E' un'Italia impaurita e impoverita quella che emerge dall'ultimo rapporto del Censis. In particolare gli italiani si sentono minacciati dagli stili di vita dei migranti e vedono i loro risparmi sempre più assottigliati. Dall'indagine emerge anche il costante ricorso alla sanità privata (spesa in aumento), la poca propensione alla lettura dei libri e la scomparsa di numerosi profili professionali. Di questo e di altro parleremo con Massimiliano Valerii, membro del consiglio direttivo del Censis.
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NovitàTrascrizione
00:00l'Italia che emerge dall'ultimo
00:05rapporto, rapporto duemilaventiquattro
00:08del Censis che è stato
00:10presentato gli scorsi giorni e
00:13ringrazio per essere qui con noi
00:15Massimiliano Valeri del consiglio
00:18direttivo del Censis, delegato
00:20proprio al coordinamento
00:22scienziatico dell'Italia.
00:24Grazie.
00:25Grazie a tutti.
00:26Grazie a tutti.
00:27Grazie a tutti.
00:28Il primo rapporto è un rapporto
00:31al coordinamento scientifico
00:33ed editoriale del rapporto sulla
00:35situazione sociale del Paese,
00:37benvenuto.
00:38Salve, buongiorno a voi.
00:40Allora, ehm abbiamo così eh
00:44titolato due aspetti che emergono
00:47da questo rapporto. Uno è quello
00:50legato alla paura eh in
00:53particolare c'è molto parlato no
00:55in questi giorni nei vari
00:57articoli che hanno eh raccontato
00:58parte degli italiani e poi l'altro aspetto di un sostanziale impovegnamento, cioè mi
01:05ha colpito soprattutto il dato del callo del risparmio. Partiamo dal sentimento di paura
01:13che sembra emergere.
01:14È evidente che il paese sta vivendo dei grandi cambiamenti, addirittura mi vien da dire quasi
01:21una mutazione morfologica della nazione, oltre che antropologica, e questo è legato al fatto
01:28che ad esempio può sorprendere e constatare che l'Italia è il paese tra tutti i paesi
01:34membri dell'Unione Europea al primo posto per numero di acquisizioni di cittadinanza,
01:40cioè negli ultimi dieci anni sono stati quasi un milione e mezzo i nuovi cittadini italiani
01:47che prima erano stranieri e stiamo straordinariamente in testa in Europa, prima cioè della Spagna
01:54che viene al secondo posto, prima della Francia, prima della Germania. Naturalmente questo
02:01comporta come dicevo quasi un cambiamento morfologico e allora la domanda è che cos'è
02:07l'italianità? È un costrutto sociale oppure come invece pensa la maggioranza degli italiani
02:13che sta vivendo quasi con spavento queste trasformazioni, oppure invece è un dato immutabile,
02:20cristallizzato, legato ad esempio al fatto di essere figli di progenitori italiani, oppure
02:26come pensa più del 30% degli italiani è un fatto legato alla fede cattolica, c'è
02:32un 14% degli italiani che addirittura considera l'italianità associata a specifici tratti
02:40somatici. Insomma sono dei cambiamenti in corso che hanno a che fare molto con il tema
02:47dell'identità, le questioni identitarie stanno assumendo una centralità inedita nella nostra
02:54dialettica socio-politica e il sentimento con cui si vivono questi grandi cambiamenti
03:01è sicuramente la paura, anche perché e qui veniamo al secondo aspetto, stiamo parlando
03:08di una popolazione, se ci riferiamo ad esempio al ceto medio italiano, che viene da un lungo
03:14periodo di stagnazione, di galleggiamento, quella sindrome italiana che abbiamo messo
03:22al centro dell'analisi del rapporto censis, cioè se a prima vista il 2024 potrebbe sembrare
03:29l'anno dei record, record degli occupati, record del turismo estero, poi anche record
03:36della denatalità, record del debito pubblico, record dell'astenzionismo elettorale, se
03:44però non ci fermiamo a questi aspetti congiunturali, la verità è che veniamo da un ventennio in
03:51cui tutti i principali indicatori hanno ruotato intorno ad una linea di galleggiamento, però
03:56questa stagnazione può anche finire per sfibrarlo il ceto medio, se è vero che oggi i redditi
04:04pro capite sono del 7% inferiori a quelli di 20 anni fa e la ricchezza anche delle famiglie
04:12si è ridotta del 5,5% negli ultimi 10 anni, se il ceto medio non è più proiettato su
04:21dei percorsi di accrescimento del benessere economico e sociale, oggi si dice l'ascensore
04:27sociale è bloccato, allora si assumono delle posizioni anche di irrigidimento identitario
04:35e quindi l'altro, il diverso, come nel caso ad esempio dei migranti, degli stranieri che
04:41vivono nel nostro paese, può destare qualche preoccupazione, qualche forma di insicurezza.
