Per la Colombia si apre un nuovo capitolo. Dopo la firma dell’accordo di pace tra il governo e le Farc ora la parola passa ai colombiani chiamati questa domenica a votare per il referendum organizzato dall’esecutivo per vincolare gli accordi. Anche se un risultato non è mai scontato, stando ai sondaggi il responso delle urne dovrebbe essere a favore del SÌ.
On 10/2, Colombians vote on a referendum on the #FARC peace agreement. Here’s what to know: pic.twitter.com/vIsfZEJAka— CFR (@CFR_org) September 30, 2016
“Quelli che voteranno a favore degli accordi non solo diranno stop alle Farc come organizzazione armata ma apriranno nuove strade per la Colombia. Le persone hanno anche il diritto di votare NO, ma è importante che conoscano le conseguenze del loro voto.Tutti insieme dobbiamo decidere il futuro del Paese”, ha fatto notare Humberto de la Calle Lombana capo delegazione del governo colombiamo.
Gli animi restano accesi e la Colombia non proprio unita. Il leader dell’opposizione ed ex Presidente Alvaro Uribe da 6 mesi è impegnato per il NO al plebiscito, un voto che accomuna anche diverse famiglie delle vittime del gruppo armato. “Anche noi elettori del NO vogliamo la pace e lo diciamo in solidarietà con quelli che invece sono favorevoli agli accordi. La nostra preoccupazione non è la vittoria del fronte del SÌ ma assistere a un indebolimento della democrazia di fronte al terrorismo”, ha sottolineato Uribe.
Milioni di colombiani con il loro sì o il loro no decideranno se nel Paese le armi dovranno tacere definitivamente dopo un conflitto durato oltre 50 anni che ha hatto più di 200 mila morti e milioni di sfollati.
“La pioggia o i dubbi dell’ultima ora non hanno fermato la voglia di manifestare in tutto il paese a sostegno del processo di pace, ha sottolineato la nostra corrispondente a Bogotà. Secondo gli ultimi dati il 67% dei colombiani voterà a favore degli accordi raggiunti dopo quattro anni di negoziati in territorio neutro all’Avana.”
El jefe guerrillero de las FARC Iván Márquez se reúne con víctimas de la masacre de La Chinita en el colegio San Pedro Claver de Apartadó. pic.twitter.com/TCDUEXWAdO— EFE Noticias (@EFEnoticias) 30 septembre 2016
On 10/2, Colombians vote on a referendum on the #FARC peace agreement. Here’s what to know: pic.twitter.com/vIsfZEJAka— CFR (@CFR_org) September 30, 2016
“Quelli che voteranno a favore degli accordi non solo diranno stop alle Farc come organizzazione armata ma apriranno nuove strade per la Colombia. Le persone hanno anche il diritto di votare NO, ma è importante che conoscano le conseguenze del loro voto.Tutti insieme dobbiamo decidere il futuro del Paese”, ha fatto notare Humberto de la Calle Lombana capo delegazione del governo colombiamo.
Gli animi restano accesi e la Colombia non proprio unita. Il leader dell’opposizione ed ex Presidente Alvaro Uribe da 6 mesi è impegnato per il NO al plebiscito, un voto che accomuna anche diverse famiglie delle vittime del gruppo armato. “Anche noi elettori del NO vogliamo la pace e lo diciamo in solidarietà con quelli che invece sono favorevoli agli accordi. La nostra preoccupazione non è la vittoria del fronte del SÌ ma assistere a un indebolimento della democrazia di fronte al terrorismo”, ha sottolineato Uribe.
Milioni di colombiani con il loro sì o il loro no decideranno se nel Paese le armi dovranno tacere definitivamente dopo un conflitto durato oltre 50 anni che ha hatto più di 200 mila morti e milioni di sfollati.
“La pioggia o i dubbi dell’ultima ora non hanno fermato la voglia di manifestare in tutto il paese a sostegno del processo di pace, ha sottolineato la nostra corrispondente a Bogotà. Secondo gli ultimi dati il 67% dei colombiani voterà a favore degli accordi raggiunti dopo quattro anni di negoziati in territorio neutro all’Avana.”
El jefe guerrillero de las FARC Iván Márquez se reúne con víctimas de la masacre de La Chinita en el colegio San Pedro Claver de Apartadó. pic.twitter.com/TCDUEXWAdO— EFE Noticias (@EFEnoticias) 30 septembre 2016
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