Si è chiusa la 40esima edizione delle Orestiadi di Gibellina. Si chiude un Festival contemporaneo che ha raggiunto un importante traguardo, che all’inizio a tutti sembrava pura utopia, ma che nel corso degli anni è diventato realtà, trasformando la città di Gibellina nella città dell’arte contemporanea, grazie al contributo di grandi registi, artisti, attori, scenografi che hanno creato le loro opere a Gibellina, spesso per Gibellina. Un’avventura unica nel suo genere, un progetto che ha segnato la rinascita di un territorio attraverso l’arte contemporanea, di cui il Festival teatrale ha rappresentato una parte determinante.
A fare da location all'ultimo spettacolo il Cretto di Burri, al tramonto. In scena “SANI! Teatro fra parentesi di e con Marco Paolini, che ritorna lì dopo 20 anni. Sani è parola che canta, concerto, ballata popolare che in un dialogo stretto alterna storie e canzoni. Così in SANI! ogni storia e ogni canzone raccontano qualcosa, alcuni temi si intrecciano ma la trama resta leggera come deve essere in un concerto. Il filo conduttore è autobiografico, nelle sue storie Paolini racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose. Le crisi raccontate come occasioni, a volte prese al volo, altre volte incomprese e sprecate.
A fare da location all'ultimo spettacolo il Cretto di Burri, al tramonto. In scena “SANI! Teatro fra parentesi di e con Marco Paolini, che ritorna lì dopo 20 anni. Sani è parola che canta, concerto, ballata popolare che in un dialogo stretto alterna storie e canzoni. Così in SANI! ogni storia e ogni canzone raccontano qualcosa, alcuni temi si intrecciano ma la trama resta leggera come deve essere in un concerto. Il filo conduttore è autobiografico, nelle sue storie Paolini racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose. Le crisi raccontate come occasioni, a volte prese al volo, altre volte incomprese e sprecate.
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