04:48Infatti è interessante anche questo, la minaccia viene vista soprattutto per lo stile di vita
04:56dei migranti quando quotidianamente anche con i mezzi di informazione che danno ovviamente
05:03molto spazio, sembra a volte una paura più che altro legata alla sicurezza, poi magari
05:09i temi possono essere anche legati, quindi se lo aspettavo un po' questo timore legato
05:15soprattutto al voler radicare usi, costumi che appunto questi cittadini italiani sentono
05:23come proprio, quindi sentono minacciati.
05:25Da questo è un aspetto interessante il primo che lei ha richiamato, cioè il tema della
05:30sicurezza, allora noi veniamo da un lungo periodo di riduzione, anno dopo anno del
05:37numero dei reati nel nostro paese, questo sia con riferimento ai crimini più efferati,
05:44gli omicidi, sia anche con riferimento alla criminalità predatoria, le rapine, i furti
05:50nelle abitazioni, sono i crimini commessi in Italia da lungo tempo in costante riduzione,
05:57ma in maniera anche molto significativa, al punto tale che potremmo dire che oggi siamo
06:04il paese statisticamente più sicuro di sempre, tuttavia invece la percezione, l'opinione
06:12pubblica è di tutt'altro tipo, cioè si prova una forte insicurezza, si sta sviluppando
06:19anche un florido mercato della sicurezza privata, nel senso che siamo disposti a spendere soldi
06:26per dotarci di dispositivi, per difendere la nostra incolumità personale, le nostre
06:33abitazioni, i nostri beni di proprietà, per cui sistemi di allarme, telecamere per la
06:40videosorbedianza, perché abbiamo da una parte siamo colpiti, l'opinione pubblica è colpita
06:48da un'idea di criminalità crescente, quando i dati dicono altro, è pur vero che una motivazione
06:57c'è, i crimini sono concentrati nelle aree urbane e quindi impressionano molto l'opinione
07:03pubblica, dall'altra abbiamo trasferito sul tema della sicurezza nel senso dell'incolumità
07:10personale, tante altre forme di insicurezza che stiamo sperimentando sul piano sociale
07:17economico, l'incertezza del futuro, tutti questi aspetti di vulnerabilità li abbiamo
07:25trasferiti sulla dimensione della incolumità personale, a quel punto anche gli stili di
07:34vita e questo era il secondo tema che lei richiamava, gli stili di vita o anche le religioni
07:40diverse dalla nostra come l'Islam, in quanto alterità rispetto alla nostra identità
07:47tradizionale consolidata possono suscitare preoccupazioni, addirittura vengono visti
07:54come una minaccia, ma le radici sono di ordine più profonde, sono di ordine sociale ed economico,
08:02vengono proprio da quel lungo periodo di stagnazione, da quella sindrome italiana che abbiamo descritto,
08:09è chiaro che a questa aggiungiamo anche il fatto che stiamo vivendo una profonda transizione
08:15demografica, al punto tale che aumentano sempre di più le persone nella terza e quarta età,
08:24le persone più anziane, mentre invece i giovani sono sempre di meno figli della denatalità
08:30che ormai caratterizza in maniera così forte il nostro paese, allora si capisce anche che
08:37un paese tendenzialmente più anziano è portato ad essere più incerto, più insicuro, a vivere
08:46l'alterità come una minaccia.
