La moda maschile cambia strada e imbocca quella del classico. E, se pensiamo che la moda è innovazione, riproporre il classico dopo anni di rottura con il passato pare un controsenso. Eppure, è un cambio di rotta rivoluzionario: è l'antitesi dello street, è la moderazione dell'apparenza a vantaggio della stabilità. Dal 2020 a oggi la moda ha testato fin troppe identità e provato a strabiliare, in alcuni casi con successo di pubblico e di critica, senza tenere conto però del disorientamento che la molteplicità delle proposte ha generato nel consumatore finale.
I piani alti della moda che, stando ai continui e repentini cambi di designer, appaiono ossessionati dal rinnovamento dell'immagine dei brand più che dalla loro credibilità sul mercato (e non di rado anche dalla qualità del prodotto), stracciano contratti in un batter di ciglia. Il che fa supporre che spesso scelgano i designer senza un appropriato criterio di valutazione. La rilettura del classico va vissuta come ricerca di sicurezza. Non ha più nulla a che fare con l'affermazione del potere maschile.
Scrive Paola Pollo a pag 130: «Può davvero una giacca o un trench dalle spalle importanti assicurare ruolo e potere? No. O almeno, non dovrebbe. Per la ormai superata (si spera) regola dell'apparenza».
I piani alti della moda che, stando ai continui e repentini cambi di designer, appaiono ossessionati dal rinnovamento dell'immagine dei brand più che dalla loro credibilità sul mercato (e non di rado anche dalla qualità del prodotto), stracciano contratti in un batter di ciglia. Il che fa supporre che spesso scelgano i designer senza un appropriato criterio di valutazione. La rilettura del classico va vissuta come ricerca di sicurezza. Non ha più nulla a che fare con l'affermazione del potere maschile.
Scrive Paola Pollo a pag 130: «Può davvero una giacca o un trench dalle spalle importanti assicurare ruolo e potere? No. O almeno, non dovrebbe. Per la ormai superata (si spera) regola dell'apparenza».
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NovitàTrascrizione
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