Un anno dopo Greta Gerwig, un'altra donna presidente di giuria. Il Festival di Cannes si conferma "femminista" almeno per quanto riguarda le giurie (discorso diverso per le registe in concorso) e nomina la reine del cinema locale "boss" della giuria che assegnerà i premi ufficiali del 78mo festival (13-24 maggio). I flash dei fotografi sui red carpet sono assicurati...
«Non vedo l'ora di condividere l'esperienza con gli altri membri della giuria e il pubblico. Nel 1985 per la prima volta percorrevo i primi passi sulla Croisette con l'entusiasmo e l'incertezza della giovane attrice. Non avrei mai immaginato di tornare 40 anni dopo nel ruolo altissimo di presidente di giuria. Ringrazio per il privilegio, la responsabilità e condivido il mio bisogno di umiltà», sono le parole ufficiali di commento della star. Per il resto, come dice l'annuncio ufficiale, Binoche è davvero un mix di risata irresistibile e impegno, artistico e di vita. Le sue campagne (anche estreme) e il suo alternare collaborazioni professionali indipendenti e main stream (l'Oscar vinto come miglior non protagonista per Il paziente inglese). 40 anni fa l'esordio, proprio a Cannes 1985, in Rendez-Vous di André Techiné. Da allora oltre 70 film, spessissimo presentati a Cannes. E tantissimi premi, ovunque. Un viaggio lunghissimo e governato dal suo istinto e coraggio. Binoche ha "calamitato" registi/autori di tutto il mondo: Michael Haneke, Abel Ferrara, David Cronenberg, Hou Hsia-Hsien, Naomi Kawase, Kore-Eda, Kiewloski e Amos Gitai. E tutti gli infiniti francesi. Solo Catherine Deneuve e Isabelle Huppert la affiancano in prestigio e talento nel saper scegliere così, senza confini e senza darsi limiti... Il festival non a caso cita Copia conforme, che nel 2010 le fece vincere il premio di Miglior attrice: regista iraniano (Kiarostami), lei francese, in Toscana, con un partner inglese... Ma delle altre 4 volte che è stata in concorso, noi non la dimenticheremo mai in Il gusto delle cose, l'ultima (per ora). Era il 2023e il regista era il vietnamita Tran Anh Hung.
Louis Malle che l'ha diretta nello scandaloso Il danno, diceva che lei con la macchina da presa faceva l'amore e aveva una storia d'amore, sottolineandone l'incredibile presenza e intensità. Tutto vero. Binoche è sensuale e istintiva, erotica e giocosa, sempre umanissima e, di persona, spesso anche divertentissima e "materna". Libera, coraggiosa, sempre pronta a mettersi alla prova. Versatile e senza paura. Cinema, teatro, tv, danza, pittura. Politica (le tante battaglie per le strade francesi e quel cartello "liberate Panahi" portato sulla montées des marches, in nome del regista iraniano incarcerato) e red carpet. Strenua difensore dell'ambiente e sostenitrice delle colleghe meno note vittime di violenze sul lavoro (il sostegno al #MeToo).
L'ultima "coincidenza" temporale/anniversario da festeggiare è che Greta Gerwig (2024) & Juliette Binoche (2025) non è la prima doppietta consecutiva con due donne presidenti di giuria, sulla Croisette. Nel 1965, 70 anni esatti fa, Olivia De Havilland (star hollywoodiana capace di ribellarsi a Hollywood e trasferirsi in Francia) fu la prima donna presidente. L'anno dopo toccò subito a Sophia Loren. Due donne di seguito, come adesso: peccato aver dovuto aspettare 70 anni per il sequel...