08:52Proprio questo tema della percezione, uno potrebbe incrociarlo, visto che è un tema
08:58al centro spesso delle trasmissioni televisive, dei giornali, però così apriamo anche un
09:06altro tema interessante, quello del rapporto tra mezzi di informazione e italiani, perché
09:13mi pare ci sia un calo che continua generalizzato rispetto al passato e nella visione della
09:21tv, soprattutto quella tradizionale, ma anche nella lettura dei giornali, quindi questa
09:26percezione forse solo in parte va trovata nello spazio che questi temi, cioè il rapporto
09:32tra sicurezza e migranti hanno all'interno di trasmissioni quotidiane, eccetera.
09:38Dal punto di vista delle informazioni ci sono due grandi cambiamenti, da una parte sicuramente
09:44la perdita costante, profonda del numero dei lettori, dei quotidiani tradizionali, quelli
09:52di carta che si acquistano in edicola e si utilizza sempre di più il web per informarsi,
10:00i social network, lo smartphone, ma c'è anche un secondo cambiamento importante sul
10:06fronte dell'informazione, cioè che sempre di più diventa prevalente il linguaggio visuale
10:13anziché quello testuale, anche per le informazioni utilizziamo sempre di più immagini o video,
10:21comunque il linguaggio audiovisivo, nel caso dell'informazione scritta, dei testi magari
10:29ci limitiamo a leggere i titoli, scrolliamo rapidamente sui nostri schermi, sui nostri
10:37touch screen le informazioni, ma sempre di meno approfondiamo i contenuti testuali. Il
10:45problema qual è? Che il linguaggio per immagini è intrinsecamente portato ad attivare nelle
10:53persone maggiormente le facoltà di tipo emotivo, anziché quelle riflessive, a cominciare dallo
11:01schermo per antonomasia, la televisione, ma più in generale leggere le 1200 pagine di
11:09guerra e pace attiva facoltà cognitive di tipo riflessivo e informarsi invece attraverso
11:17le immagini attiva prevalentemente risposte di tipo emotivo. Aggiungiamoci un ultimo aspetto,
11:28ricordo una copertina dell'anno scorso dedicata dal settimanale tedesco Der Spiegel all'introduzione
11:38massiccia dell'intelligenza artificiale nelle applicazioni per la generazione di informazioni
11:46e immagini e questa copertina conteneva alcune fotografie assolutamente emblematiche, per
11:51cui c'era un Papa Francesco con gli occhiali da sole che ballava scatenato in discoteca
11:57e una Greta Thunberg che sorseggiava a serafica un cocktail a bordo di un inquinante jet privato,
12:06erano naturalmente immagini realizzate con l'intelligenza artificiale, quindi immagini
12:12artefatte e inverosimili o forse no e infatti il titolo della copertina del settimanale
12:19tedesco era La fine della verità, questo richiamo lo faccio per dire come sia diventato
12:28sempre più difficile distinguere il vero dal falso, abbiamo a lungo parlato di fake
12:34news con riferimento all'informazione scritta, ma oggi con l'intelligenza artificiale e
12:42quindi generativa rispetto alla creazione di immagini questo quadro si fa ancora più
12:47complesso, soprattutto perché non soltanto parliamo di immagini artefatte e inverosimili,
12:53ma perché le immagini sono in grado di attivare reazioni di tipo emotivo, quindi il pregiudizio
13:01anziché il giudizio, allora il quadro dell'informazione diventa molto più complesso che nel passato.
