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NovitàTrascrizione
00:00Extra, tutti i colori dell'attualità, con Claudio Michalizio.
00:05Bentornati, bentornati a destra. C'è un tema che sembra quasi scomparso dai radar
00:12dell'informazione, ancor più forse della politica. Eppure è un argomento che dovrebbe
00:16interessare tutti noi ed è l'economia. Se ne parla poco in questo periodo dell'anno,
00:24ci sarebbero vari motivi per porlo al centro del dibattito. Perché i dati che arrivano
00:31sono tutt'altro che rassicuranti. Se sappiamo che il prodotto interno lordo, secondo le
00:35stime dell'Istat, nel 2024 è cresciuto dello 0,7%, salirà dello 0,8% al termine di questo
00:442025 e per l'anno prossimo, secondo le previsioni, dovrebbe sfiorare lo 0,9%, c'è un dato di
00:52questi ultimi giorni che conferma come le prospettive rischino di essere ancora più
00:57nefaste ed è il dato relativo alla produzione industriale, praticamente ferma.
01:032024 da dimenticare per la produzione industriale in Italia. Con il calo del 3,1% registrato
01:11a dicembre, la diminuzione annua complessiva è pari al 3,5%, lo rende noto l'Istat, evidenziando
01:18che l'indice mensile cresce su base congiunturale solo per l'energia, mentre scende per i beni
01:24strumentali, i beni di consumo e i beni intermedi. A dicembre la produzione industriale è diminuita
01:30su base annua del 7,1%, con una dinamica negativa per tutti i mesi dell'anno e cali congiunturali
01:37in tutti i trimestri. Tra i principali raggruppamenti di industria, solamente per l'energia si registra
01:43un incremento nel complesso del 2024 nell'ambito della manifattura, invece solo le industrie
01:49alimentari, bevande e tabacco sono in crescita rispetto all'anno precedente, mentre le flessioni
01:54più marcate si rilevano per industria tessili, abbigliamento, pelle e accessori e fabbricazione
02:00di mezzi di trasporto. Una situazione congiunturale negativa si dirà che riguarda anche altri
02:07paesi europei, è vero, spesso si parla della crisi della Francia e della Germania, quale
02:13termine di paragone, ma in realtà ci sono paesi, sempre in Europa, che stanno vivendo
02:18periodi tutt'altro che negativi. Prendete la Spagna, qui il prodotto interno lordo è
02:23cresciuto del 3-4%, merito di una serie di iniziative che la politica ha messo in conto
02:32e in campo nell'arco degli ultimi anni, riforme importanti sul piano istituzionale,
02:39contro la burocrazia, sul piano anche dell'approvvigionamento energetico e poi un autentico esploat del
02:46turismo. La Spagna rischia di essere però un caso più unico che raro in un'Europa che
02:52con preoccupazione guarda anche le sfide che sono dietro l'angolo, a cominciare dall'impatto
02:59sui dazi economici, un impatto negativo anche per il nostro made in Italy, in un momento
03:06in cui il settore agroalimentare ha già qualche motivo di preoccupazione. I vini italiani
03:11continuano a conquistare il mondo confermando l'export italiano come una delle colonne portanti
03:17dell'economia agroalimentare nazionale. Tante le sfide che il settore dovrà però affrontare,
03:24dalla crescente concorrenza globale all'andamento delle politiche commerciali fino ai cambiamenti
03:29nei gusti dei consumatori. Gli Stati Uniti, secondo un'analisi di Wine Meridian Magazine
03:35di riferimento per il settore vitivinicolo, si confermano il primo mercato di destinazione per
03:40il vino italiano, con un interesse costante per le etichette di alta qualità e una predilezione
03:46per le denominazioni più conosciute come Barolo, Brunello di Montalcino e Amarone. Spicca poi la
03:52Cina dove il consumo di vino sta diventando sempre più un'esperienza gastronomica e cultura
03:58del lusso. Importante incremento anche in Giappone e Corea del Sud dove si registra un
04:04incremento della richiesta di vini italiani, in particolare quelli biologici e biodinamici.
