sono molto riconoscente a loro per tutte le possibilità che mi hanno concesso.
04:24Poi perché sento che questa serie ha un respiro e un passo completamente diverso dalla serie che abbiamo raccontato
04:30e questo da una parte ovviamente è una sfida altissima
04:34e dall'altra è motivo di grande eccitazione
04:39e poi unitamente a questo secondo me Gomorra come nessuna altra serie prodotta in Italia
04:45questo è il mio personalissimo giudizio
04:47riesce comunque sempre a coniugare un ossessivo studio del reale
04:53unitamente a una spettacolarità che ha reso la serie famosa in tutto il mondo
05:00e apprezzata per il talento di chi la fa
05:02per lo studio di chi la scrive e chi la pensa
05:06e per la capacità che abbiamo appunto di mixare i temi e dunque le storie allo spettacolo.
05:13In che cosa sarà un elemento di continuità con quello che abbiamo visto finora
05:17e qual è il grande elemento di novità e di rottura di questa nuova serie?
05:20La continuità la fanno gli esseri umani che stanno intorno al progetto
05:24secondo me ci sarà un respiro romantico e poetico intorno a questa serie
05:30che forse davvero potrà essere sorprendente.
05:34Quali sono gli anni che racconti e qual è l'Italia che ti fa da cornice
05:38il paese che ti fa da cornice a questa nuova serie?
05:40Siamo alla metà degli anni 70 immediatamente dopo all'epidemia di colera che colpì Napoli nel 73
05:47siamo in un mondo di rivoluzioni che sembrano però non aver toccato le periferie delle città che raccontiamo
05:54siamo in un mondo in cui la criminalità era molto diversa, era una criminalità piratesca
06:01e i desideri non erano quelli che raccontiamo attraverso i non eroi di Gomorrae
06:07cioè il potere, l'affermazione e la supremazia
06:09ma erano desideri legati alla bellezza, alla guasconeria
06:13al sentirsi più up degli altri, ad avere la macchina più prestigiosa
06:18a indossare le pellicce più sgargianti
06:20c'era proprio un'altra dimensione dell'essere umano
06:24e quindi della necessità che si aveva di affermarsi
06:28che crea un grande scarto con la serie
06:30meno industria, più artigianato
06:32esatto
06:33mano d'opera

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