13:08E poi appunto può bastare un pregiudizio, un'immagine evocativa magari per indirizzare
13:16uno stato d'animo, un'opinione senza riconoscere magari la materia del contendere, colpisce
13:24appunto rimanendo al tema anche della lettura, dall'indagine emerge che oltre la metà degli
13:28italiani non legge affatto, è un dato questo in aumento o stabile rispetto ai precedenti
13:36rapporti? Tra l'altro quel dato si riferisce ai lettori di libri e in riferimento a persone
13:42che hanno letto almeno un libro nel corso dell'anno, quindi come dire la soglia è relativamente
13:48bassa, se meno della metà degli italiani legge almeno un libro l'anno e se il dato
13:56riguarda anche le persone con titoli di studio più elevati, diplomati e laureati, questo
14:04vuole dire che anche tra le persone più istruite i libri stanno uscendo progressivamente dalla
14:10loro chiamiamola così dieta mediatica, il che rende naturalmente tutte le questioni
14:15a cui accennavo prima ancora più preoccupanti, per non dire allarmanti. È un dato che si
14:23è acuito nel corso degli ultimi anni e che naturalmente è legato alla rivoluzione digitale,
14:31questo è del tutto evidente, però il fatto di, come dicono i nutrizionisti con riferimento
14:40alla dieta alimentare, l'indicazione più appropriata sarebbe quella di avere una dieta
14:46ricca e articolata, cioè in cui ci sia un po' di tutto, perché ciascun ingrediente
14:53nelle nostre diete alimentari contiene dei principi nutritivi che ci sono utili se non
14:58indispensabili. Analogamente, anche quando parliamo di diete mediatiche, la raccomandazione
15:05sarebbe quella di includere nelle proprie diete mediatiche tutti i diversi mezzi, dalla carta
15:13stampata e i libri fino naturalmente al web, dalle fonti testuali fino ovviamente ai contenuti
15:21audiovisivi. Perché? Perché ciascun mezzo ha proprio delle peculiarità tali da poter
15:29attivare facoltà una volta riflessive, una volta emotive e la cosa ideale sarebbe che
15:36ci fosse un po' di tutto questo. Questo renderebbe le persone in generale meglio attrezzate per
15:44comprendere quello che ci accade intorno, in un mondo che è diventato estremamente complesso,
15:50in fondo stiamo vivendo un vero e proprio salto d'epoca, basta guardare l'agenda internazionale
15:55per capire come tutto il mondo è in questo momento attraversato da forti tensioni, si
16:02sta riconfigurando di fatto un nuovo ordine mondiale. Quindi di fronte a una complessità
16:07tale, noi saremmo meglio attrezzati per decifrare gli eventi che accadono se avessimo una dieta
16:16mediatica ricca ed equilibrata. Se invece come sta accadendo è fortemente sbilanciata
16:23sulle fonti di informazioni online, escludendo completamente libri e giornali, questo secondo
16:31me ci rende più fragili, più vulnerabili, anche più permeabili alla suggestione di
16:39intenti manipolatori, di intenti propagandistici. Questa è una raccomandazione che è importante
16:50non perché sia di per sé importante essere acculturati come fosse indispensabile alla
17:01vita, io credo che sia invece indispensabile veramente per essere meglio in grado di comprendere
17:09i fenomeni in un mondo così complesso come quello che è diventato oggi.
17:14Un altro spaccato che emerge è quello della scomparsa di alcuni mestieri, quantomeno figure
17:21e professionali di difficile ripiegamento, un po' qualcosa di cui in tanti si sono accorti
17:27nella vita quotidiana, come emerge questo fenomeno?
