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Roma, 20 apr. (askanews) -Sono sei individui molto diversi fra loro, uniti da un padre affascinante ma troppo poco presente, i "Sei fratelli" che Simone Godano racconta nel film che arriva nelle sale l'1 maggio. Hanno tutti madri diverse, vivono lontani, e quando si ritrovano dopo la morte del padre forse sperano di ritrovare una "famiglia", come spiega il regista: "Chiaramente mi interessava parlare di una famiglia allargata perché è una cosa che è sempre più nella società di oggi e mi incuriosiva. Però poi visceralmente, ognuno poi ha una sua poetica, una suo punto di vista, a me piace raccontare gli esseri umani e le relazioni.Manca quello che un po' cercano questi personaggi che è un'unione, un sentimento, un amore, una fratellanza, che è una parte che cinematograficamente mi piaceva raccontare".I fratelli sono interpretati da Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Gabriel Montesi, Valentina Bellè, Claire Romain, Mati Galey, e Linda Caridi è la moglie di Scamarcio. Ognuno di loro porta con sé una storia, un'identità, una modalità di vita. I conflitti sono inevitabili, così come i riavvicinamenti. Ma, tra ironia e dramma, è comunque evidente che la famiglia non è più solo il luogo di "accoglienza", come raccontano Bellè e Caridi."Stiamo cominciando a essere un po' più onesti rispetto al concetto di famiglia, abbiamo dato molto per scontato che la famiglia sia il nucleo d'amore, ma abbiamo cominciato a dirci che forse non è davvero così. "Le famiglie si stanno aprendo nel senso che finché si stava in determinati ruoli che significavano per alcuni ruoli grandi sacrifici di parti di sé, allora tutto stava in piedi. Quando si è iniziato un po' a smantellare il sistema del patriarcato il modello tradizionale di famiglia è andato in crisi, ma lo identifichiamo come qualcosa di rassicurante ma era basato sul sacrificio molto impari tra le possibilità".

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