• 7 mesi fa
"Avevamo previsto 250 persone ma al secondo giorno di prenotazioni eravamo già oltre. Abbiamo riaperto per un po' e stasera siamo tra i 350 e i 380, dei quali 180 italiani e 200 musulmani". Mohamed Taidi è il portavoce dell'associazione La Pace, raggruppamento di persone di fede musulmana che nel comune di Renate (MB) ha organizzato nell'oratorio Don Bosco, grazie all'assenso del parroco Claudio Borghi, la cena con cui gli islamici interrompono il digiuno giornaliero durante il ramadan. Mentre parla, nel piazzale cominciano ad affluire pietanze tipiche del mondo arabo (cous cous, falafel, tajine) e una musica dalla melodia mediorientale riempie il cortile dell'oratorio. Sullo sfondo, il campanile della chiesa dei Santi Donato e Carpoforo, in primo piano, invece, donne col velo che orchestrano i preparativi. Le polemiche - alimentate dalle dichiarazioni del capogruppo leghista in Regione Lombardia, Alessandro Corbetta - non toccano don Claudio che tira dritto: "Una tempesta in un bicchier d'acqua, non hanno di meglio di cui occuparsi? C'è un Consiglio pastorale, se non è d'accordo lo farà sapere". Fuori dalla sua abitazione le bandiere della Palestina e di Israele l'una vicino all'altra: "Noi siamo per la pace", dice orgoglioso. Alla cena arrivano anche il vicesindaco di Fratelli d'Italia Luigi Pelucchi e l'assessore esterno alla Cultura Mario Molteni. "È una bella iniziativa ma - dice quest'ultimo - la diatriba è cominciata dal niente perché a noi non è mai arrivata una richiesta ufficiale per gli spazi comunali". Manca proprio solo il primo cittadino. "Questa è una cena (gratuita, ndr) per tutti e - conclude Taidi - non è una celebrazione religiosa. Qualcuno non lo aveva capito...". . Di Andrea Lattanzi

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