17:31Ormai è esperienza comune, tutto il sistema produttivo, il sistema delle imprese, gli
17:36esercizi commerciali scontano ogni giorno difficoltà nel reperire la mano d'opera o
17:44le figure professionali di cui hanno bisogno. Si stanno scaricando sul mercato del lavoro
17:52gli effetti della denatalità, abbiamo un bacino di giovani che diventa sempre più
17:59esiguo presso il quale andare ad attingere per individuare i profili professionali di
18:06cui c'è bisogno e ormai questo tipo di problema attraversa tutte le figure professionali,
18:14non soltanto le figure intellettuali ad alta specializzazione, ma ormai anche gli operai,
18:20i manutentori, gli elettricisti, gli idraulici, gli artigiani, i cuochi, i camerieri, quindi
18:30per non parlare poi del personale sanitario, i medici e gli infermieri, ogni giorno di
18:36più si scontano difficoltà nel trovare queste figure.
18:41Naturalmente questo è un problema perché è un impatto, pensiamo ad un'impresa che
18:48avesse in portafoglio un gran numero di ordinativi e non riesce a far di fronte per una carenza
18:56di personale, è chiaro che è un impatto che poi incide sui fatturati, più in generale
19:01sulla capacità produttiva di un paese, tra l'altro è un problema che almeno in astratto
19:08è destinato a peggiorare se guardiamo le previsioni demografiche che ci dicono che
19:15di qui a meno di 30 anni, nel 2050, la popolazione italiana tenderà ulteriormente a ridursi
19:25e si ridurranno in particolare le persone più giovani, nel 2050 rispetto ad oggi avremo
19:32quasi 8 milioni di persone in età attiva, lavorativa in meno, questo è un problema
19:40direi il problema numero uno con cui si dovrà confrontare il nostro sistema produttivo.
19:48Vediamo anche un altro aspetto interessante in tema di welfare, cioè è in aumento la
19:58spesa privata pro capite relativa alla sanità privata, cioè si ricorre di più alla sanità
20:06privata e questo sembrerebbe voler dire che ci sono delle difficoltà di cui spesso si
20:14parla nell'accedere a quella pubblica, oppure non c'è un livello di soddisfazione o di
20:19aspettativa tale da voler ricorrere a quella pubblica, ma soprattutto il tema delle liste
20:24d'attesa potrebbe spingere a spiegarci a spiegare questo ricorso alla sanità privata, giusto?
20:31È così, credo che sia esperienza anche questa comune, quello di quando si ha bisogno di
20:38fare un check up medico, un accertamento diagnostico, una visita specialistica, incorrere in liste
20:43d'attesa troppo lunghe negli ambulatori del Servizio Sanitario Nazionale e quindi o rinviare,
20:48rinunciare a quella prestazione sanitaria, oppure rivolgersi a strutture private, tanto
20:53è vero che in questo momento ci sono delle difficoltà, ci sono delle difficoltà di
20:59risolvere queste strutture private, tanto è vero che negli ultimi 10 anni è aumentata
21:04considerevolmente del 23% la spesa sanitaria privata pro capite, le spese di tasca propria
21:09e nell'ultimo anno è arrivata ad una cifra complessiva considerevole, 44 miliardi di
21:14Euro spesi dagli italiani di tasca propria per prestazioni sanitarie. Anche questo è
21:19un problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
21:24problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
21:29problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
21:34problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
21:39problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
21:44problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
21:50problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
21:55problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:00problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:05problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:10problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:15problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:20problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:25problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:30problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:35problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:40problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:45problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:50problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
22:55problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
23:00problema molto grande, è un problema molto grande, è un problema molto grande, è un
23:06fortissimo processo di invecchiamento, cioè si vive sempre più a lungo e aumentano
23:11considerevolmente le persone nella terza e nella quarta età.
23:16Penso che in questi giorni, dopo quello che è successo negli Stati Uniti, oggetto di
23:20dibattito il tema delle assicurazioni private, non so se c'è in questo ricorso alla
23:27sanità privata, alla spesa per sanità privata, c'è un rapporto, cioè si vedono già le
23:32prime avvisaglie anche in Italia, perché comunque le offerte delle compagnie assicurative
23:36stanno aumentando in questi anni necessariamente, non so se questo è emerso.