«Non vedo l'ora di condividere l'esperienza con gli altri membri della giuria e il pubblico. Nel 1985 per la prima volta percorrevo i primi passi sulla Croisette con l'entusiasmo e l'incertezza della giovane attrice. Non avrei mai immaginato di tornare 40 anni dopo nel ruolo altissimo di presidente di giuria. Ringrazio per il privilegio, la responsabilità e condivido il mio bisogno di umiltà», sono le parole ufficiali di commento della star. Per il resto, come dice l'annuncio ufficiale, Binoche è davvero un mix di risata irresistibile e impegno, artistico e di vita. Le sue campagne (anche estreme) e il suo alternare collaborazioni professionali indipendenti e main stream (l'Oscar vinto come miglior non protagonista per Il paziente inglese). 40 anni fa l'esordio, proprio a Cannes 1985, in Rendez-Vous di André Techiné. Da allora oltre 70 film, spessissimo presentati a Cannes. E tantissimi premi, ovunque. Un viaggio lunghissimo e governato dal suo istinto e coraggio. Binoche ha "calamitato" registi/autori di tutto il mondo: Michael Haneke, Abel Ferrara, David Cronenberg, Hou Hsia-Hsien, Naomi Kawase, Kore-Eda, Kiewloski e Amos Gitai. E tutti gli infiniti francesi. Solo Catherine Deneuve e Isabelle Huppert la affiancano in prestigio e talento nel saper scegliere così, senza confini e senza darsi limiti... Il festival non a caso cita Copia conforme, che nel 2010 le fece vincere il premio di Miglior attrice: regista iraniano (Kiarostami), lei francese, in Toscana, con un partner inglese... Ma delle altre 4 volte che è stata in concorso, noi non la dimenticheremo mai in Il gusto delle cose, l'ultima (per ora). Era il 2023e il regista era il vietnamita Tran Anh Hung.
Louis Malle che l'ha diretta nello scandaloso Il danno, diceva che lei con la macchina da presa faceva l'amore e aveva una storia d'amore, sottolineandone l'incredibile presenza e intensità. Tutto vero. Binoche è sensuale e istintiva, erotica e giocosa, sempre umanissima e, di persona, spesso anche divertentissima e "materna". Libera, coraggiosa, sempre pronta a mettersi alla prova. Versatile e senza paura. Cinema, teatro, tv, danza, pittura. Politica (le tante battaglie per le strade francesi e quel cartello "liberate Panahi" portato sulla montées des marches, in nome del regista iraniano incarcerato) e red carpet. Strenua difensore dell'ambiente e sostenitrice delle colleghe meno note vittime di violenze sul lavoro (il sostegno al #MeToo).
L'ultima "coincidenza" temporale/anniversario da festeggiare è che Greta Gerwig (2024) & Juliette Binoche (2025) non è la prima doppietta consecutiva con due donne presidenti di giuria, sulla Croisette. Nel 1965, 70 anni esatti fa, Olivia De Havilland (star hollywoodiana capace di ribellarsi a Hollywood e trasferirsi in Francia) fu la prima donna presidente. L'anno dopo toccò subito a Sophia Loren. Due donne di seguito, come adesso: peccato aver dovuto aspettare 70 anni per il sequel...
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NovitàTrascrizione
00:00Sara Juliette Binoche ha presiedere la giuria della 78esima edizione del Festival di Cannes
00:05in programma dal 13 al 24 maggio.
00:08L'attrice 60enne succede alla regista di Barbie Greta Gerwig, presidente lo scorso anno.
00:14È la seconda volta nella storia del festival, sottolineano gli organizzatori,
00:19che sono due artiste a passarsi il testimone come presidenti di giuria.
00:23La prima volta toccò negli anni 60 Sofia Loren, che prese il posto di Olivia de Havilland.
00:29Binoche è una delle star francesi più conosciute e apprezzate da pubblico e critica.
00:33Ha vinto un premio a Cannes per Copie Conformi dell'iraniano Abbas Kiarostami,
00:38oltre che alla mostra del cinema di Venezia alla Berlinale.
00:41È anche una delle poche francesi ad aver vinto un Oscar nel 97 per Il paziente inglese.
00:47Attrice che ha lavorato con i più grandi registi, non solo francesi come Jean-Luc Godard,
00:52a dirigerla tra i tanti il polacco Krzysztof Kieślowski,
00:56il canadese David Cronenberg e l'austriaco Michel Haneke.
01:00A Cannes è un habitué. È iniziato nel 1985 con Rendezvous, considerato il suo film della svolta.
01:07«Non vedo l'ora di condividere questi momenti di vita con i membri della giuria e con il pubblico»,
01:12ha commentato l'attrice. «S'ho peso il privilegio, la responsabilità e l'assoluta necessità di umiltà».
01:19Il festival ha scelto un'artista impegnata, dalle battaglie per i diritti umani a quelle per le donne in Iran,
01:24per l'ecologia o per i migranti. Solo pochi giorni fa Binoche ha firmato un appello
01:29per difendere la cultura contro i tagli di bilancio previsti dal governo francese
01:34e negli ultimi anni è stata in prima linea nel movimento MeToo,
01:37invitando anche gli uomini a rompere il silenzio su questo tema.