04:09E insomma l'export è una voce importantissima per l'economia italiana che però è in gran parte
04:17dipendente dall'andamento del mercato interno. I consumi infatti rappresentano oltre il 70% del
04:25prodotto interno lordo. Ma che cosa succede in un'economia sempre più globalizzata che la crisi
04:32di altri paesi rischia di essere negativa anche per l'economia del nostro paese? Prendete la
04:40Germania, un vero e proprio competitor in molti mercati strategici, ma un partner industriale
04:48importante per tantissime aziende italiane che esportano i propri prodotti verso Berlino.
04:54Allora se la Germania è in crisi rischia di essere un problema anche per la nostra economia.
04:59La crisi economica che ha colpito la Germania negli ultimi due anni ha comportato un danno di
05:055,8 miliardi per il nostro sistema produttivo. Nonostante la forte preoccupazione per le
05:10conseguenze negative che l'introduzione dei dazi da parte del Presidente degli Stati Uniti,
05:15Donald Trump, potrebbe arrecare alle nostre imprese esportatrici, la crisi tedesca ha
05:20già generato e potrebbe continuare a produrre danni significativamente più gravi. A segnalarlo
05:26è l'ufficio studi della CGA ricordando come la Germania, principale partner commerciale
05:31dell'Italia, stia attraversando una fase di recessione che ha compromesso l'importazione
05:35di beni e servizi italiani. Un effetto che rischia di essere ben peggiore di quello
05:40provocato da eventuali decisioni protezionistiche dell'amministrazione Trump. Già nel 2019,
05:46ricorda l'Associazione di Mestre, l'introduzione di barriere commerciali da parte degli USA non
05:51ha impattato pesantemente sull'economia italiana. La stessa situazione potrebbe riproporsi adesso.
05:57E insomma, se da una parte bisogna sperare che i colloqui in corso tra Washington e Bruxelles
06:05possano disinnescare l'emergenza dei dazi, è evidente che la priorità è rilanciare
06:10l'economia del nostro continente. Ma a proposito, quali sono le prospettive che le istituzioni
06:16europee nutrono per l'andamento del settore economico dell'intero continente? Ascoltate.
06:22Le sfide che l'Europa sta affrontando sono molteplici e complesse, ma le soluzioni per
06:28affrontarle non sono irraggiungibili. Parola di Christine Lagarde, la presidente dell'ABCE
06:34durante l'audizione annuale alla plenaria del Parlamento europeo, non ha nascosto le
06:39difficoltà che l'Unione europea sta vivendo in questo periodo, ma ha anche tracciato una
06:44visione di speranza. Secondo la Lagarde, l'Eurozona si trova in un contesto economico
06:49difficile, ma ci sono le condizioni per una ripresa già a partire dal 2024. La crescita
06:55per l'anno in corso, seppur modesta, lascia spazio a ottimismo, a patto che si possa ripristinare
07:01la fiducia dei consumatori, un fattore determinante per evitare che l'area euro perda terreno.
07:07Il contesto globale, sempre più complesso e in continua evoluzione, richiede decisioni
07:12tempestive e ponderate. La presidente dell'ABCE ha fatto appello alla necessità di rafforzare
07:19il mercato interno, promuovere l'autonomia europea nei pagamenti e incentivare gli investimenti.
07:25E insomma, si può essere ottimisti, ma è necessario anche intervenire. Lo dicevano
07:30i vertici dell'ABCE, lo dicono gli economisti e in fondo anche il buonsenso. Certo, ci sono
07:37delle emergenze all'orizzonte, come la politica protezionista americana con l'introduzione
07:43dei dazi, ma questa potrebbe essere l'occasione per guardare a nuovi mercati e cambiare strategia
07:49anche all'interno, perché come dicono gli esperti di economia, una crisi può anche
07:54rivelarsi un'enorme opportunità.
07:56Termina qui questa puntata di Extra, in versione ridotta per esigenze di palinsesto. Noi torniamo
08:02domani alla solita ora. Adesso vi lasciamo agli altri programmi della nostra emittente.
08:06Grazie per averci seguito.