23:41L'Italia è ad esempio tra i paesi europei uno dei meno intermediati da questo punto
23:49di vista, cioè uno dei paesi in cui è meno presente l'intermediazione nella spesa
23:55privata da parte di polizze sanitarie e fondi sanitari integrativi, perché fino a un recente
24:03passato godeva appunto di un sistema pubblico di welfare molto generoso da questo punto
24:09di vista. Io credo che questo saranno uno dei settori destinati ad ampliarsi, anche
24:17perché se io devo spendere di tasca mia per ottenere una prestazione sanitaria, ho
24:25un prezzo, se invece si utilizzano sistemi di intermediazione di questa spesa, ovvero
24:33polizze sanitarie oppure fondi sanitari integrativi, è evidente che si realizza un'economia di
24:41scala e quindi questi processi possono risultare anche convenienti da un punto di vista economico.
24:50Noi rispetto agli altri paesi europei partiamo molto in ritardo da questo punto di vista,
24:56ma è prevedibile soprattutto se guardiamo a quelle che sono le previsioni demografiche
25:02future che tendono ad accentuare ulteriormente i fenomeni già oggi evidenti, io credo che
25:08questi settori siano destinati inevitabilmente a crescere il loro ruolo.
25:18E poi il tema dell'istruzione che è legato magari anche in parte, già l'indicatore della
25:24lettura dei libri era indicativo, però colpisce questo dato, cioè anche della conoscenza
25:33stessa della lingua italiana dopo il ciclo di scuola primaria. Ne abbiamo parlato su
25:39questo canale anche in relazione a un uso già smodato, eccessivo di tecnologie, smartphone,
25:46eccetera, fin dalla teneretà che secondo alcuni esperti chiaramente va a limitare le facoltà
25:54cognitive già dei bambini, questo sarà un fenomeno che probabilmente sarà indagato
26:00più avanti nel dettaglio, lo mettiamo qui sul tavolo, però è un dato molto preoccupante,
26:06questo già segnalato anche da molti docenti.
26:12Colpisce ad esempio che sia in termini di italiano, sia in termini di matematica,
26:22più del 40% degli studenti al termine delle scuole superiori non abbia raggiunto in entrambi
26:32i casi i traguardi di apprendimento, tra l'altro nel caso degli istituti professionali il dato
26:38sale vertiginosamente all'80%, quindi è una scuola, un sistema scolastico di istruzione
26:49che effettivamente produce risultati non soddisfacenti evidentemente da questo punto di vista.
26:57Poi non possiamo sorprenderci di alcuni risultati che abbiamo evidenziato nel rapporto,
27:05per cui ad esempio la metà della popolazione non sa indicare correttamente l'anno della
27:12rivoluzione francese o il 32% degli italiani ritiene erroneamente che la Cappella Sistina
27:21sia stata affrescata da Giotto o da Leonardo Da Vinci.
27:25Il problema, perché detto così sembrerebbe un atteggiamento un po' snobistico, elitario,
27:32che problema c'è che uno non sa che la Cappella Sistina è stata affrescata da Michelangelo?
27:38No, il problema che io sottolineo sono gli impatti ancora una volta di tipo socio-politico
27:46di questa condizione. Se una persona è più fragile dal punto di vista delle conoscenze
27:52è più permeabile in questo limbo dell'ignoranza al fatto che poi possano attecchire stereotipi,
28:01pregiudizi, credenze che avevamo creduto di aver definitivamente debellato tra le convinzioni
28:13popolari, diciamo così. E quindi ancora una volta ritorno su quel tema, si diventa più
28:18permeabili ad esempio a messaggi propagandistici o demagogici, si diventa più permeabili a
28:27messaggi che di fronte alla complessità delle cose offrono una soluzione semplice, messaggi
28:34che di fronte all'incertezza della situazione offrono messaggi rassicuranti, perché se
28:42si è più fragile dal punto di vista dell'istruzione delle conoscenze si diventa più vulnerabili
28:48e soggetti alla manipolazione altrui. Ecco perché il discorso sul paese degli ignoranti,
28:56così lo abbiamo definito, è importante, non appunto in maniera snobistica per cui tutti
29:03dovrebbero sapere chi ha affrescato la Cappella Sistina, ma l'abbiamo utilizzati questi dati
29:09per accendere un faro su un problema che è molto più ampio.
29:14Un'ultima battuta e tornando all'inizio e al tema del risparmio e della povertà, emerge
29:22effettivamente un'Italia più impoverita con questo calo del risparmio, una propensione
29:27al risparmio che è un indicatore chiaramente molto importante per capire se si è assottigliato
29:34questo strato di risparmio, gli italiani sono sempre stati famosi proprio per questa loro
29:40capacità perché ce n'era la possibilità, adesso anche con la famosa generazione dei
29:46nonni che magari purtroppo si assottiglia e chiaramente questo problema emerge sempre
29:52di più.
29:54È evidente che la quota del reddito da destinare al risparmio, quando il reddito viene eroso
30:04nel suo valore reale da un'alta inflazione come quella che abbiamo conosciuto nell'ultimo
30:11periodo, nell'ultimo anno e mezzo, è evidente che la quota destinata al risparmio inevitabilmente
30:18si riduce se si vogliono mantenere costanti almeno i consumi fondamentali.
30:23Ma c'è più in generale un problema che riguarda le retribuzioni e i salari in questo
30:29paese, io ricordo sempre questo dato per cui negli ultimi 30 anni tra il 1990 e il
30:362020, i 30 anni gloriosi della globalizzazione accelerata che abbiamo conosciuto, l'Italia
30:43è l'unico paese tra tutte le economie avanzate dei paesi oxe ad aver registrato nel trentennio
30:52una riduzione in termini reali, al netto dell'inflazione, delle retribuzioni lordeannue di quasi il
30:593%, nello stesso periodo in Francia e in Germania le retribuzioni sono aumentate di oltre il
31:0630%, nel Regno Unito di oltre il 40%, noi abbiamo compresso la dinamica dei salari per
31:18ridurre i costi di produzione per garantirci di essere competitivi, effettivamente l'Italia
31:26è diventata competitiva sui mercati globali perché abbiamo avuto una forte accelerazione
31:32delle esportazioni in giro per il mondo e il nostro export è il nostro fiore all'occhiello,
31:38ma il prezzo che abbiamo pagato in ragione di questa dinamica è una forte depressione
31:44della domanda interna, consumi delle famiglie e investimenti, perché se i salari e le retribuzioni
31:51sono fermi, stagnano per 30 anni è evidente che stagnano alla stessa maniera, ristagnano
31:58alla stessa maniera anche i consumi delle famiglie e gli investimenti, questa è la
32:02situazione in cui ci siamo intrappolati negli ultimi 30 anni in fondo, la parola d'ordine
32:08era competitività, dovevamo diventare competitivi, abbiamo ridotto quella voce di costo del sistema
32:16produttivo, i salari, ma non per avidità di profitto delle aziende, perché era più
32:21difficile intervenire su altri fattori di costo che gravano sul sistema produttivo, come ad
32:27esempio una pressione fiscale elevatissima, il costo di una burocrazia ipertrofica e vessatoria
32:35e quindi il costo del lavoro è stato l'ammortizzatore che è stato utilizzato per diventare competitivi
32:43e agganciare i flussi della globalizzazione, ci siamo riusciti, siamo stati bravi, però
32:50il prezzo da pagare è appunto la stagnazione dei salari e di conseguenza anche dei consumi
32:57e degli investimenti delle famiglie. Io vi ringrazio molto Massimiliano Valeri del Consiglio
33:04Direttivo del Censis per questa fotografia che ci ha dato, molto interessante da approfondire
33:09antichemente, grazie davvero e buon lavoro. Grazie, arrivederci.